Dogville – Un mondo rarefatto Riflessioni e Proposte. Di Giorgio Viali – 2005
Mi sono fermato a riflettere. Per cercare di capire dove e come mi abbia colpito questo film. In quale punto. Quale sia il sentimento, l'emozione o la vergogna profonda che ha toccato? Non e’ stato facile scendere e calarsi dentro un mondo rarefatto come quello di Dogville. Dogville sorprende perche’ rappresenta un mondo rarefatto. Un mondo dove si respira un'atmosfera rarefatta. E’ come trovarsi su uno degli ottomila, e sentire, fisicamente, la rarefazione dell'aria. Lars Von Trier in Dogville ci ha portato a quell'altezza o a quella profondita’. Si’ perche’ la rarefazione e’ tipica delle alte quote, o degli abissi, fisici o mentali, emotivi o carnali. L'operazione del togliere non e’ un'operazione semplice. E’ un'operazione difficile, antientropica, antiamericana, antinomica. Un esperto grafico mi ripeteva continuamente quanto sia piu’ difficile togliere che non aggiungere. Mi ripeteva che l'abilita’ di un grafico risiede nella sua abilita’ di togliere.
Ma cerchiamo di capire quali altri punti vada a toccare. Quali altri cani vada a svegliare. E’ un film sulla violenza. E’ un film che parla della violenza. Della violenza subita da una donna, della violenza che un intellettuale (filosofo, religioso) riesce a innescare, riesce a mettere in moto. Con le piu’ buone intenzioni tutto quello che riesce ad ottenere il nostro protagonista maschile e’ solo della violenza, che altri subiranno. Il film gira intorno alla violenza perpetrata dagli abitanti di Dogville. La bellezza, l'arrendevolezza di Grace, (la Grazia), (The Grace e’ anche il titolo di un racconto scritto da Joyce) non puo’ non sfociare che nella violenza nei suoi confronti. E quello che sorprende e’ l'accettazione di lei. L'accettare quello che e’ accaduto. Non c'e’ rancore. Non c'e’ odio da parte di Grace. Non c'e’ nemmeno accettazione. Non c'e’ rassegnazione. L'incomprensibilita’ del comportamento di Grace, l'incommensurabilita’ del suo modo di agire. Il limbo emotivo in cui siamo catapultati.
Un altro punto di riflessione ha a che fare con la trasparenza, con la visibilita’, con un mondo di vetri, con un mondo dove non ci sono mura che ci separano dagli altri, un mondo dove tutto e’ visibile, tutto e’ o puo’ essere di pubblico dominio. Lars mette in mostra e rappresenta un mondo dove tutto e’ visibile. Un mondo fatto di vetri, di trasparenze, dove tutti possono vedere tutto, e dove tutto puo’ essere visto da tutti. Un modello di mondo che sta’ per arrivare. In parte gia’ presente nelle societa’ del nord ma ancora in fase di trasformazione. Siamo in cammino verso un mondo dove tutto e’ visibile a tutti. Dove anche la violenza e’ trasparente, visibile, fruibile.
Come potrebbe essere una sceneggiatura, che prenda le mosse da Dogville e che ne sviluppi ulteriormente le tematiche? Ho provato a pensarci e mi sono immaginato… Una sceneggiatura che veda una stanza come luogo dove si svolge tutto un film. Una stanza vuota. Una stanza completamente vuota. Pareti bianche, candide, immacolate. Come simbolo di uno spazio sociale o interiore, che non riusciamo a tenere vuoto, e che si riempie sempre velocemente di un'infinita’ di oggetti, desideri, sogni, dolori e angosce. E in piu’, rispetto a Dogville, un'assenza di racconto. Un racconto che non c'e’. O un racconto senza sovrastrutture. Senza possibili interpretazioni. Senza schemi. Un fatto. Una sequenza di meri fatti. Per arrivare a riflessioni sull'impossibilita’ di dirigere un film. Sull'impossibilita’ di raccontare quando siamo in presenza di altre persone. Qualcosa che ha a che fare con il teorema che recita che quando vogliamo raggiungere un obiettivo certamente non raggiungeremo quell'obiettivo, ma un altro o altri. Con il teorema esposto da Salvatores che recita che se vuoi far capire qualcosa a qualcuno non glielo puoi raccontare. Devi farglielo scoprire. Fornire indizi, non verita’ assolute. Con l'apophenia di Gibson, ovvero con la capacita’ umana di vedere e costruire dei nessi anche dove non ci sono.
Idee cardine del progetto:
- Set minimalistico
- Sceneggiatura solo accennata
- Sviluppo casuale e indeterministico
- Rapporto diretto e non mediato tra attori e regista
- Più telecamere, più punti di vista
- Irriverente e anticonvenzionale
- Lavoro a perdere. Senza compenso ne’ rimborso
In pratica:
Tutto il corto sara’ ambientato e girato all'interno di un'unica stanza. Pulita e linda, vuota e da arredare in maniera spartana per le singole scene. Un set minimalistico. Un'assenza di set. Molti primi piani. La sceneggiatura servira’ solo da punto di partenza per elaborare un percorso e delle tematiche che ci sceglieranno. Due o tre telecamere che riprendono da punti diversi. Tentativo di presentare un modello di lavorazione e una storia anticonvenzionale, antiborghese, e provocatoria. E’ un lavoro che rimane fuori da qualsiasi regola di mercato. Realizzato in modo antieconomico. Tutti investono tempo e soldi senza un corrispettivo economico. Ossessivo, schizofrenico, dogmatico, sperimentale.
Dogmaless (Senza Dogmi)
Trasformare i propri punti deboli in punti di forza. Investire sulla disperazione umana. Divertirsi nell'interazione con gli altri. Da soli, davanti alla telecamera, come sfida con sè stessi. Dentro una stanza spotless. Senza macchia.
Background:
“PATTERN RECOGNITION” W. GIBSON
“Cayce Pollard is an expensive, spookily intuitive market-research consultant.” “She types Fetish:Footage:Forum, which Damien, determined to avoid contamination, will never bookmark.” “She enters the forum itself now, automatically scanning titles of the posts and names of posters in the newer threads, looking for friends, enemies, news. One thing is clear, though; no new footage has surfaced.”
“DOGVILLE” DIRECTED BY LARS VON TRIER (DENMARK, 2003) “A woman on the run from the mob is reluctantly accepted in a small Colorado town. In exchange she agrees to work for them.”
“A SPOTLESS FOOTAGE” DIRECTED BY GIORGIO VIALI (ITALY,2005) “A woman, videomaker, 35 years old, follow the idea of shooting a “Spotless and setless Footage”.“
“RIFF-RAFF” DIRECTED BY KEN LOACH (UK, 1990) “The story of Stevie, a construction worker, and his girlfriend, an unemployed pop singer.”
“ETERNAL SUNSHINE OF THE SPOTLESS MIND” DIRECTED BY MICHEL GONDRY (USA, 2004) SCWR.CHARLIE KAUFMAN “A couple undergo a procedure to erase each other from their memories when their relationship turns sour.”
“MAGNOLIA” DIRECTED BY PAUL THOMAS ANDERSON (USA, 1999) “Magnolia is the study of nine lives in one day in San Fernando Valley, California.”
“ALL TOMORROW’S PARTIES” W. GIBSON
“It brings back Colin Laney, one of the most popular characters from Idoru, the man whose special sensitivities about people and events let him predict certain aspects of the future.” “He desperately hopes that he has found the right carton.” “There are too many objects here, in this tiny space. Towels and blankets and cooking pots on cardboard shelves. Books. A small television.”