Già(1555-morta di parto alla quarta gravidanza) che è della generazione precedente, ci furono due scrittrici, ossia Lucrezia Marinelli (1571-1653) e Sara Copio Sullam (1590- 1641), che furono mogli, madri e autrici di novelle e trattati pubblicati.96 Questo, contro la divulgata teoria che le donne riuscissero a scrivere solo nei monasteri: a mio avviso è finora dimostrato semplicemente che i monasteri conservavano meglio i documenti e semmai 30 incoraggiavano la scrittura e pubblicazione (dei soli testi devoti). Quello che possiamo dire senz?altro per certo è che la sua tragica vicenda personale ispirò effettivamente ad Arcangela Tarabotti un?analisi lucidissima sulla condizione monastica, con quella marcia in più di cose vissute, sapori annusati, piccoli aneddoti anche sottaciuti che solo l?esperienza diretta, il giornalistico reportage sul campo, riescono a dare.97 Da qui a sostenere, come fa Gabriella Zarri, che il monastero rappresentò l?autonomia e la realizzazione di Arcangela, ce ne vuole.98 Edward H. Carr, di nuovo, dice che le qualità portanti dello storico sono “imagination” e “compassion”:99 ci vuole mancanza di immaginazione, mancanza di compassione e anche molta forzatura dei documenti per dire che Arcangela Tarabotti fu felice in convento e che questo fu “un luogo adatto per la propria autorealizzazione e promozione sociale”.100 Possiamo dire invece che, con la sua grande intelligenza e capacità, seppe fare di necessità virtù e trarre ispirazione dal suo caso personale per allargarsi a una denuncia più generale, vivendo “se non proprio consolata, almeno assai meno discontenta” grazie al suo mestiere di scrittrice e polemista. Oggi, a distanza di quasi quattro secoli, consola – almeno in parte e postumamente, almeno a me - saperla ripagata delle sue sofferenze personali per le 31 quali certamente continuerò a piangere, anche se solo in termini metaforici e storiografici,101 grazie a una fama che, per sua immensa fortuna, le giunse in vita e che le sopravvive ancora adesso, immutata, in morte. 32 *Questo paper è stato presentato all?incontro di studio “Una donna del „600. Intorno ad Arcangela Tarabotti”, Università Ca? Foscari, Venezia, e Ateneo Veneto, in occasione della presentazione del volume di Arcangela Tarabotti, Lettere familiari e di complimento, a cura di Meredith Ray e Lynn Westwater, il 12 maggio 2006. Ringrazio in ordine alfabetico gli amici veneziani, di nascita o di adozione, che mi hanno aiutato: Luisa Accati, Anna Bellavitis, Simona Bortot, Flavia De Rubeis, Giuseppe Del Torre, Mario Infelise, Roberto Mancini, Vittorio Mandelli, Martina Minini, Tiziana Plebani, Pietro Valle, Giovanni Vian, Roberto Zago. Come sempre sono la sola responsabile di quanto scritto. 1 Prima nella sua tesi di laurea con Nicola Matteucci discussa a Bologna presso l?Università di Scienze Politiche e poi con la pubblicazione del suo volume: vedi Ginevra Conti Odorisio, Donna e società nel Seicento. Lucrezia Marinelli e Arcangela Tarabotti, Roma, Bulzoni, 1979, con introduzione di Ida Magli, pp.9-16. 2 Vedi ora il romanzo di Melania Mazzucco, La lunga attesa dell?angelo, Milano, Bur, 2008, in part. pp.105, 112-113, 130-141, 259-261, 309-312 e 343-344, in cui si parla estesamente del monastero di Sant?Anna in Castello, dove le due figlie di Tintoretto furono realmente monache nello stesso periodo di Arcangela e dove, nel romanzo, una di queste, suor Lucrezia (nella realtà suor Ottavia), lettrice di libri proibiti munita di occhialini, ha probabilmente preso i tratti dalla Nostra, sebbene nel romanzo questa si diletti di filosofia e di astronomia e non di politica e letteratura; cfr. della stessa, Jacomo Tintoretto e i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana, Milano, Rizzoli, 2009 (opera davvero notevole per la ricerca storica dispiegata), dove Tarabotti è ripetutamente citata nel testo alle pp. 367, 617, 618, 624, 629, 721, 726, 727, 733, 735, 737, 738, 780, 791, 796, 797, 812, e nelle note alle pp. 902, 907, 920, 922, 925, 928, 930, 931, 1005, e in part. p. 726, dove viene definita “dopo la manzoniana Virginia de Leyva la monaca più celebre del Seicento italiano e una delle sue più importanti scrittrici”. 3 Vedi Alberto Asor Rosa, Storia europea della letteratura italiana, Torino, Einaudi, 2009, vol. II Dalla decadenza al Risorgimento, pp.50-52, in part. per la citazione p.50. Cfr., per un pubblico più allargato, Paolo Mauri, L?Italia e i suoi scrittori, “la Repubblica”, 4 febbraio 2009, pp.36-37: “[…] donne scrittrici,che consente di recuperare anche in secoli lontani figure non marginali e solo da poco ristudiate come quella della monaca secentesca Arcangela Tarabotti, una sorta di gemella di 33 suor Gertrude quanto alla condizione di segregata in una clausura, ma attiva soprattutto nella scrittura per difendere dalle stereotipate calunnie maschili il sesso femminile e per descrivere (è il titolo di una sua opera) „l?Inferno monacale? quando appunto la monacazione era forzata” Cfr. Luigi Malerba, L?infero delle monache, “la Repubblica”, 25 ottobre 1990, p.35; Gianfranco Corsini, L?inferno monacale di Arcangela Tarabotti, “L?Unità”, 9 gugno 1990, p.27. 4 Vedi Virginia Cox, Women?s Writings in Italy 1400-1650, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 2008, pp. XVII, 174, 194, 204, 205, 206-208, 211-212, 222, 225-226, 232, in part. p.211. 5 Cito l?exergo posto sul frontespizio del volume di Emilio Zanette, Suor Arcangela monaca del Seicento veneziano, Venezia-Roma, Istituto per la collaborazione culturale, 1960, a tutt?oggi l?unica biografia sulla Nostra. 6 Vedi, curiosamente, poiché l?aveva personalmente conosciuta e – almeno per un periodo, fra il 1642 e il 1644 – intensamente frequentata, Angelico Aprosio, La biblioteca aprosiana, passatempo autunnale di Cornelio Aspasio Antivigilmi, Bologna, Manolessi, 1673, pp. 168- 170, 172-173, 176, in part. p. 168: “Nel 1644 venne voglia ad Angelica Tarabotti…”. Lo stesso del resto fa il suo primo studioso ed estimatore, Apostolo Zeno: vedi Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia (d?ora in poi BNMVE), Ms. Marciano It., Cl. XI, CCLXXXVIII (7.2778), Vol. S-Z, Catalogo autografo di Apostolo Zeno, ad vocem, “Arcangela [soprascritto], Angelica [sottoscritto]…”. 7 Vedi per l?appunto padre Angelico Aprosio, Lo scudo di Rinaldo di Scipio Glareano, Venezia, Hertz, 1646, prefazione e cap. VII; Id., Biblioteca aprosiana, Bologna, Manolessi, 1673, pp. 168, 173; abate Michele Giustiniani, Scrittori liguri, Roma, 1667, pp.63-65; Egidio Menagio, Mescolanze, Rotterdami, 1692, p.312. 8 Vedi Francesco Boninsegni, Contro il lusso donnesco. Satira menippea con l?Antisatira D. A. T. in risposta, dedicata all?Altezza Sereniss. di Vittoria Medici della Rovere, Granduchessa di Toscana, Venetia, per Franc. Valvasensis, 1644, con licenza de? superiori e privilegi. 9 Vedi Francesco Saverio Quadrio, Della storia e della ragion d?ogni poesia, Milano, Agnelli, 1739-1752, vol.II, 1741, pp.570-571, in part., p.571 ; cfr. in mancanza di meglio ad vocem, a firma di Giulio Natali, Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Roma, Istituto dell?Enciclopedia Italiana, 1935, vol. XXVIII, p.586. 10 Vedi Giammaria Mazzuchelli, Gli scrittori d?Italia, cioè notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, Brescia, Bossini, 1753, vol.I, parte II, ad vocem, pp.887-896, cito da p.892. ad 34 vocem, a firma di Giulio Natali, Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Roma, Istituto dell?Enciclopedia Italiana, vol.XXII, p.658. 11 A partire dal Settecento i repertori dedicati alle donne sono diffusi (fra questi, è specificata la pagina ove sia citata la Nostra): vedi, ad esempio, Francesco Clodoveo Maria Pentolini, Donne illustri, Livorno, Falorni, 1776, p.154-155; Ambrogio Levati, Dizionario biografico delle donne illustri, Milano, Bettoni, 1821, vol.III, p.170; Ginevra Canonici Fachini, Prospetto biografico delle donne illustri, Venezia, Alvisopoli, 1824, p.162 (citata per altro come “Trabotti”); Pietro Leopoldo Ferri, Biblioteca femminile italiana, Padova, Crescini, 1842, p.360-361 per Tarabotti; Rosalia Amari, Calendario di donne illustri italiane, Firenze, Bencini, 1857, p. 373; Eugenio Comba, Donne illustri italiane, Torino-Roma, Paravia, 1872; Oscar Greco, Bibliografia femminile italiana del XIX secolo, Venezia, Issoglio, 1875; Luisa Pomba Pacchiotti, L?apostolato delle donne, Torino, 1882; Carlo Villani, Stelle femminili, Napoli, Officina Aldina, 1913; Maria Bandini Berti (a cura di), Poetesse e scrittrici, vol. II, in Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Roma, E.B.B.I., 1942, pp.293-294; e ora ad vocem in Diane Robin, Anne R. Larsen, Carole Levin (edd.), Encyclopedia of Women in the Renaissance: Italy, France and England, pp.351-355. 12 Vedi Arcangela Tarabotti, Lettere familiari e di complimento, Meredith Ray, Lynn Westwater (a cura di), Torino, Rosenberg e Sellier, 2005; Francesca Medioli, L?Inferno monacale di Arcangela Tarabotti, Torino, Rosenberg e Sellier, 1990. Cfr. inoltre i seguenti articoli sempre di chi scrive: Id., Alcune lettere autografe di Arcangela Tarabotti: autocensura e immagine di sé, “Rivista di storia e letteratura religiosa,” 1996, pp.133-141, 146-155; Id. Arcangela Tarabotti?s Reliability about Herself: publication and selfrepresentation (together with a small collection of previously unpublished letters), “The Italianist”, 23, I, 2003, pp.54-101; Id., Tarabotti fra omissioni e femminismo: il mistero della sua formazione, pp. 1-28, per il convegno internazionale, tenutosi a Venezia 8-10 maggio 2008, “Donne a Venezia. Spazi di libertà e forme di potere (XVI-XVIII secolo)”, attualmente accessibile in rete negli atti a cura di Anna Bellavitis nella sede di “Storia di Venezia” in www.storiadivenezia.net/sito/donne/Medioli_Tarabotti.pdf e ora in corso di pubblicazione per i tipi di Quiedit, Verona; Id., Arcangela Tarabotti: una famiglia non detta e un segreto indicibile in famiglia, “Nouvelles de la 35 République des Lettres”, in corso di pubblicazione (2011). 13 Vedi Francesco Buoninsegni, suor Arcangela Tarabotti, Satira e Antisatira, Elissa Weaver (a cura di), Napoli, Salerno, 1998; per la storia di questo testo, vedi Id., Un falso editoriale: la princeps (1644) dell'Antisatira di Arcangela Tarabotti, in T. Crivelli (a cura di), Feconde venner le carte: studi in onore di Ottavio Besomi, Bellinzona, Casagrande, 1997, pp.393-404. 14 Vedi Arcangela Tarabotti, La Semplicità ingannata, Simona Bortot (a cura di), Padova, il Poligrafo, 2007. 15 Vedi Arcangela Tarabotti, Che le donne siano della spezie degli uomini (Women are no less rational than men), Letizia Panizza (a cura di), London, Institute of Romance Studies, 1994; cfr. Simon Gedik, Arcangela Tarabotti, Women are not human. An anonymous treatise and responses, Theresa M. Kenney (a cura di), New York, Crossroad Publishing Company, 1998. 16 Vedi Arcangela Tarabotti, Paternal Tiranny, Letizia Panizza (a cura di e traduzione di), Chicago, Chicago University Press, 2004. 17 Vedi Arcangela Tarabotti, Paradiso monacale libri tre con un Soliloquio a Dio di Donna Arcangela Tarabotti, in Venetia, presso Guglielmo Oddoni, 1663 (ma 1643), con lincenza de? superiori e privilegio. 18 Su Arcangela Tarabotti, vedi inoltre i seguenti contributi più o meno recenti, che a mio avviso nella maggioranza dei casi poco aggiungono: Emilia Biga, Una polemica femminista del Seicento: La maschera scoperta di Angelico Aprosio, Ventimiglia, Civica Biblioteca Aprosiana, 1989; Daniela De Bellis, Arcangela Tarabotti nella cultura veneziana del XVII secolo, “Annali del Dipartimento di Filosofia”, Università di Firenze, VI, 1990, pp.59-110; Nancy Canepa, The Writing behind the Wall: Arcangela Tarabotti?s Inferno monacale and claustral Autobiography in the Seventeenth Century, “Forum Italicum”, 1996, 30 (1), pp.1-23; Amalia Bettini, Il teatro e la memoria. Letteratura e filosofia nell?”Inferno monacale” di Arcangela Tarabotti, in Pina Totaro (a cura di), Donne, filosofia e cultura nel Seicento, Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1999, pp.51-59. Di altra qualità, invece, Meredith K. Ray, Letters From the Cloister: Defending the Literary Self in Arcangela Tarabotti's Lettere familiari e di complimento, “Italica”, 81, 1 (2004), pp.24-42; Id., Writing gender in women's letter collections of the Italian Renaissance, Toronto, University of Toronto Press, 2009, in part. pp 184-213; Id., Letters and Lace: Arcangela Tarabotti and Convent Culture in Seicento Venice, in Julie D. Campbell, 36 Anne R. Larsen (edd.), Early modern women and transnational communities of letters, Farnham, Burlington, VT, Ashgate, 2009, pp.46-73; Lynn Westwater, A cloistered nun abroad: Arcangela Tarabotti?s international literary career, in Anke Gilleir, Alicia C. Montoya, Suzan van Dijk (edd.), Women writing back/writing women back: transnational perspectives from the late Middle Ages to the dawn of the modern era, Leiden, Boston, Brill, 2010; e l?ottima sintesi di Dolores Valencia, Mujer, cultura y escritura en la Venecia barroca: Arcangela Tarabotti, in Estela Gonzáles de Sande, Ángeles Cruzado Rodríguez (editoras), Rebeldes literarias, Sevilla, ArCiBel Editores, 2010, pp.657- 677(ringrazio Mario Infelise per questa segnalazione). 19 Sulla figura di Apostolo Zeno, vedi ora Cesare De Michelis, ad vocem, Dizionario critico della letteratura italiana, Torino, Utet, vol.IV, 1986. Vedi Luisa Bergalli Gozzi, Componimenti poetici delle più illustri rimatrici di ogni secolo raccolte da, Venezia, Mora, 1725, ora Adriana Chemello (a cura di), Mirano, Eidos, 2006. 20 Vedi Benedetto Croce, Appunti di letteratura secentesca inedita e rara, “La critica”, III, VI, 1929, pp. 478-480; Id., Nuovi saggi della letteratura del Seicento, Bari, Laterza, 1931, cap. XIII, “Donne letterate nel Seicento”, pp.154-157, 176. 21 Vedi Emilio Zanette, Elena Tarabotti e la sua “Semplicità ingannata”, “Convivium”, 1, 1930, pp.49-53; Id., Ancora di Elena Tarabotti, “Convivium”, 1, 1931, pp.124-129; Id., Una monaca femminista del Seicento (suor Arcangela Tarabotti), “Atti del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, 102, 1942-1943, pp.4-83, 4-96; Id., Giovan Francesco Loredan visita suor Arcangela Tarabotti, “Le tre Venezie”, XIX, 1944, pp. 67-69. Per i dati biografici su di lui, vedi Fernando Coletti, “Ricordo di Emilio Zanette”, in Emilio Zanette, Dizionario del dialetto di Vittorio Veneto, Vittorio Veneto, De Bastiani, 1980, pp.IX-XV. 22 Vedi Natalia Costa Zalessow, Tarabotti?s La semplicità ingannata and its twentieth century interpreters, with unpublished documents regarding its condemnation to the Index, “Italica”, 78, 2001, pp.314-325; Id., La condanna all?Indice della Semplicità ingannata di Arcangela Tarabotti alla luce di manoscritti inediti, “Nouvelles de la République des Lettres”, I, 2002, pp.97-113. 23 Vedi Elissa Weaver (a cura di), Arcangela Tarabotti. A literary Nun in Baroque Venice, Ravenna, Longo Editore, 2006. 24 Vedi Edward H. Carr, What is history?, London, Penguin, 1961. Cito dalla traduzione (a cura di Carlo Ginzburg): 37 Edward H. Carr, Sei lezioni sulla storia, Torino, Einaudi, 1972, in part. il primo capitolo e p.16, dove Carr fa il celebre esempio di “fatto storico” con il passaggio del Rubicome di Cesare, quando milioni di persone avevano traversato lo stesso fiume. Vedi ora sul grande storico inglese, Michael Cox (a cura di), E.H. Carr. A critical appraisal, London, MacMillan, 2000. 25 Vedi ora per la grande opera iniziata nel 1925 www.treccani.it/biografie/. 26 Vedi Tarabotti, Paradiso cit., p.8. 27 Vedi BNMVE, Mss. It., X, 358 (= 7323), c.n.n. 28 Vedi Tarabotti, Paradiso cit., p.10. 29 Vedi Francesca Medioli, Arcangela Tarabotti?s Reliability cit., p.69. 30 Vedi Emanuele Antonio Cicogna, Delle iscrizioni veneziane, Venezia, Orlandelli, 1834, vol. I, pp.135-136, in part. p.136 per la citazione. 31 Vedi ASPVE, Parrocchia di San Pietro in Castello, Registri Battesimi, filza 7, c.158v penna. 32 Vedi Archivio di Stato di Venezia (d?ora in poi ASVE), Corporazioni religiose soppresse, Sant?Anna in Castello, busta 34, c.7r-v. 33 Vedi ASPVE, Parrocchia di San Pietro in Castello, Registri Morti, filza 2, registro 7, c.24v penna. 34 Vedi Galerana Baratotti, La semplicità ingannata, Leida, Gio Sambix, 1654. 35 Vedi l?ancora imprescindibile Raimondo Creytens,La giurisprudenza della S.C. del Concilio nella questione della clausura delle monache, in La Sacra Congregazione edl Concilio. Quarto centenario dalla fondazione (1564- 1964). Studi e ricerche, Città del Vaticano, 1964, pp.563-597; Id., La Riforma dei monasteri femminili dopo i Decreti Tridentini, in Il concilio di Trento e la riforma tridentina, vol.I, pp.45-84. 36 Vedi ad esempio Moira Gatens, “Lo stato di oppressione del mio sesso”: Mary Wollstonecraft sulla ragione, i sentimenti e l?uguaglianza, in Anna Rossi Doria (a cura di), Il primo femminismo (1791-1834), Milano, Edizioni Unicopli, 1993, pp.119-138. 37 Cito da Francesco Sansovino, Venetia città nobilissima et singolare, Venetia, Iacomo Sansovino, 1581, p.5, ma 7r; cfr. Ennio Concina, Venezia nell?età moderna. Struttura e funzioni, Venezia, Marsilio, 1989, p.141. 38 Vedi la versione aggiornata di Francesco Sansovino, Venezia città nobilissima et singulare, descritta in XIII libri con aggiunta da D. Martinoni, Venezia, Curti, 1663, pp.23-24 (ora Venezia, Filippi, 1968). 39 Vedi Mary Laven, Virgins of Venice. Enclosed Life and Broken Vows in the Renaissance Convents, London, 38 Penguins-Viking, 2002, p.162; ora nella traduzione di Federico Barbierato: Id., Monache. Vivere in convento nell?età della Controriforma, Bologna, il Mulino, 2004. 40 Ibid., pp.75-76; Sansovino, Venetia… cit., p.6v. 41 Vedi Concina, Venezia… cit., “Atlante delle funzioni”, tavola II (1537) e III (1582) “Distribuzione delle botteghe in Venezia”: in entrambe le immagini a Castello le botteghe non passano la densità compresa fra l?1 e il 10%. 42 Vedi Concina, Venezia… cit., p.159. 43 Sulla dimora dell?ambasciatore di Francia nel Seicento, vedi Mario Infelise, Conflitti tra ambasciate a Venezia alla fine del „600, “Mélanges de l?Ecole française, Italie et Méditerranée MEFRIM, 119, 1, 2007, pp. 67-75; cfr. A.S.VE, Collegio, Cerimoniale,III, c.123r, 2 guigno 1646, per il battesimo del piccolo Grémonville, figlio dell?ambasciatore francese, che si svolse presso la parrocchia di residenza della famiglia, ossia San Geremia. 44 Vedi Concina, Venezia… cit., ill. 83, e p.220 dove specifica le proprie fonti (ASVE, Miscellanea Mappe, 617 e Museo Civico Correr, Mss. Morosini Grimani, b. 531), sottolineando tuttavia che si tratta di informazioni riguardanti la seconda metà del „700. 45 Nella prima tornata vennero incriminati e condannati Agostino Gussoni q. Andrea, Piero Morosini q. Barbon, Alvise Thiepolo q. Francesco, Tomaso Querini q. Zorzi, Alvise Morosini terzo, detto anche Zuan Piero q. Alvise, Marco Zen fu Girolamo, Piero Gritti fu Piero, Marco Giustiniani q. Giacomo, Almoro Dolfin q. Giacomo: vedi ASVE, Provveditori sopra i monasteri, cc.n.n., ma 8 novembre 1608. Nella seconda tornata furono Galeazzo Semitecolo q. Zorzi, Bernardo Grimani q. Zuanne, Zorzi Zorzi q. Zuanne, Nicolò Gussoni q. Andrea: vedi ASVE, Provveditori, b. 12, cc.n.n. ma 31 gennaio 1608 (more veneto, cioè 1609). Seguì Gasparo Ferro q. Francesco: vedi ASVE, Provveditori, b. 12, cc.n.n. ma 12 febbraio 1608 (more veneto, cioè 1609). Infine Giulio da Molin q. Marco: vedi ASVE, Provveditori, b. 12, cc.n.n. ma 22 febbraio 1608 (more veneto, cioè 1609) e Alvise Quirini “overo Chirini, nodaro della Cancelleria Ducale”: ASVE, Provveditori, b. 12, cc.n.n. ma 23 febbraio 1608 (more veneto, cioè 1609). 46 Vedi Zanette, Suor Arcangela… cit., pp.41-42. Per le monache implicate, vedi Archivio Storico Patriarcale di Venezia(d?ora in poi ASPVE), Curia Patriarcale, Sezione Antica, Monialium, Decreti e mandati Vendramino, filza 2 (1609-1619), cc.6-15r-v, in part. c.9r. E ora Mazzucco, Iacomo cit., pp.715-716, che tuttavia forza a mio parere 39 le fonti laddove ad esempio dice l?attività erotica di suor Maria Isabella volta a pagarsi, prostituendosi, un procuratore a Roma per intentare causa di nullità. 47 Vedi Laven, Virgins… cit., pp.155-158. Cfr. Jutta Gisela Sperling, Convents and the Body Politics in late Renaissance Venice, Chicago-London, University of Chicago Press, 1999, che sbaglia l?indicazione della busta dei X, che non è la 37, come da lei asserito a p.340: cfr. ASVE, Consiglio X, Parti criminali, b.25, cc.80.121r-v. Cfr. ASVE, Provveditori sopra i monasteri, busta 12, cc.n.n, ma 1608, 30 novembre. 48 Tutta la ricostruzione dello scandalo e dei destini dei suoi protagonisti anche uomini è ora in Mazzucco, Jacomo… cit., capitolo “Un inconveniente notabile”, pp.659-719 e per le note pp.913-919. 49 Vedi ASVE, PSM, busta 1, cc.39r-41v, citato da Laven, Virgins… cit., p.150. 50 Come unica eccezione vedi l?episodio riportato da Laven, Virgins… cit., pp.161-162, in cui il padre confessore delle Convertite, Giovanni Pietro Lion, che si era costruito un effettivo harem fra le monache ex prostitute, venne giustiziato in Piazza San Marco nel novembre 1561. 51 Vedi ASVE, Consiglio dei X, Criminali, Filze, b. 61, cc.45v-46r, 25 maggio 1611. Ringrazio Vittorio Mandelli per la cortese segnalazione. Sulla famiglia Gussoni, vedi dello stesso, Studi di famiglie e di collezionismo a Venezia fra Sei e Settecento, “Saggi e Memorie di Storia dell?Arte”, 31, 2007, pp.237-243. 52 Vedi ASVE, Provveditori sopra i Monasteri, b. 265, fascicolo 22 giugno 1618, cc.n.n. ma 1-6r-v, in part. c.4r–v, per la citazione. 53 Vedi ASVE, Provveditori, b. 265, fasc. 22 giugno 1618, c.4v. 54 Vedi ASVE, Provveditori, b. 265, fasc. 22 giugno 1618, c.5v. 55 Vedi ASPVE, Monialium, Decreti, b. 2, cc.51v-52r. 56 Vedi ASVE, Provveditori, b. 265, fasc. 22 giugno 1618, cc.1-16r-v. 57 Vedi ASVE, Provveditori, b. 265, fascicolo 22 giugno 1618, c.4v. Vedi ASVE, Miscellanea Codici, Serie I, Mss. 17-23, Marco Barbaro, Arbori de? patrizi veneti (dove notoriamente non compaiono le figlie femmine, né le sposate, né tanto meno le monacate), in part. Ms.21, vol. V, c.394, “Mosto”. Tuttavia è stato possibile ricostruire, incrociando fonti diverse, che suor Cherubina, di cui non si conosce il nome al secolo, era figlia di Zuanne (1508-1564) del q. Francesco da Mosto, e di Caterina Querini del q. Antonio, sposatisi nel 1544, e 40 dunque sorella di Piero (1550-1590), padre del nostro Piero (1591-1661), ossia del giovanotto colto sul fatto. Teoricamente nel 1618 suor Cherubina avrebbe potuto avere da un massimo di 73 anni, essendo nata da un matrimonio celebrato nel 1544, a un minimo di 53, comparendo nel 1591 in una elenco di monache di Sant?Anna che avevano fatto la professione solenne, per la cui età minima si doveva aver compiuto i 16 anni. Tuttavia, secondo ASPVE, San Pietro in Castello, Registri dei Morti, b.2, f.4, c.12r, suor Cherubina morì il 19 luglio 1640 a 99 anni (il che la farebbe nascere nel 1541, cosa non compatibile con la data del matrimonio dei suoi genitori), ma che suggerisce come più plausibile la data di nascita del 1545 e la morte