pathemata mathemata»: pathein mathos..... pathemata mathemata pathei mathos Hölderlin il mutamento è radicale: la conciliazione e la verità si manifestano all'interno della scissione più alta. Unicamente attraverso lo strapparsi da se stessi e lo sprofondare nell'alteritá come in un “abisso”, unicamente pensando “al limite estremo della sofferenza”, (9) e della follia, percorrendo nel pensiero la via del dolore, si può giungere alla gioia e alla liberazione dai vincoli della coscienza lacerata: “Molti cercarono di dire gioiosamente il gioiosissimo, / Qui esso mi si esprime finalmente, qui nel lutto” (10). Andare sino in fondo, accettare di esprimere l'inesprimibile, il caos fermentante della coscienza, le sue zone buie, abbandonare il centro della coscienza ponendosi in un “orbita eccentrica” per far parlare quel che non ha ancora voce: questo è il compito del filosofo e del poeta, che “più distingue, pensa, confronta, forma, organizza ed è organizzato, quanto meno è presso di sé e meno e cosciente di sé; sicché in lui e per lui ciò che non ha linguaggio lo acquista e, in lui e per lui, l'inconsapevole assume la forma della coscienza e della particolaritá” (11). In tale discesa del pensiero agli inferi dell'informe e dell'inconscio il linguaggio si torce e si frantuma, ma alla fine scaturisce in tutta la sua potenza poetica sconvolgente. In Hölderlin la ricerca della tragische Vereinigung, della conciliazione o unificazione tragica, si manifesta all'interno della massima sofferenza, nel dare voce alla sofferenza inenarrabile. Nel dolore pie acuto, nel lutto più lancinante, si manifesta la gioia, si squarcia il velo della realtà. Occorre passare attraverso il dolore per giungere al sapere del tutto, che si coglie solo nella sua negatività, nella sua assenza. E' un dolore vero, che di per sé non conduce automaticamente a nessun riscatto, è “il dolore che non ha eguali ( ... ), il sentimento incessante della distruzione completa, quando la nostra vita perde ogni importanza, quando il cuore si dice: tu scomparirai e niente di te resterà(Ab- grund)paradossa