Qiu Jin

La cavaliera-errante per i diritti delle donne.

Qiu Jin nasce nel 1875 a Xiamnen, città portuale nella parte sud-orientale della Cina. Nasce in una famiglia abbiente, elemento che, nella Cina del diciannovesimo secolo, era al contempo vantaggioso e svantaggioso per una donna. In effetti, questo le permetterà di accedere ad un'educazione più approfondita e di perseguire le sue passioni per l'equitazione e per la spada (scuola ed attività fisica non erano delle priorità per le donne dei ceti più bassi), ma anche per la poesia. Il rovescio della medaglia era rappresentato però dalle aspettative che la società metteva sulle ragazze, soprattutto di una certa caratura. A cinque anni la famiglia l'inizia alla pratica chiamata del Loto d'Oro, la quale consisteva nel stringere i piedi delle bambine (o delle ragazze) fino a romperne le ossa, di modo che prendessero una forma a mezza luna e non permetteva che il piede potesse crescere oltre gli 11 centimetri. Questa pratica, che costringeva le donne ad una vera e propra disabilità, agli occhi delle famiglie faceva però aumentare le probabilità di un buon matrimonio per le figlie femmine. A diciannove anni, quindi, la famiglia decide di combinare il suo matrimonio con un giovane commerciante, un matrimonio che si dimostrerà infelice come lo provano le poesie scritte in questo periodo, incentrate sul sentimento della solitudine che la pervadeva, nonostante la nascita di due figli.

Una svolta avviene però nel 1903, quando con il marito ed i figli si trasferisce a Pechino. Nella capitale, Qiu Jin entra in contatto con nuove realtà e, attraverso le sue nuove conoscenze e alla lettura, sviluppa le sue prime idee femministe. Spinta dalla voglia d'indipendenza e di conoscenza, qualche anno dopo Qiu Jin coglierà l'occasione dei nuovi scambi culturali tra Cina e Giappone (dopo aver perso la guerra, la Cina si era resa conto della sua arretratezza rispetto al paese nipponico, il quale si era aperto all'influenza occidentale e decide quindi d'inviarvi membri delle élites a studiare): dopo aver impegnato i suoi gioielli, lascia marito e figli per trasferirsi nel paese del sol levante. Una poesia del periodo ci può far capire il suo sentimento alla partenza:

Riflessioni (scritta durante il viaggio verso il Giappone)

Il sole e la luna non hanno più luce, la terra è nell'oscurità; il nostro mondo femminile è sprofondato così in basso, chi può aiutarci? Gioielli venduti per pagare questo viaggio attraverso il mare, isolata dalla mia famiglia lascio la mia terra natìa. Slegando i miei piedi pulisco mille anni di veleno, con il cuore caldo incito gli spiriti di tutte le donne. Ahimé, questo fazzoletto delicato è macchiato a metà dal sangue e metà dalle lacrime.

In Giappone Qiu Jin comincia a vestirsi con abiti maschili e a farsi chiamare “Cavaliere-errante del lago Jian”. Si tratta di un periodo entusiasmante a livello intellettuale, un periodo in cui è editrice e scrittrice per “Baihua Bao” (letteralmente “giornale vernacolare” perchè scritto in cinese vernacolare e mezzo di propaganda rivoluzionaria), in cui pubblicherà un importante saggio, “Una proclamazione rispettosa ai 200 milioni di donne e compagne cinesi” in cui incita a liberarsi dalle catene, a ribellarsi contro le pratiche come il Loto d'oro, i matrimoni di convenienza e a battersi per l'indipendenza finanziaria ed educativa.

Nel 1905 Qiu Jin ritorna in Cina con l'obiettivo di arruolarsi con le forze rivoluzionarie contrarie alla dinastia Qing per portare nel suo paese una democrazia più occidentale. L'anno seguente fonda il “Zhonghhuo Nü Bao” (tradotto il “giornale delle donne cinesi”) con la poetessa Xu Zihua. Attraverso il giornale, le due donne, unite da una stretta sorellanza, si pongono l'obiettivo di diffondere in Cina delle idee d'indipendenza femminile e di libertà di scelta ed educazione. Il giornale, però, riuscirà a far stampare due numeri prima di essere chiuso dalle autorità. Le sue battaglie per i diritti femminili sono sempre associate ad un grande impegno nelle forze rivoluzionarie. Qiu Jin diventa infatti direttrice di una scuola che si presenta come destinata a potenziali insegnati. Si tratta però di una copertura, un luogo di ritrovo per i gruppi rivoluzionari, dove viene messo in pratica la loro formazione militare.

Sfortunatamente, nel luglio del 1907 Qiu Jin viene arrestata. Nonostante le torture a cui verrà sottoposta, la donna-guerriero non rivelerà mai informazioni importanti ai suoi aguzzini, ma sarà comunque condannata a morte a causa degli scritti ritrovati nella scuola. Sarà decapitata pubblicamente il 15 luglio. Le sue ultime parole, piene di tristezza per il fallimento della rivoluzione, fanno riferimento anche al significato letterale de suo nome “gemma d'autunno”.

秋風秋雨愁煞人

Vento d'autunno, pioggia d'autunno – fanno morire di tristezza.

Grazie al ritrovamento dei suoi scritti sappiamo che tra il 1905 ed il 1907 Qiu Jin ha lavorato ad un romanzo. Si tratta di un romanzo in forma di ballata, una forma spesso usata nelle composizioni femminili, in cui si racconta dell'amicizia tra cinque donne che decidono di scappare dalle proprie famiglie e dai propri matrimoni per studiare ed unirsi alle forze rivoluzionarie a Tokio. Lungo i vari capitoli le donne discutono tra di loro di argomenti come l'educazione, l'attività militare e le azioni politiche dirette. Il romanzo si sarebbe infine concluso con il rovesciamento della dinastia Qing e l'istituzione di una repubblica.

Una risposta, versi in rime associate per Ishii-kun, un amico giapponese

Non dire che le donne non possono diventare degli eroi: sola, ho cavalcato i venti verso l'est, per diecimila leghe. Le mie meditazioni poetiche si sono espanse, una vela tra il cielo e la terra, sognando le tre isole del Giappone, giada delicata sotto la luce lunare. Piangendo la caduta dei cammelli di bronzo, guardiani dei cancelli del palazzo cinese, un cavallo da guerra è disonorato, ancora nessuna battaglia vinta. Mentre il mio cuore piange per le abominevoli pene della mia terra natìa, come posso io restare, un ospite oltreconfine, assaporare i venti primaverili.

(Ringrazio Yiling Wang per la traduzione dal cinese all'inglese).