MonoModella Monologo per una Modella Autore: Giorgio Viali – 2 Agosto 2020 Prima Bozza per un Monologo VideoMonologo Voce Narrante di un Prodotto Visivo

Modella:

La prossima settimana festeggio, se così posso dire, un anno d'attività ed esperienza come Modella. Ho iniziato per caso. E ho incontrato, in questo spazio di tempo, persone più o meno interessanti, più o meno definitive. E' il momento giusto per provare a farne un resoconto. Il momento giusto per lasciar scritto qualcosa.

Potrebbe essere o diventare un Manuale? Una Guida per Modelli e Modelle? Non lo so. Per me è semplicemente un Resoconto.

Alcuni shooting hanno segnato la mia vita. Altri, la maggior parte, sono stati insignificanti perdite di tempo, inutili e ripetitive sessioni fotografiche mainstrean e banali.

Sono una persona coraggiosa? Spericolata? Non penso. E non penso sia questo il punto. Il pericolo, o meglio... una specie di possibilità teorica di pericolo, hanno, da sempre, un valore nel mio immaginario. La componente di pericolo e di rischio, insita in questa attività, è sicuramente un elemento, tra altri, che me l'ha fatta scegliere. Oltre ad una componente trasgressiva e di non conformità sociale.

Ho iniziato in modo spavaldo. Senza nessuna regola. Accettando tutte le proposte che mi arrivavano. Senza nessuna selezione. Mi arrivava una richiesta di shooting non retribuita? L'accettavo. Mi arrivava una richiesta di foto in esterni? Bene. Mi si chiedeva di posare nuda? Bene. Mi contattava un fotografo alle primissime armi? Ok. Accettavo semplicemente. Le richieste che mi arrivavano. Le accettavo. Compatibilmente con il tempo che avevo. Rifiutavo solo le proposte che prevedevano spostamenti di più di due ore di auto o di treno.

Il mio modo di approcciarmi al posare era semplice. E lo dicevo e lo scrivevo chiaramente a che mi contattava. Sono una modella. Poso per delle foto. Posso anche decidere di andare oltre e di far diventare uno shooting un momento di conoscenza reciproca emotiva o fisica. Ma lo decido io. Qualsiasi contatto fisico, qualsiasi richiesta o situazione per ottenere una qualche soddisfazione emotiva, sessuale o di piacere non sarà accettata e comporterà la fine della sessione fotografica. Detto in modo semplice. Ci si vede per delle foto. Io poso come modella. Magari deciderò di condividere con te delle emozioni. Magari si scopa insieme. Ma la decisione la prendo io. Vorrei che tu comprendessi e accettassi questo semplice dato di fatto. Siamo d'accordo?

Lo scrivevo ai fotografi e alle fotografe. Indistintamente. E la maggior parte rispondeva d'essere d'accordo. Considerando che... per qualcuno/a... una possibilità, anche solo teorica, di scopare... era comunque sempre meglio di niente.

Non ho mai scopato con nessuno dei fotografi o delle fotografe che ho incontrato. Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale con nessuno di loro. Ho aumentato, ma di poco, il mio bagaglio visivo di cazzi e fighe. Di pochissimo. Alcuni fotografi (indistintamente tra maschi e femmine) hanno comunque a volte cercato di usare lo shooting fotografico per ottenere una qualche soddisfazione emotiva, fisica o sessuale. In quei casi ho sempre trovato un modo per abbandonare prima possibile lo shooting. Non ho mai dovuto, per fortuna, difendermi da comportamenti violenti.

Ho sempre accettato ci potesse essere un qualche rischio. E per chi se lo chiedesse...
Non mi sono mai fatta accompagnare ad uno shooting. Mi sono sempre presentata da sola. La maggior parte dei fotografi e delle fotografe non gradisce, lo sapete bene, accompagnatori o guardiani o angeli custodi.

Ho collaborato in questo modo (cioè senza fare alcuna selezione) con fotografi e fotografe per quattro mesi. Poi mi sono resa conto che molti shooting erano ripetitivi e non portavano a niente. Nè a me nè al fotografo o alla fotografa. Erano semplicemente una perdita di tempo.

Nel frattempo però avevo imparato alcune cose. I fotografi (e le fotografe) si dividono per lo più in varie categorie. A volte sovrapponibili. A volte esclusive.

Fotografi Bulimici. A questi fotografi interessa fare shooting. Molti shooting. Il numero maggiore possibile di shooting. Per loro il numero di shooting rappresenta un valore. Dimostrare di fare e continuare a fare shooting è una pubblicità notevole per attrarre e coinvolgere altri modelli, modelle e aziende. Avere un portfolio continuamente aggiornato per loro è fondamentale. Un obiettivo importante che perseguono con dedizione.

Fotografi Lenti. La lentezza in questo caso ha a che vedere con il fatto che questi fotografi hanno una visione e dei gusti (estetici e stilistici) datati, vecchi, obsoleti... in una parola una visione da aggiornare. Fotografi e Fotografe che producono immagini superate e non più attuali. Lenti per il fatto che non sono riusciti a modificare i loro stili e il genere di foto che producono.

Post Fotografi. Fotografi che contano sulla Post Produzione della foto che hanno realizzato. La fotografia che realizzano per loro è semplicemente un materiale da stravolgere e modificare per ottenere un risultato spesso contrastato ed eccedente. Photoshop, Filtri, Preset sono gli strumenti che fanno parte integrante del loro modo di operare. La fotografia non è, per loro, che un primo passaggio anonimo e anafettivo. Il “bello” viene nei passaggi successivi.

Fotografi Oggetto. Fotografi e fotografe che non gradiscono e non richiedono nessun tipo di relazione umana o emotiva con la modella. Considerano per lo più la modella o il modello un semplice oggetto fotografico. Appunto da fotografare. Senza bisogno di interagire con loro se non con indicazioni su dove e come mettersi. E su come atteggiarsi. La modella o il modello è, per loro, una specie di manichino. Che indossa qualcosa. O si atteggia in qualche altro modo.

Scoprii, poi, anche, che ci sono altre categorie minori e particolari...

Fotografi Monogami. Fotografi e fotografe che ti propongono di lavorare o collaborare solo con loro. Chiedendo una specie di Monogamia Visiva che prevede che tu collabori solo con loro. Mentre loro comunque possono collaborare e lavorare con altre modelle e modelli.

Fotografi Possessivi. Fotografi e Fotografe che hanno bisogno di “marchiare” con il loro nome o logo la foto realizzata e pubblicata. Fotografi per lo più insicuri. Che sporcano la foto ottenuta, o la “posseggono” inserendo direttamente nel campo visivo della foto elementi esterni e inopportuni. Sacrileghi.

Fotografi Cartolina. Fotografi interessati a realizzare per lo più singole foto d'effetto. Fotografie Cartolina. Fotografie da far vedere, d'impatto, che potrebbero effettivamente diventare foto cartoline. Da vendere o da usare come segnalibro. O da appendere in salotto. Preferibilmente (ma non obbligatoriamente) in Bianco e Nero.

E altre varie categorie...

Dopo quattro mesi, e numerosi shooting realizzati, decisi che era il caso di modificare qualcosa. Decisi di continuare ad accettare indistintamente tutte le proposte che prevedevano un compenso. E di operare invece una selezione delle proposte che non prevedevano compenso.

Non mi sono mai fatta domande “filosofiche” o “estetiche” su cosa sia la “Fotografia” o su cosa sia una “Bella Foto” o cosa sia “Artistico” o meno. Non me lo sono mai chiesta. Non era, e non è, a mio avviso, un mio compito. Posare era, ed è, per me, un modo per incrociare persone e idee. Conoscere queste persone. Vedere come lavorano. Vedere e percepire l'intensità con cui operano. Verificare e definire ossessioni e anomalie artistiche sincere o artefatte. Partecipare a momenti di una sincera intensità, a momenti di creazione, interagire con persone che cercano con onestà, a volte ossessivamente (non c'è per loro altra modalità possibile), cercano una qualche “bellezza” o uno squarcio per vedere ed entrare nell'anima di qualcuno o qualcuna. Un' “operazione” che non ha niente a che fare con una qualsivoglia componente fisica umana. Era ed è un modo per incontrare “altri”. Persone diverse da me. In un contesto asettico. In un ambito non convenzionale. In un set dove qualsiasi regola e legge sociale può, per comune accordo, essere violata o disertata.

E' anche un modo concreto per dare la possibilità a fotografi e fotografe di esprimere se stessi compiutamente. Senza che nessuno di loro potesse o avesse da lamentarsi di non poter fare o di non poter ottenere quello di cui avevano bisogno perchè non c'erano modelli o modelle disponibili. Nessuna scusa. Non dovevano avere scuse. Se non riuscivano ad ottenere “qualcosa” a quel punto era “colpa” loro.

Una volta deciso di continuare ad accettare tutte le proposte retribuite e invece di fare una selezione delle proposte non retribuite... rimaneva da definire come operare questa selezione. Con quali criteri? In base a quali elementi decidere? Andai naturalmente per tentativi. Spesso sbagliando e ricadendo ancora e ancora in shooting inutili e ripetitivi.

Capii, ad un certo punto, che c'era una qualche relazione tra “qualità” dello shooting e la fase preliminare precedente alla sessione fotografica. Se i contatti preliminari erano semplici, chiari e veloci... la certezza di vedersi per uno shooting e la qualità di quello shooting erano certi e sicuri. D'altro canto quando i contatti preliminari erano incerti, faticosi, lenti e lunghi... la possibilità di vedersi per lo shooting era pressochè inesistente e la “qualità” dello shooting, in caso ci si fosse arrivati, sarebbe stata completamente insoddisfacente. Questo diventò un primo elemento per capire cosa mi aspettava. Per avere da subito chiaro a cosa andavo incontro.

Non avevo il tempo o, semplicemente, non volevo perdere tempo, a guardare e analizzare i PortFolio dei fotografi e delle fotografe che mi contattavano. I portfolio sono qualcosa di estremamente ingannevole e parziale. E' come valutare una persona guardando una foto in cui è ben pettinato, rasato, ben vestito, con una bella macchina sportiva alle spalle. Quella foto non mi dice niente di lui. D'altra parte non volevo e non intendevo perdere del tempo a contattare altre modelle e modelli con cui quei fotografi e fotografe avevano in precedenza lavorato. Cosa che molte altre modelle e modelli regolarmente fanno. Ma che comunque con garantisce risultati certi. Può capitare di contattare la modella snob che è scontenta perchè il fotografo ha poi pubblicato una foto in cui il suo viso non le piace, o la modella invece contentissima, ma magari è una modella che ha poca esperienza e non sa valutare. Insomma questo metodo non assicurava e non assicura risultati efficienti e utili.

Oltre al fare attenzione alla fase preliminare... che dava delle indicazioni chiare... iniziai ad adottare questo metodo. Guardavo velocemente la produzione del fotografo o della fotografa. Valutavo se online c'erano solo singole foto o se c'erano gallerie dei vari shooting. I fotografi e le fotografe che avevano gallerie “complete” di ogni shooting definivano e denotavano una persona attenta e interessata ad un percorso di ricerca. Erano dunque fotografi e fotografe con cui valeva la pena collaborare. E poi guardavo come i fotografi e le fotografe lavoravano sui ritratti e sui primi piani. Erano da “scartare” i fotografi e le fotografe che puntavano sulla PostProduzione (i Post Fotografi) e i Fotografi e le Fotografe Oggetto (quelli nelle cui foto di ritratto e primi piani non c'era nessuna ricerca e tentativo di “vedere” la modella e il Modello. Ma solo di ottenere una “bella foto”).

Questi tre elementi, scoprii, mi potevano aiutare con efficacia a fare una selezione. A decidere chi incontrare e chi invece non incontrare. Fase preliminare, Gallerie Complete, Primi Piani Personali. E dovevo comunque, questi elementi, farmeli bastare. Devo, ancora oggi, farmeli bastare. Perchè non ho trovati altri.

Delegare la decisione su chi vedere o meno ad altre persone, al giudizio o al consiglio di altre persone (altre modelle o modelli, altri fotografi o fotografe, altri “esperti” del settore) è sempre stato qualcosa che non ho voluto prendere in considerazione. Convinta che non sia per niente un possibile elemento di scelta e di decisione. Ma solo un abdicare perchè incapaci di decidere. Abdicare ad una decisione, che pur supportata da alcuni elementi, rimane sempre personale e rimane sempre casuale e fortuita.

Ho avuto modo poi anche di capire negli ultimi mesi quanto possa essere importante una collaborazione continuativa con un fotografo o una fotografa. Non necessariamente in un rapporto stretto di Monogamia Visiva o di esclusività. Ma in un rapporto sincero di collaborazione dove la conoscenza reciproca, l'aver già lavorato insieme, diventa un valore aggiunto per proseguire un percorso che per definizione non ha un inizio e non ha una fine.

Negli ultimi mesi ho iniziato a collaborare con un paio di fotografi. Non c'è una modalità di relazione predefinita. Ognuno ha dei tempi diversi che devono essere compatibili anche con i tuoi tempi, con la velocità di elaborare quanto è successo e valutare un possibile step successivo sensato. E bisogna esser in grado di gestire una “relazione visiva” che si dilata nel tempo. Non è semplice. A volte è più semplice spendersi in “una botta e via”.

Ho continuato a collaborare con altri fotografi e fotografe che mi contattano. Ho deciso di non accettare indistintamente tutte le proposte retribuite che mi arrivano. Ho iniziato a fare una qualche selezione anche in questo ambito. E il criterio in questo caso è semplicemente economico. Se devo scegliere tra due shooting retribuiti scelgo quello più ben pagato. Se il compenso è relativamente simile... naturalmente entrano in campo altri elementi.

Negli ultimi tre mesi ho dunque continuato ad accettare proposte retribuite di shooting, ho iniziato un paio di collaborazione “estese” e continuo a valutare, con i criteri che ho definto, le nuove proposte che mi arrivano.

E fra una settimana, come vi dicevo, festeggio, in qualche modo, un anno di attività di Modella. Auguri Cara! Altri Cento Anni!

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