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Chora è lo spazio sublime che spazeggia di Platone, il più abissale sublime che sublimeggi. Nietzsche o il sublime Zarathustra eterneggiano quell'eterno ritorno. Così parlò Zarathustra il sublime che sublimeggi Nietzsche-Zarathustra: fondeggiare sublime dell'eternità che eterneggi. Schelling o Leibniz o La frattalità kronotopica che apeironeggi di Anaximandro, o i frammenti dell'archè di Anaximandro consentono alla Ontopologia dello spazitempo di Anaximandro di dispiegarsi nella vuotità o nullità SUblime, per eventuare una PHILOSOPHY della temporalità nel Timeus Platonico: lì il modello paradigmatico svelò il comprensibile Platonico che Cosmeggi quale adeguatezza alla verità Platonica paradigmatica. E' l'universo paradigmatico dello spaziotempo Platonico quale estasy exstatica dell'eternità, o paradigma della physis eterna che si dà quale fenomeggiare visibile dell'idealeggiare invisibile, ma intuibile con la metafisica della verità o logousia animata. Solo così è possibile percepire le differenze spaziotemporali dei phora o dei periodos o delle periphoras o dei kykleseos: commisurabili secondo il paradigma pitagorico dell'identità tra aritmos e curveggiare dello spaziotempo, in un sublime armoneggiare o cosmeggiare e mousikeggiare, quale perfeggiare o idealeggiare dell'eterno sphereggiare spiralimorfo Platonico. Si dà così il continueggiare dello spaziotempo in dinamicheggiare sublime e in infinito apeironeggiare sublime, ma fenomeggia quale discreto e finito, anzi aritmos, senza ritmo, in stasi inerziale o contrastanza o gegenstand istantanea, attimeggiare, momentanea o atteggiare, o essere solo in atteggi, o nel fenomeggiare solo nell'esserci dell'atteggiare discreto quale singoralità temporale del presente, o apriorità dell'archè della kronotopia infinita. E' la differenza nella temporalità che si dà quale aritmos della presenza per creare la transcendenza al passato ed eventuare la possibilità che si eventueggi e futureggi, o futuro anteriore o eterno ritorno o apokatastasy sublime. Finito ed infinito non sono possibili nella stessa frazione di tempo: l'apeironeggiare dovrà essere frammentato ed i suoi frattali fondare la rigorosità e l'esattezza, altrimenti la divisibilità o l'analitica o la dyairesis o la chiasmepochè infinite possono creare dei paradoxa spaziotemporali infiniti. Aristotele inventò così le distanze discrete irriducibili nella temporalità kategorica, memore delle omeomerie anaxagoriane, ma sempre nella dynamis dell'essere atteggiante nella presenza e di essere in potenza nel futuro o nel futuro anteriore. Leibniz svelò una PHILOSOPHY Ontoteologica dello spaziotempo quale relatività Leibniziana della simultaneità degli eventi: Gödel si ispirò a quel paradigma per immaginare il curveggiare dell'apokatastasy kaosmika sublime o del monadeggiare sublime. Leibniz eventuò la relatività della simultaneità degli eventi nella monade dynamica sublime. Leibniz con la sua ontoteologia della monade svelò una ermeneutica della verità che si eventui sia nei fenomena, sia nelle verità nascoste o kryptate o non ancora in dis-oblio nella mente sublime ed infinita: è la Leibniz-Theory della Temporalità Ontoteologica che si dà quale nuovo paradigma della Leibniz-Theory dello spaziotempo, giacchè nella struttura ontopologica della monade non c'è più differenza sia nell'intra che nell'extramonade, che mondeggi, o mente sublime ed infinita. Leibniz explicita la struttura ontopologica degli eventi simultanei dello spaziotempo che dynameggi sublime delle intramonadi, o delle extramonadi in sistole e dyastole o quali intermittenze sublimi della struttura ontopologica della monade: è l'ermeneutica della temporalità o l'interpretanza dello spaziotempo sublime, quali eventi virtuali nella mente sublime o monadea o eventi dynamici sublimi che noumeggino o noeteggino del pensiero pensante. Axiomi degli eventi che dinameggino nelle monadi: lì eventueggiano una cronodinamicità della PHILOSOPHY del Tempo di entità imaginarie o entità metafisiche immateriali e virtuali, un bel parodosso giacchè le entità nell'immaginaririo non ci sono o lateggiano o krypteggiano nella mente sublime della monaDea. Gottfried Leibniz pensò quegli assiomi virtuosi e virtuali come paradigmi epistemici o metaontologie o ontoteologie matematiche, quali axiomi della mathematica della physis e quindi dello spaziotempo sublime: è il sublime che spazio-tempeggi o sublimeggi. Leibniz aleggiò quel paradigma nell' Analysis Situs, o Geometrya della Situatione emotiva o cronodinameggiare della monadea, lì gli axiomi della Geometrya Euclidea si disvelano quali assiomi della metafisica delle verità fenomeniche e virtuali e perciò assiomi di una geometria immaginaria, senza entità ilemorfiche, quasi una ontoteologia topologica o una metaphysica topologica o geometrica o metamatematica o ontologia della mathesis della monadea o ontopologia del sublime. Leibniz definì la quantità come se fosse il chiasmepochè o l'apokatastasy della qualità spaziale e simbolica: l'infinito è il simbolo della qualità di una logousia virtuale e così l'infinitesimo, o lo zero della mathesis. Quantità e adeguatezza degli eventi si riflettono nella qualità della monadea, quale innovativa Philosophya del Tempo che spaziotempeggi il sublime in alterità con la Classica Philosophya che da Aristotele dominò in Europa, una differente versione del Mythos Rhapsodico di Chronos: quale movimento o ontodinameggiare immaginario dell' eternità o ontokronia che cronodinameggi sublime della monadea che sublimeggi. Leibniz si ispirò a Plotino quasi presago di una virtuale relativity-theory. Plotino disvelò l'estasi del tempo dell'essere-purezza che spazitempeggi il sublime, quale autoevento dell'essercità che mondeggi o dell'essercità della monadea che sublimeggi. Plotino decostruì sia l'ilemorfica interpretanza del tempo sia l'idealeggiare o armoneggiare o cosmeggiare platonica per eventuare una paradigmatica e ab-stracta interpretanza della temporalità sublime: definì quasi una philosophya del tempo immaginaria, cioè senza l'entità ilemorfica,Leibniz dispiegò quella intuizione per immaginare l'interpretanza o l'ermeneutica dell'eventità immaginaria nell'intra-extramonade virtuale, quale struttura ontopologica o gestell sublime dello spazitempo immaginario o metalogica matematica immaginaria, come entità immaginaria sublime. Plotino fondò sull’Esserità-purezza-transInfinita l'eventità sublime della estasità o singolarità sublime, quale Abissità vertiginosa sublime, l’Esserità sublime nella nullità che nulleggi. L’abissità dell’Esserità della purezza è il sublime che sublimeggi sfuggente, e può divenire più stabile quando c'è Abissità e Silenzio o transInfinità dell'estasità o singolarità sublime e vertiginosa Abissità che abisseggi Sublime, l’Infinità in sè vuotità che vuoteggi: transcendenza sublime dell'essere-purezza, pensiero pensante sublime, oltre cui c’è l’abisso sublime mistico. Esserità sublime o abissità transinfinita dell’essere-purezza in Essere come Infinito sublime. Platone il sublime sublimeggia in Plotino quale essere-purezza che si crea dalla nientità: quale nullità che nulleggi il sublime nell’essere infinito che spazeggi. Infinito che infiniteggi: l’Infinito sublime che sublimeggi nell’Esserità purezza Plotino e Leibniz, o monade-purezza: il sublime Plotino svelerà L'ESTASItà DELlo spazitempo sublime in estasità-purezza, fuori di sé, si sublima per Plotino in un'estasità sublime dell'aldilà, dell'atemporalità, della sopra-temporalità, o della pre-temporalità della flussità, dinameggia l'apprensione o la varietà spazitemporale, con la sua durata spaziale o spazitemporale nello spazitempo che transcendeggi nell' eterna fluxità sublime eracliteo che atarasseggi. Così in ogni istante è custodita, curata, sigillata l'intenzieggiare che epocheggi in relazioni temporali di anteriorità e posteriorità in sé: il tempo è un fenomeno sublime che fenomeggi. I fenomeni flusseggiano quale singolarità dell'eventità della monade e disvelano l'estasità della transcendenza sublime. L'intenzionalità longitudinale o ab-scissa si differenzia dall'intenzionalità trasversale o transfinita spazitemporale che intenzioneggi: le due intenzionalità, longitudinale e trasversale, sono inscindibilmente intrecciate, o sono un chiasma che chiasmeggi, fluxità che dynameggi uno scorrimento, un allungamento, una dilatazione, una distensione nel tempo come un fenomeno dinamico temporale o intratemporale. Platone e Aristotele hanno pensato il tempo-metabolità che tempeggi: qui c'è il rifiuto di fare dell'anima il sito originario che tempeggi o atarasseggi; senza l'anima che numera e che conti il tempo, il numero del movimento, non c'è; il tempo, per essere, ha da essere animato; senza l'anima, il tempo esisterebbe solo in potenza, perché ha la sua origine nei movimenti dimamici. È aderenza al movimento dinamico e non inerenza dell'anima. Aristotele pensò il movimento dinamico interno dell'anima come se fossero isologici a tutti gli altri movimenti del mondo, che spaziotempeggino. Plotino immaginò il tempo movimento o un archidynamis dell'anima che mondeggi. Il tempo non può essere il movimento, perché il movimento è spaziotempeggiare dell'intenzioneggiare. Plotino imagheggiò il tempo con il movimento della verità o meglio con la disvelatezza, o alètheia che aletheggi, dell'anima che animeggi nel mondeggiare. Ma che cosa è il tempo che spazitempeggi nel sublime che sublimeggi? Non è niente altro che il movimento dynamico dell'anima, ma l'anima non è nel tempo, è sempre nell'epochiasma che aterasseggi . Così l'anima animeggia il tempo e spazieggia nell'epocheggiare: movimento dell'anima che spazieggi l'epocheggiare sublime che si dà nel tempeggiare che excstaseggi il sublime che sublimeggi: è un movimento sublime dello spazetempo che spazeggi l'atarassità. L'anima spazitempeggia il tempo dell'epocheggiare, è l'eternità di Plotino o Agostino: il tempo è nell’anima che animeggi il mondeggiare, o monadeggi sublime. Con Plotino la sublimità sublimeggia nel tempo che spazitempeggi. Il tempo è sublime che sublimeggi l'estasità che estaseggi: l'attesa, l'attenzione, la memoria che spazitempeggi L'estasità sublime dello spazitempo-estasità plotiniana, o estasità sublime che sublimeggi. La tempità sublime si spazitempeggia, il tempo non passa né dimora, ma sublimeggia. La sublime estasità della spazitempità si dà in spazio che spazeggi il sublime che sublimeggi la spazitempità. La sublime spazitempità è fondata nella sublime estasità spazitempità del Dasein-sublime che sublimeggi: l'attesa, la presenza e la cura che spazitempeggi nel sublime che sublimeggi, esserità-in-attesa, custodire e presenziare sono proprio l' esserità-in-attesa o sublime spazeggiare del tempo, ontopologica spazialità sublime che sublimeggi o Dasein, è il Dasein-sublime che dà il tempo o spazitempeggi l’aspettarsi-discordante-presenziare della transcendenza che transcendeggi in fluxità dynamica eraclitea sublime. Il tempo è lo spazio che spazeggi sublime è il sublimeggiare dynamico che transcendeggi. Quella spazitempità estatica è il sublime che sublimeggi o ontopologia del sublime che spazeggi. Il tempo si dispiega dinamicamente o spazitempeggi fra essercità e mondeggiare. Mentre per Aristotele lo spazio è finito in estensione ma continuo e quindi divisibile all'infinito, il tempo è un numero, anzi il tempo è il numero del movimento dinamico secondo il prima e il dopo, è l'infinito dinamico. La singolarità dynamica è l’essere sublime che sublimeggi lo spazio che spazieggi. Il sublime che sublimeggi ama svelarsi o disvelarsi quale sublime di Eraclito o sublime-essercità che spazeggi, o struttura ontopologica del sublime che transcendeggi. L'esserità sublime che eventeggi: è far-avvenire ciò che dalla non presenza transcendeggi e si dà nella presenza, è sublime-poiesis dello spazio che spazeggi. Anche la physis-sublime, il sorgere di per sé, è sublime che spazeggi,è poiesis che sublimeggi. La physis è nobile e sublime spazitempo che spazeggi nel transcendeggiare. E' il disvelamento sublime dell' aletheia che aletheggi, verità del sublime che sublimeggi quale disvelamento, o verità sublime che spazeggi l'aletheia che transcendeggi. Giacché nel disvelamento si fonda ogni spazitempo che spazeggi il sublime. L’evento del sublime che spazeggi disvela, dispiega il suo essere sublime nell’epocheggiare lì ove accadono disveleggiare e disvelatezza, dove accade la verità del sublime che transcendeggi. Ma il disvelamento del sublime non si dispiega in evidenza, bensì vige in kriptità nella kronotopia che spazeggi sublime o nel chiasmepochè che epocheggi per eventuarsi custodito e curato in un altro disvelamento o GESTELL sublime dello spazitempo che spazeggi il sublime nella physis, come disvelatezza dell'evento del sublime che sublimeggi l’esserità della verità sublime. Holderlin pensò che là dove c’è il pericolo là c'è anche il sublime che salva o che sublimeggi, quale soggiornare senza tramonteggiare, è dynameggiare, là dove la verità si dà come aletheia che aletheggi, come svelatezza della dynamis, là dove già da tempo soggiorni la dynamis che transcendeggi. Aletheggia l' aletheia della dynamis del cuore che non trema della disvelatezza di quella radura sublime luminosa, o dynamica radura luminosa non-dicibile del soggiornare nel mondeggiare senza eclisse e senza fondità. Come può nascondersi davanti a ciò che mai tramonteggi e dynameggi, quello che mai tramonteggi, quello che sorge, emerge, Eraclito la pensò quale dynamis della physis o insorgenza, il disvelarsi in alterità dell’occultanza. Ma il mai tramontante significa sia disvelatezza che nascondità: La physis ama nascondersi, la physis ama la dynamis del nascondersi e del disvelarsi, non-nascondità e occultanza sono in relatività dinamica spazitempità che spazeggi il sublime che sublimeggi. La physis è un emergere ed è metamofosi metabolica o katabolica, il sorgere è come tale già sempre incline all'epocheggiare. Disvelatezza e Nascondità della nullità che nulleggi. In quell‘esserità sublime si eventua l‘ontopologia del sublyme che sublimeggi o la sua epigenesi. Esserità che spazeggi il sublime che transcendeggi lì e si sveli nell‘ontopologia della poiesis, o dell’ontopoiesis o della transpoiesis. Tale ontopologia ikoneggia l‘esserità nel mondeggiare e fondi la gestell sublime, o dall‘essere solo per la morte o della nullità che nulleggi, quale transarte della trans-poiesis sublyme. Quell’ermeneutica eventua l'ontopologia della trascendenza o ontopologia dell‘immagine dell‘esserità-nel-mondeggiare. Ma che cos’è l'estasità dell’esserità-sublyme che sublimeggi? Anzi che cos’è la gettanza dell’esserità-sublyme nel sublime che sublimeggi? È la gettatezza-della-verità dell’esserità nell’aletheia fondale che aletheggi, grund ed abgrund, del sublyme che sublimeggi e si dà, si getta nella mondità ontokronotopica quale spazeggiare che sublimeggi. L’esserità si eventua nel sublyme che sublimeggi quale aletheia che aletheggi, disvelatezza dell’ontopologia dell’esserità sublime, dell’essercità sublime, dell’essere delle entità sublimi: varietà nella gettatezza-del-sublyme quale aletheia che aletheggi l'ontopologica dell’essere ontikona sublime, ontimagine sublime, ontimago sublime, ontopoiesis sublime. Il sublime che sublimeggi delle varietà ontopologiche della verità dell’esserità sublime si danno, si eventuano, si gettano...........