Archivio – Giorgio Viali – 2007 – Sceneggiatura di “Basic Film”

Sceneggiatura “Basic Film” di Giorgio Viali – 2007

Titolo: “Basic Film” Settembre – Novembre 2007 Otto Monologhi Regia di Giorgio Viali

PREFAZIONE:

Primi piani. Intensità dello sguardo. Essenzialità.

“Un autre motif de fragilité, c'est paradoxalement, pour l’artiste, la fermeté et l'insistance de son regard. Le pouvoir, quel qu'il soit, parce qu'il est violence, ne regarde jamais ; s'il regardait une minute de plus (une minute de trop), il perdrait son essence de pouvoir. L'artiste, lui, s'arrête et regarde longuement, et je puis imaginer que vous vous êtes fait cinéaste parce que la caméra est un œil, contraint, par disposition technique, de regarder. Ce que vous ajoutez à cette disposition, commune à tous les cinéastes, c'est de regarder les choses radicalement, jusqu'à leur épuisement.”

“Un altro motivo di fragilità, è, paradossalmente, per l'artista, la fermezza e l'insistenza dello sguardo. Il potere, qualunque esso sia, perchè è violenza, non può guardare; se guardasse un minuto di più (un minuto di troppo), perderebbe la sua essenza di potere. Lui, l'artista, si ferma e guarda a lungo, e posso immaginare che tu ti sia fatto cineasta perchè la macchina da presa è un occhio, obbligato, per predisposizione tecnica, a guardare. Quello che tu aggiungi a tale predisposizione tecnica, comune a tutti i cineasti, è il modo radicale di guardare le cose, radicale fino al loro esaurimento.”

“L’immagine elettronica ha sviluppato un suo linguaggio, più elementare, più primitivo e meno elegante del cinema. Per i limiti imposti dalla nitidezza e dalla risoluzione delle sue immagini, la televisione ha eliminato i totali, così gradevoli per l’occhio umano, sostituendoli con la banalità dei primi piani. E soprattutto per colpa della concorrenza tra le emittenti, la televisione ha accelerato i ritmi del montaggio, sviluppando strutture drammaturgiche più rapide per tenere il pubblico inchiodato davanti al piccolo schermo.”

(In piedi, non appoggiato/a alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Il segreto per non perdere l'equilibrio quando si cerca di stare su un piede solo è quello di guardare un punto fisso.

Ed io che sono costantemente sul punto di cadere, di perdermi, di smarrirmi, ho deciso di fissarmi sui primi piani. Fisso il mio sguardo sul viso di un attore o di un'attrice e così il senso di vertigine e di smarrimento mi lascia.

E’ solo un semplice stratagemma. Ma funziona. Finchè durano le riprese. Finchè riesco a fissare il mio sguardo su un primo piano. Tutto questo mi ricorda una favola. Fa’ freddo, c'è la neve, e una bambina povera per riscaldarsi accende uno dopo l'altro dei fiammiferi.

I miei primi piani sono come questi fiammiferi. Mi riscaldano il tempo in cui dura l'illusione. Poi ripiombo nel buio e nel freddo di un'incertezza infinita.

Non è possibile un primo piano infinito? Non è possibile fissare il proprio sguardo sul viso di un attore all'infinito?

(In piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Lunga pausa.

Ti piaccio? Scommetto che ti piaccio. Ti piace il mio viso? (accarezzando il viso e ruotandolo in entrambi i lati) I miei occhi? Le mie labbra? (accarezzando il contorno delle labbra)

I miei capelli? E il mio corpo? (aprendo le braccia in modo da lasciar vedere il corpo) Ti piace? E il mio seno? (sfiorando il seno) Molto? E i miei fianchi? (le mani accarezzano i fianchi e la zona del pube) Pensi che potrei essere la tua donna? Pensi che potrei amarti? Quanto? Perchè? Per quanto mi ameresti? Per sempre? Sono bella. Mi sento bella. Sono ammirata, corteggiata, cercata. Sono desiderata. Perchè?

Non posso amare tutti. Non posso. E non sò nemmeno se vorrei. Sfiorami, se vuoi, con il tuo sguardo. Accarezza il mio corpo. E porta con te un po’ di bellezza.

(In piedi, non appoggiato alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta bianca senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Perchè? Perchè mi ha scelto? Perchè me? Forse perchè le ricordo qualcuno. Un altro uomo? Un'altra storia? Forse perchè semplicemente le piace il mio corpo. Le piace come la guardo? Come la accarezzo. Come le sto vicino?

Forse le piace la luce, il bagliore che emano quando la guardo, quando mi avvicino quando mi soffermo sui particolari del suo viso, del suo corpo.

Quando sento la sua sensualità. Quando me la invento. Quando riempio il suo corpo di significato? Di bellezza? Quando non le resisto? Quando ho voglia di prenderla. Quando ho voglia di accarezzarla?

(In piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo e seguendo da vicino l'arretramento delle camera, come se si stesse parlando a una persona)

(Un bel tono di voce. Deciso. Quasi gridato)

Prendimi! Prendimi! Tutta! Completamente. Totalmente. Ti prego.

Il mio corpo la mia anima le mia bellezza il mio lato oscuro Non mi guardi? Ti faccio paura? ti spavento?

Sono stanca di aspettare voglio solo lasciarmi andare voglio darmi abbandonarmi lasciarmi trasportare senza vergogna senza paura senza sensi di colpa

sono stanca di resistere voglio assaporare la vita voglio amare voglio essere amata prendimi! ti prego.

lo voglio! Voglio darmi. Completamente. Totalmente.

Prendimi!

(Attrice in piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta aderente senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Lui conosce bene il mio corpo. Sa’ come prenderlo. L'ha imparato. Mi si avvicina prima dolcemente. Mi guarda. Guarda il mio corpo.

Non mi tocca all'inizio mi guarda solo mi guarda

poi si avvicina e comincia a toccarmi. Le mani prima. Poi il viso. Il collo. E mi bacia. E poi le sue mani diventano un vortice. Imprevedibili. Forti. Sicure. E il mio corpo a questo punto non mi appartiene più. Non è più mio. E’ suo. L'ha conquistato. Se l'è preso.

Ed allora io lascio andare tutta me stessa. La mia mente e tutta la mia anima. Mi arrendo. Completamente. Mi abbandono completamente al suo amore, alla sua forza, alla sua tenacia, alla sua determinazione.

(Attore in piedi, non appoggiato alla parete, dietro di lei) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Il suo corpo è imprevedibile. Ogni volta diverso. Ogni volta sorprendente. Unico. Bello. Pronto. Maturo. Non devo che coglierlo. Non devo che prenderlo. Non devo che assecondarlo.

Non ci sono cose che non potrei fare. Tutto mi è concesso. Il suo corpo in quei momenti è mio. Lo sento. Risponde solo alle mie mani. Alla mia energia. Alla mia volontà. Al mio desiderio.

E mi piace. Mi piace quando lei si abbandona completamente tra le mie braccia. E si lascia andare completamente. E lascia fare. E accetta il mio desiderio. Mi permette di prenderla.

Mi sconvolge e mi inebria il suo abbandono, la sua fiducia la sua resa. Completa. Totale. Infinita.

Questa è una ripresa tipicamente pornografica. La camera si avvicina al mio viso. Ed entra in uno spazio che è mio. Uno spazio personale e privato.

La camera riprende da vicino e con insistenza il mio viso. Dimostra di averne il permesso. O di esserselo preso. Dimostra di poterlo fare. La camera invece si avvicina e fissa con insistenza il mio viso. Poi si allontana velocemente e riprende il mio corpo.

Io guardo in camera. Chi guarda vuole vedere il mio sguardo. Vuole veder il mio sguardo nel momento in cui viene violata la mia sfera personale.

Non c'è molto altro nelle riprese pornografiche. Il mio sguardo che permette quanto accade. La mia resa, parziale o assoluta.

Arrendersi è difficile. E per arrendersi non serve qualcuno di cui fidarsi. Questo sembra essere il messaggio. Nella vita capita di doversi arrendere.

Ma sono le modalità di resa ad essere diverse. Ci si può arrendere completamente, si può essere sopraffatti, o arrendersi parzialmente, con prepotenza, con orgoglio. Chi guarda vorrebbe vedere una resa totale. Completa.

Sono pronta! Sì sono pronta!

Alla fine mi sono decisa.

Sto aspettando che arrivi il mio “partner”. Non sò chi sia. Ne’ come sia. Sò solo che devo farci l'amore. Devo farci del sesso.

E non so esattamente cosa mi chiederà di fare. Soprattutto non sò come mi tratterà. Siamo d'accordo che può fare quello che vuole. Che potrà prendermi come vorrà.

Per mezz'ora, un'ora, potrà usarmi come vuole. Anche il cameramen è pronto. Pronto a filmare.

Anch'io sono pronta. Potrà mettere le sue mani dove vorrà. Prendermi con calma o con la forza. Rispettarmi o usarmi.

Trattarmi come vorrà.

Qualcuno mi ha suggerito di non fingere! Che chi guarda non sopporta la finzione.

Chi guarda vuole sincerità, spontaneità. Vuole conoscere come sono, realmente. Non un clichè. Vuole dei particolari da ricordare. Non fisici. Della mia personalità. Non ricorderà l'indifferenza. Di certo ricorderà la generosità.

E’ arrivato? Sì è arrivato. Si comincia!

(In piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta aderente senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Ci siamo. Direi che ci siamo. Facciamo l'ultima prova.

Prima riprendi il mio viso, un primissimo piano poi fai una panoramica su tutto il mio corpo. Ritorni su un primo piano.

Ed io mi presento: Mi chiamo Eleonora e ho 24 anni.

A questo punto mi giro facendo attenzione a tenere comunque lo sguardo in camera.

Poi mi giro di nuovo. Mi tolgo con lentezza la maglietta.

Mi tolgo i jeans. Poi mi tolgo gli slip e rimango nuda.

Un classico! E se provassimo qualcosa di diverso? Ad esempio dei movimenti sensuali e provocanti in silenzio? Sguardo in camera?

Il nudo oggi è inflazionato. Ma essenziale. E’ difficile.

(In piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo) (L'inizio è gridato!)

No!!! No!!!

Non mi riprendere! Non mi riprendere! Non voglio!

Nooo!!!

Pensi che non sappia cosa fare?

Sò cosa fare! Sò cosa fare per rendere insignificanti le tue riprese.

Mi basta chiudere gli occhi. Non darti la possibilità di riprendere il mio sguardo.

E allora tutto si appiattisce. Tutto diventa impersonale. Tutto diventa inutile.

Puoi riprendere il mio corpo, certo. Sezionarlo. Ma senza il mio sguardo non avrai niente!

“Toglietemi tutto! Ma non toglietemi lo sguardo dell'attore!” Me l'hai ripetuto tante volte! Riprendimi pure!

Divertiti!

Titolo: Basic Film Sceneggiatura di Giorgio Viali Settembre – Novembre 2007