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È Deabixalex dell’Essere ontostoria dell’Essere. EsserEvEnt’Essere dell’Essere là Oltre la “gravità MÈTAfisicA-del-tramonto-tramontanza-della-metafisicabixalex“essente”“Essere in sé’’ L’eveNtö. EveNtö Che supera la metafisicabissale. L’EveNtöntostoria dell’essere poetante pensantE’eventualità«oltre»La metafisicabixalex È ontoRadüra interevento “gettatezza”vi è’in«s黫nulla»im-pensato. L’EveNtöntophysix è al di là della«metafisicabissale». Crea ontostoria dell’Essere l’EsserEveNtöntostoria nella storia dell’Essere dell’ontostoria dell’Essere d’EveNtö. L’’ EveNtö è esserEveNtöntostoria al di là della metafisicabissale. I «Quaderni DI Heideggerapsodyx». Über-legungen An-merkun-gen rap-so-dikx è già là l’EveNtöntostoria dell’Essere già’abissalEveNtö della storia dell’EvENtö EVENtö–Story dei quaderni di Heideggerapsodyx. I Quaderni Di Heideggerapsodyx ontopologiabixalex in sé«è EVENtö» D’EVENtöntotempora MetaEVENtö è EVENtöStòry È in Sé dà EVENtöntostoria là È già là. È già EVENtöntotempora là ultimoEVENTö è già d’“intereventux”D’eventontotempora È EVENtö interEVENTö È“EsserEVENTöntotempora in «sé»già là EsserEVENTöntotempora oltre la metafiSicabissale’’. «EVENTö–dell’essere»là ultimità EsserEVENTöntotemporapsodyx È Al di là Del “soggetto” metafisico’ultimo l’arché È da EsserEVENTöntotempora EVENTöntopologia di Heideggerapsodyx nei Quaderni già da EsserEVENTöntempora là è EsserEVENTöntemporA già da temporapsodyx Anziché il nullabixalex della metafisicabixalex–verità della filosofiabissalex” Al di là della Ragione“MetafiSicAbixalex’ in sé della filosofiabixalex. L’“EVENTö”in Sé l’“è là” È Là L’EVENTö già RaduRità È EVENTöntemprA per la verità ontostorica EVENTöntoverità«in sé”già a fine tempOra”. La Radurapsodyx«EVENTö»»»»»»»»»del nulla è««««««L’EVENTö sEnza perché Null’è»»»»» che si sottrae in sé è l’È L’EVENTö spazioNtotempora “È l’EVENTö”nell'ontostoria senzaPerché la radura””»nulla si fonda Raduranziché:rapsodikx anziché Già“È’Evento Già Là”L’ è senzaperché nell’’essereventux”paradox’EVENTö” fenoumenL’EVENTö senzaPerché KataL’EVENTöNtopologic’’EVENTöntostoria. MetaL’EVENTöntostoria eventuxremotontostoria in sé crea là senzaPerché là oltre La mEtafisicabixalex. L’EVENTö d’essere nella ontostoria del mondO interL’EVENTö seNzaperché’ultimo già ontostoria dell’«’L’EVENTö». Inter’evento d’Essersi già «’L’EVENTö» di esserci»Kat’«’EVENTö» Kata«’EVENTö»»c’è là Kata’EVENTö È Kata’EVENTöntoStorico di essern’EVENTö al di là dellla metafisicAbixalex paradigm’EVENTö”rapsody. Katarapsodyx giacché già essere rapsodyx ontotemporapsodyx Metarapsody ontostoria Katarapsody oltre la metafisica è «ontotempoRaPSodyx Katarapsodyx senzaperché«Meta’EVENTö»«L’ EVENTö è c’è senzaperché c’è Kata’EVENTö»’ultimo«’EVENTö». Al di Là «Crea»C’è ontopologiabixalex già per nullabixalex senzaperché l’esser’EVENTö«rapsodiabixalex risonanzabixalex»oltre la metafisicabixalex o della metafisicabixalex della ragione pura ontoteologiabixalex’Aldilà della metafisicabixalex della Ragione della storia Fenoumenologicabixalex. D’’EVENTö la Fenoumenologia è ontostoria dello Spaziontotempora esser’EVENTö in sé per sé da sé al di là di sé in sé dell’essere Al di Là nell’’EVENTö senzaperché ontotempora sublim’EVENTö della ontostoria dell’esser’EVENTö«senzaPercHé». Perché d’essere ontotempora Già’ “EVENTö” in sé vi è da sé già “EVENTö”«senzaperché» In sé È fenoumenontostorica dell’essere da sé Dà “EVENTöntostoria». È in Sé esserci d’“EVENTö”FenoumenaKata“EVENTö” nullità è già È dà ontopologicità nulla È in sé”essere-in-sé-“EVENTö”essere-nulla»Kata“EVENTö”»«spaziontotempora vuoto». Vuoto“EVENTö”È esserci-vuoto spaziontotempora vuotonulla nulla in sé dà spaziontotempora poiesix sublim“EVENTöntostoria«È in sé»dà da sé«sublim“EVENTö”»oltre la«metafisica»«senzapercHé»Dà essercì “EVENTöntopologia della ontostoria dell’essere. Perché l’essere’è “EVENTöntologia l’esserne è sublim“EVENTö” ontoevento dell’Essere Già esserne in sé spaziontotempora distruzione della ragione metafisicA Kata“EVENTö” Meta“EVENTö”’inter“EVENTö”al di là della “Metafisica” Al di là è l'“EVENTö”che dà spazioNtotemporA Nulla“Nulla senzaperché già ontostoria oLtre la metafisica nihil“EVENTö” dopo la morte di Dio– «Dio è morto…o ucciso» –ucciso o creato. È ontoStoria sublime dell’«“EVENTö”» È Meta“EVENTö”creator“EVENTö” “““è creatric“EVENTö”anziché NullA”NiHil“EVENTö”senzaperché ontostoria. Crea NIhil’“EVENTö”Al di là della ragione “EVENTö”d’essere In sé già pensant«“EVENTö”» d’“EVENTö”è già in sé’eccedenza esser“EVENTö””che dà“ontostoria”seNzaPerché è in sé««eventità»»: –c’è eventoRadurapsody«“EVENTö”»»»»nella ontostoria senzaPerché ontotempoRaduRa È senzaPerChé è fenoumenà«“EVENTö”»»»oltre«la»fenoumETafisica». L’“EVENTö”gettanza»»Meta“EVENTö” Là nella ontostoria dell’“EVENTö”spaziontoteMpora già Radurapsodyx già in sé È già“EVENTö”Creativontotempora Kata“EVENTö”esservi d’“EVENTö”della ontostoria dell’“EVENTö”tranxsonanza della ontostoria dell’essere l’esser“EVENTö” dell’essere Già di per sé nella ontostoria dell’“EVENTöntotempora ontopologicontotempora-essere dell’“EVENTöntostorico Meta“EVENTö” senzaperCHé’ultim“EVENTö”Perché L’’essere è“EVENTö”Dea senza«Perché della creatività In sé È là–«in sé». Là creatività È “EVENTö”–crear“EVENTö”è perché senzaperché’al di là Nulla Radura nella ontostoria È Da ultim“EVENTö”essere L’“EVENTö”meta“EVENTö”Già«Dà crea»spazial“EVENTö”spaziontotempora RaduRa oltre la metafisica È già “EVENTö”dell’Essere dell’Esserne è ontostoria dell’EssereDall’eventontotempora è’“EVENTöntologia Essereontotempora’esserci pensiero dell’esserevento«si dà». L’Essere è Kata“EVENTö” È Dasein l’esserci EssereontoTempora l’esserci è l’“EVENTö”dell’esserci “EVENTö” dell’esserci essere dell’essere-per-la-fine? Dell’esserci? Dell’esserci gettanza? È’esserci ontostoricità ontostoria dell’Essere ontostoria dell’Essernè La storia dell’Essere è l’evento dell’Essere che si dà ontostoria dell’esser“EVENTöntologia è la fondazione’ontologica è la distruzione della metafisica. L’“EVENTö” dell’Essere dell’Esserne la catastrofe della metafisica’oblio dell’Essere lì l’Essere si ritrae è nihilx della fine ultima della metafisica. È “EVENTö”dell’Essere è «nulla–dell’Essere»lì inter“EVENTö”Dall’evento Crea Lì aleggia Lì oltre la metafisicaonteologica. Già “EVENTöntotemporapSodyx C’è è C’è senzaperché al di là è “EVENTö”dell’essereLì al di là Lì In Sé Radurapsodìx Là è “EVENTöntopologico dell’essere là oltre la metafisicà è già C’è Rapsodyx È già“là” creatric“EVENTö”Lì della radurità senza–perché In sé “EVENTö”dell’essere dall’esserne è destinaza“Rapsodyx”«là» È nel vuoto lì Al di là della metafisica mondana. ONtoSToRiA là dell’Essere già in “EVENTöntotEmpora Crea l’esser“EVENTö” è oltre la metafisica ’essercilà oltre l’ente l’esserci è senzaperché “EVENTö”dell’essere oltre la metafisica filosofica da Platone a Nietzsche è metafisica“oltre”è l’esser“EVENTöntologicontostoria dell’Essere è oltre la storia della metafisica. Nell’esserne “EVENTöntologico dell’Essere’abissal“EVENTöntotempora ontopologicontostoria dell’Essere è già’Essere dal nulla già in sé. La metafisica è la razionalità vuotabixalex del pensiero calcolante è la metafisica quel pensiero calcolante lì vi si è insediata metafisica ultimità dell’ente. L’abissal“EVENTö”dell’’Essere È ontostoria dell’Essere Rapsodyx senzaperché dal nulla l’Esser“EVENTö”»dell’Essere radurabissal“EVENTö”dall’Esser“EVENTö”della physix dall’Essere ontostoria che mondeggia ontostoria dell’Esser“EVENTö” della ontostoria dell’Essere Già la fine della metafisica. L’“EVENTö”ontostoria mondeggia abissal“EVENTö” nel nulla del nihilx dell’Essere là’esserci È iN sé ontostoria dell’esser“EVENTö” l’oltremetafisica Senzaperché della ontostoria che mondeggia ontotempora–metastabilità dell’Essere lì c’è spaziontopolOgia ontostoricità dell’esser“EVENTö”dell’essere Katà“EVENTö”Già esserci ontostoria dell’essere già “EVENTö”dall’Essere ontostoricità è l’Esserne della ontostoria dell’Essere Là ontologica è l’Esserci dello spaziontotempora dell’Essere In sé è l’EssernE paradigma dell’esser“EVENTö””c’è nulla senzaPerché ««Già dell’Essere già“EVENTö”». Già ontostoria-ontologica della RadurApsody––è esserci L’ontostoricoNtOtempora pensa l’Essere al di là quale ontostorico “EVENTö” senzaPErCHé già ontomodern-dell’essere già L’“EVENTö”della creatività In“Sé»»eventontosofiax senzaperché”Nullaratiousiax già dall’“EVENTö”»là ontotempora dell’essere––là pensant“EVENTö” dall’esserne»abissal“EVENTö”dell’esserci’“EVENTö”dell’essere–«vuoto in Sé»tramonto della metafisica. Meta“EVENTö”Perché«pensiero»tramonto dalla metafisica È pensiero dall’esser“EVENTö”«pensierontotempora» Senzaperché è l’’«essereontostorico»là: è là RadurApsodyx spaziontoteporadell’essere––– «ontostorico»già“Essere”nihilx Radurapsodyx dell’essere già«là»l’evento d’exstasyx Al di là L’“È”–EreigniStory tramontanza-della-metafisica È eventramontanza della metafisica’ultima. Già Esserontotempora del tramonto metafisico È’esserci già “EVENTö”dell’essereventramontanza della metafisica-ontoteologiCa–già«al di là»della«metafisica» crea dal nulla«rapsodyx» È senzaperché là già aleggia radura dell’essere dal nulla dell’esser“EVENTöntoTempora “EVENTraMontanza della metafisica vi è sènzaperché dal nulla TraMontanza dellla metafisica è phýsix“EVENTraMontanza poíesix“EVENTraMontanza nel «pensiero della creazione». L’“EVENTraMontanza crea crea-“EVENTraMontanza della metafisica crea il crear’Esser“EVENTraMontanza della Metafisica ontophýsix è “EVENTraMontanza della metafisica Esser“EVENTraMontanza Della metafisica si dà dal nulla è senzaperché là è senza fondamento senzaperché l’Esser“EVENTraMontanza della Metafisica è “EVENTraMontanza della metafisica della makinaouxiax è ontostoria ““EVENTO”dell’Essere–– è L’““EVENTO”dell’Essere È là vuoto senzaperché ““EVENTOntologicontostoria dell’Essere già è «già abissaL““EVENTO”creativo dell’Essere senzaPerché “EVENTO”dell’Essere«là»ontostorico l’evento dell’al di là«è in sé»là è abissal“EVENTO”vuotonullo spaziontotempora dell’essere là già È si dà senzaPerché dall’evento dell’Essere RadUrapsoDyx È Radura già Là Radurapsodia dell’essere’ontoStoria“Senzaperché tramontanza della metafisica del nulla. Là è nulla«Dall’“EVENTO”Là dall’’esser“EVENTO”della ontostoria al di là della Metafisica” già Là’Essere Oltresser“EVENTO”–senzaperché già Senza la verità–MeTafiSica crea«ontostoria–dal nulla senzaPerché RadURa dell’Esser“EVENTramOntanza della metafisica». RaduRabissale dell’essere È “EVENTO Radurapsodiabissale nella ontostoria mondeggia” È “EVENTramOntanza della metafisicabixalex. «“RadurapsodiabiSsal“EVENTramOntanzabixalex della metafisicAbixalex è già Radurabissale”. L’“EVENTO In sé tramontanzabixalex metafisicabixalex”è Physixabixalessersi Dà evento“RaduRabissal’“EVENTO”dell’essere dà là»» in sé senzaperché D’’esser“EVENTO creatrix tramoNtanzabixalex della metafisicabixalex»là»»”già»là«“EVENTOdell’esserci»«gettanzabixalex»Esser“EVENTO è’esserci ontostorico»l’esserci è gettanzabissalontostorica è gettanzabiSsale essere«già’’esserci»in sé che fonda Kata“EVENTÜX»ontologico»dell’essere tramontanzabixalex della Metafisicabissale”. È già””––”””» crea”»””D’ESserKata“EVENTÜX»È–CrEaTrix “EVENTÜXdell’essere””senzaperché» Là”nullabixalE là “EVENTÜX dell’essere”dell’esserne abixalex”–»È»«gettanzabixalex»essersi ad esser“EVENTÜXdell’essere”è Già’aldilà”È tranxsonazabixalex:là dell’essere ««RaDuRabixalexdell’essere esserne»’oltremetàfisiCabissale». Filogosofiabixalex«oltre la Metafisicabissale è “EVENTÜXdell’essere” Al di là«Del nullabiSsale nullabissal’“EVENTÜX dell’essere Deabixalex già interevento È“Essere ontotemporabissale–––“fenoumenologiabixalex”–creatrixabixalex creerà L’“EVENTÜX dell’essere Esserne Radurabissale’è tramontanzabixalex della metafisicabissale al di là già––l’esserci epifenoumenalità DeAbixal’“EVENTÜX dell’essere esserci dell’essere Crea “EVENTÜXdell’essere è senzaperché l’essere in sé’già ontologiabixalex è alétheiabixalex svelatezzabixalex dell’essere tramontanzabixalex della metafisicabiSsale. Radur“EVENTÜX«in sé’»già là PletonRapsodyX È già “EVENTÜXdell’essere kata“EVENTÜX”–dell’essere oltre la metafisicabissale quale fondazione della verità dell’Essere. “EVENTÜX”–della tramontanzabixalex della metafisicabissale in sé si dà l’Esser“EVENTÜX”senza la metafisica consente la fondazione della verità dell’Esser“EVENTÜX”d’al di là È l’essere oltre il pensare metafisico È senzaperché dell’EsserEVENTÜX ontopologiabixalE dell’essere’abissale ontologia caosmoxabixAlex «decadenzabissale» della metafisicabissale» metafisica del destino»«È» creatività dell’essere Già catastrofe della metafisica tra l’ente e l’essere, dischiude la verità dell’essere.290 Ma è intorno alla «linea» che si accende il contendere. Il famoso saggio di Jünger, scritto per il sessantesimo 160 capitolo terzo compleanno di Heidegger, Über die Linie. In tedesco über è ambiguo, può voler dire “su” oppure “oltre”. Jünger lo intende in quest’ultimo senso: la linea è il «meridiano zero», quel limite a cui il mondo contemporaneo è stato sospinto dall’accelerazione della tecnica, e dove, nello sfaldarsi dei vecchi ordinamenti, nel ridursi di ogni risorsa, tutto sembra svanire nel nulla. È il tempo del nichilismo che, pur approssimandosi alla fine, non è ancora compiuto. «Oltre la linea» non significa per Jünger oltrepassare il nichilismo, che sarebbe come voler saltare al di là della propria ombra, bensì entrare in quell’ambito in cui il nulla è parte essenziale della realtà.291 Mentre descrive il nichilismo planetario, Jünger indica in quel «deserto», nel dopoguerra persino più esteso, un’oasi di libertà nella «terra selvaggia», là dove l’anarca, il resistente solitario, trova riparo nella germanica interiorità della selva. La viaticità del pensiero, il cammino solitario nel bosco, il bosco, legano Jünger e Heidegger che si incontrano per la prima volta nell’estate del 1948 a Todtnauberg. Il luogo dell’incontro, pienamente riuscito, è l’ombra della Foresta Nera, metafora del ritiro dei combattenti, temporaneamente sconfitti, che lasciano la metafisica e risalgono sulle alture familiari.292 Proprio intorno alla metafisica si condensa, però, la critica di Heidegger. Non è possibile un «oltre», un al di là della linea. Über die Linie vuol dire piuttosto «sulla linea».293 Heidegger apprezza la fenomenologia del nichilismo tracciata da Jünger, ma è filosoficamente ben più cauto e avverte che già solo parlare di «oltre» è segno di volontà di potenza. Dove manca l’anamnesi filosofica il rischio è che la metafisica divenga «ovvia».294 Jünger è prigioniero del nichilismo; la sua angolazione, il luogo in cui racconta, il suo linguaggio, restano ancorati all’oblio dell’essere. In assenza di verticalità, Jünger non alza lo sguardo verso la questione dell’essere, non ne scruta la stola questione dell’essere e la questione ebraica 161 ria e le destinazioni epocali. Risuona allora la celebre proposta di Heidegger: più che di Überwindung è meglio parlare di Verwindung. Non si tratta di oltrepassare, bensì di rimettersi dalla metafisica, come ci si rimette da una malattia, sopportando ciò a cui si resta pur sempre avvinti. La «linea» è la trincea – una trincea all’interno di un mondo che resta prepotentemente nichilistico. L’attraversamento della linea è il movimento del soldato che si spinge in territorio nemico, che del nemico tenta, anzi, di tracciare la cartografia, di individuarne il luogo, definirne l’identità. La linea di Jünger rimarca il confine di Schmitt tra amico e nemico. La sua topografia dell’ebreo rimane all’interno di questa contrapposizione, dentro la metafisica. L’ebreo di Jünger non trova posto nella storia dell’essere. È la forza demonica che assale invano l’avamposto divino dell’eroe germanico, è il nemico che deve essere annientato. Per Heidegger la linea è il limite estremo, l’éschaton che suggerisce il passo indietro. Prima della topografia è necessaria una topologia. Vale per il nichilismo, ma vale anche per l’ebreo. Non ha senso descriverlo metafisicamente come nemico con un linguaggio che – ha annotato una volta Heidegger – assomiglia al «bollettino del comando supremo della Wehrmacht».295 Piuttosto occorre scorgerne il posto, se esiste, nella storia dell’Essere. Non una contrapposizione, dunque, ma una Erörterung, una delucidazione che è anche il raggiungimento del luogo; non una topografia trans lineam, ma una topologia de linea.296 Più che a una linea netta, quella della frontiera bellica, Heidegger rinvia a un limite che è un’apertura, l’éschaton come inizio inaugurale di altro. 18. Il nemico. Heidegger «versus» Schmitt Da Strauss a Kuhn, da Marcuse a Löwith, sono stati in molti, sin dagli anni trenta, a richiamare l’attenzione su 162 capitolo terzo un possibile parallelo tra Heidegger e Schmitt.297 Jaspers li accomunò nella sua denuncia del 22 dicembre 1945: Heidegger, Baeumler e Carl Schmitt sono i tre professori che, pur essendo tra loro molto diversi, hanno ugualmente tentato un accesso intellettuale ai vertici del movimento nazionalsocialista. Invano. In realtà hanno solo dato prova di grande capacità intellettuale facendo cadere in disgrazia la fama della filosofia tedesca. Perciò scorgo nei loro casi il risvolto tragico del male.298 Sia Heidegger che Schmitt, pur con alterne vicende, fecero parte dell’élite politica, ricevendo incarichi e compiti di grande rilievo strategico all’interno del regime. Entrambi non presero mai davvero le distanze e, anche dopo il 1945, non ritennero mai di doversi né discolpare né giustificare. Infine, entrambi furono antisemiti, di un antisemitismo non accidentale, ma radicato nella loro riflessione. Al di là, però, di questa comunità storica o affinità di appartenenza, le differenze sono notevoli e affiorano se si guarda al naufragio a cui fu presto condannato il progetto di Heidegger, che mirava a cambiare non solo l’università, ma l’intera vita «spirituale» della nazione, e il successo di Schmitt, che per anni svolse un ruolo chiave nella giurisdizione del Reich. Le divergenze profonde vanno però cercate altrove, nel loro pensiero. In una lettera del 22 agosto 1933 Heidegger, da poco rettore a Friburgo, ringrazia Schmitt per avergli inviato la terza edizione del suo saggio Il concetto del ‘politico’. A quei tempi Schmitt si era già fatto un nome con i suoi scritti di teologia politica. Lo scopo di Heidegger era quello di assicurarsi la presenza del noto giurista nella sua università. Egregio Signor Schmitt, La ringrazio per avermi spedito il suo scritto che conosco già nella seconda edizione e che contiene uno spunto di grande rilevo. Mi auguro davvero di poterne una volta parlare con Lei a voce. Mi ha fatto molto piacere che nella Sua citazione di Eraclito non la questione dell’essere e la questione ebraica 163 abbia dimenticato il basileús che conferisce all’intero motto il suo pieno contenuto, se se ne dà un’interpretazione complessiva. Da anni ho pronta un’analoga interpretazione riferita alla nozione di verità – lo édeixe ed epoíese che compaiono nel frammento 53. Ma ora mi trovo nel mezzo del pólemos e l’aspetto letterario deve passare in secondo piano. Oggi vorrei solo dirle che spero molto nella sua decisiva collaborazione, perché qui occorre ricostruire completamente, dall’interno, la Facoltà di Giurisprudenza, per quel che riguarda sia il regolamento scientifico sia quello educativo. La situazione qui è purtroppo molto desolante. Diventa sempre più urgente convogliare le energie spirituali che devono aprire la strada a quel che avverrà. Per oggi concludo con cordiali saluti Heil Hitler Suo Heidegger299 A parte il rinvio al basileús di Eraclito, si trattava di frasi di circostanza, destinate a non avere alcun seguito. Schmitt riprese la cattedra che aveva già avuto a Berlino. Non si sa se abbia mai incontrato Heidegger di persona. Nel suo libro su Paolo, Taubes riferisce un racconto che gli avrebbe fatto Schmitt: nel 1934 sarebbe stato caricato da Göring su un treno notturno, insieme ad altri consiglieri di stato e professori tedeschi, fra cui Heidegger, per andare a parlare con Mussolini a Roma.300 A questo racconto, piuttosto leggendario, si aggiunge la testimonianza dell’interprete americano Gary Ulmen, parlando con il quale Schmitt avrebbe rievocato un suo incontro con Heidegger a Berlino, nel 1944, in cui, alla vigilia della sconfitta, parlarono del naufragio della Germania.301 Il loro rapporto fu sempre mediato da Jünger che, tuttavia, restò più legato al giurista che al filosofo. Ma soprattutto non fu mai chiaro che cosa intendesse Heidegger con il suo giudizio apparentemente lusinghiero sull’opera di Schmitt. Nel seminario sui Lineamenti della filosofia del diritto di Hegel, tenuto nel semestre invernale 1934-1935, e pubblicato nel 2011, emerge un giudizio ben diverso, sia sul 164 capitolo terzo concetto di “politico”, proposto da Schmitt, sia sulla relazione amico-nemico che ne costituisce l’asse portante.302 Si tratta di osservazioni, per nulla estemporanee, che si legano con coerenza alla visione politica di Heidegger. Non è azzardato dire che intorno a una riflessione sul nemico si dispiega il pensiero politico e giuridico di Schmitt, «l’ultimo consapevole rappresentante dello jus publicum Europaeum», come lui stesso si è definito.303 La sua riflessione è consegnata al saggio, apparso dapprima nel 1927, quindi ristampato e rielaborato in una terza edizione nel 1932, Il concetto di ‘politico’. Quel che con un aggettivo Schmitt chiama il “politico” è la forma più radicale in grado di unire un gruppo umano e di opporlo ad altri. «La contrapposizione politica è la più intensa ed estrema».304 Perché ne va dell’esistenza: il “politico” sorge in prossimità della morte, sulla trincea della vita, là dove, dinanzi alla minaccia ultima, al pericolo più grave, si impone la difesa comune. Nella profondità esistenziale, che il “politico” assume per Schmitt, si avvertono, inconfondibili, gli echi di Essere e tempo. L’esistenza politica è un «es