L'eredità di Vitaliano Trevisan (Bozza)

Premessa

Ci sono sostanzialmente due “tipi” di persone che pretendono e reclamano l'eredità di Vitaliano Trevisan. E bussano con insistenza alle porte dell'Avvocato vicentino che gestisce i suoi Beni e le sue Opere.

Semplificando...

Da una parte Accademici, Politici, Burocrati, Scrittori che pensano di giustifare la loro modernità e un certo non conformismo parlando e usando le Opere e i Lavori di Vitaliano Trevisan (magari scrivono su Il Manifesto). Vitaliano: un disadattato squilibrato asociale stravagante minaccioso e violento ma anche sarcastico e moderno e lucido scrittore che ce l'ha fatta e ha sfidato il conformismo dilagante.

Dall'altra parte i ribelli, i trasgressivi, gli inadeguati e i disadattati (come me) che non vogliono che si spenga una labile fiammella (vedi la Piccola Fiammiferaia) che può tenerli in vita e dare un senso alla loro esistenza. Che vedono in Vitaliano un barlume di coscienza e consapevolezza che può illuminare un futuro catastrofico e disumano. E può riscattare la loro esistenza fatta di rifiuti, di fallimenti.

He's gone!

Vitaliano Trevisan se ne è andato. He's gone. Che cosa ci rimane? Se ci rimane qualcosa? Che cosa ci rimane? O meglio cosa val la pena di riprodurre o perseguire o riprodurre o coltivare di quanto ci ha lasciato? Qual'è la sua Eredità? C'è qualcosa che vale la pena di coltivare di quanto ci ha lasciato? E perchè dovremmo farlo? Vitaliano Trevisan ha segnato la formazione di molti. E' stato la (fragile e inadeguata) Coscienza del Nordest. Non un grillo parlante. Assolutamente no. Ma un protagonista di una critica feroce e continua e assoluta e straziante. E gli ambiti in cui ha cercato di inserire o inoculare degli elementi virali di destrutturazione sono diversi. Sociale, politico, letterario, recitativo, teatrale e consumistico. L'anticonformismo, la destrutturazione linguistica e sociale e politica forse sono il punto centrale della sua opera. Dei suoi lavori. Dei suoi Works. E del suo essere. Ma tutto questo è inquinato per così dire o aumentato da una componente psicologica o psichiatrica che neutralizza la loro forza e rende le sue opere non completamente usabili o del tutto funzionali ad una critica sociale, politica e filosofica.

Quali potrebbero essere i motivi per occuparcene adesso che he's gone? I motivi naturalmente non possono che essere personali e poco hanno a che fare con Vitaliano Trevisan. Parlare di qualcun altro è comunque, sempre e solo, parlare di noi stessi. Quindi questo non è il punto. A meno di non occuparsi di documentare la vita e le opere di Vitaliano Trevisan. Ma al momento non è quello che è più significativo. Agiograficamente, è stato già detto, la sua figura si presta facilmente ad una beatificazione sociale e artistica di alto profilo. Una sua agiografia? La difficoltà di documentare la sua vita e le sue opere sarebbe un compito veramente arduo e impari. Che coinvolgerebbe un grande numero di fonti ed elementi. Il suo Works ha una lunghezza considerevole già di suo. Ma certo l'opera di Vitaliano Trevisan ha un potenziale documentaristio o cinematografico notevole. Sia per documentari sia per film. Certo inevitabilmente smembrandolo e disossandolo.

Si potrebbe e dovrebbe naturalmente prendere in considerazione un lavoro sulla psichiatria in italia. Visto il suo recente accertamento obbligatorio in psichiatria. Questo è un lavoro che andrebbe fatto. E lo scopo dovrebbe essere quello di mettere in evidenza la assoluta resa del Sistema di fronte a qualsiasi difficoltà psicologica e psichiatrica. Con lo scopo di far nascere un dibattito e operare dei sostanziali cambiamenti sulla “cura” dei pazienti psichiatrici. Questo è indubbiamente un lavoro complesso che andrebbe fatto. Si tratta di definire modi e metodi e fini.

Cos'altro dobbiamo prendere in considerazione e preservare adesso che se ne è andato? Valutando anche se noi tecnicamente e umanamente siamo attrezzati per questo compito. La lucidità dei giudizi. La capacità di analisi. La assoluta indipendenza. La straziante coerenza. Questi naturalmente sono valori ed elementi che abbiamo perso con la diparture di Vitaliano Trevisan. Ed elementi che anche se vorremmo avere non sono facilmente repricabili e/o facilmente acquisibili. Elementi che poi portano inevitabilmente ad una qualche forma di martirio. A cui molti di noi probabilmente non vogliono certo consacrare la loro esistenza. Resta il rimpianto per la perdita subita. E ci vorrà del tempo per elaborare il dolore e la perdita. E bisognerà mettere in conto che questa perdita è una perdita sociale grave a cui bisogna trovare un rimedio.

Sicuramente le opere di Vitaliano dovrebbero essere usate per un processo formativo. Ogni evento e momento di ricordo dovrebbe avere un senso e uno scopo formativo. Non tanto per sperare che riproducendo i suoi modi e comportamenti si possa ottenere un risultato formativo. Ma per suscitare il desiderio. Gli studenti non sono vasi da riempire ma fuochi da suscitare (cit.). Ma poi quei fuochi bisogna accettarli e saperli comprendere e saperli dirigere.

L'obiettivo concreto di questa “formazione” quale dovrebbe essere? Bella domanda. Tutta ancora da definire e circoscrivere. Sempre che sia possibile? Ma i percorsi difficili o impossibili alimentano i tanti idealisti in circolazione.

Giorgio Viali – 9 Marzo 2022