Giorgio Viali - Regia Sceneggiatura

Archivio – Bozze, Sceneggiature, Sceneggiatura, Soggetti, Cinema, Fotografia

Archivio – 2006- Giorgio Viali – Bozza Sceneggiatura

ANNUNCIAZIONE INVOLONTARIA di GIORGIO VIALI

Bozza Sceneggiatura – 2006

RICERCA

1 – ESTERNO PIAZZA – GIORNO Una donna,la protagonista, sola, guarda passare le persone. Soggettiva. Oggettiva. Soggettiva. Dopo un po'si incammina. Sale su un'automobile. Parte. Scende dall'automobile. Sale le scale di un condominio. Si ferma davanti ad una porta. Sulla porta dei sigilli della polizia. Non e'possibile entrare. Un foglio con una comunicazione. Una ingiunzione di pagamento. Sono tre mesi che non viene pagato l'affitto. La donna si siede per terra. Sconsolata. Poi si rialza e riscende le scale. VOLANTINI

2 – ESTERNO STRADA – MATTINO Un'automobile tapezzata da manifesti-locandine di film. Usati come tendine per non far entrare la luce e per creare uno spazio privato dentro l'automobile. La porta dell'automobile si apre e scende la protagonista. Si incammina. Guarda le persone che incrocia. Ferma Una ragazza, le consegna un volantino. REGISTA Stiamo realizzando un cortometraggio. Non ti piacerebbe recitare? Sei giovane e carina. UNA RAGAZZA No. Scusami. Ma non ho proprio tempo. Le restituisce il volantino. E se ne va’. PROVINO

3 – INTERNO AUTOMOBILE – GIORNO Siamo dentro l'automobile tapezzata da locandine. La protagonista parla. Ma e’ inquadrata la passeggera. REGISTA C'e’ un angelo. All'inizio di tutto c'e’ un angelo. Un angelo o un arcangelo. E’ una donna. Un angelo donna. Ha il compito di portare un messaggio.Ma quando arriva a destinazione, nella citta’ in cui deve consegnare il messaggio si dimentica a chi deve consegnare il messaggio. Se ne dimentica. Non ha paura. Non e’ spaventato. Ha fiducia nella possibilita’ di portare comunque a termine il suo compito. Come angelo ha completa fiducia negli altri. Da’ fiducia completamente alle persone che incontra. Racconta loro chi e’. Ascolta i loro consigli. Subisce, in alcuni casi, le cattive intenzioni di profittatori. Qualcuno poi consiglia all'angelo di trasmettere il suo messaggio alla televisione. “Tutti guardano la televisione. Vedrai e’ il mezzo migliore per raggiungere il destinatario del messaggio…” Adesso viene inquadrata la protagonista. REGISTA Te la senti di interpretare un angelo? Sei un angelo? Cosa sei disposta a fare? Quanto sei disposta a dare di te stessa? La Regista prende la telecamera e riprende l'aspirante Attrice. REGISTA Sapresti dar fiducia completamente a qualcuno. Come il mio angelo? Ti fideresti completamente, ciecamente di me? Metteresti il tuo viso, il tuo corpo, le tue emozioni, al servizio di questo progetto? Ti daresti completamente? IMMOBILE

4 – ESTERNO STRADA – GIORNO La protagonista sta smontando le ruote della sua automobile. Ne ha gia’ smontate tre. Manca l'ultima. Aspetta. Dopo qualche minuto arriva un uomo in automobile. La paga e si prende le ruote. La protagonista conta i pochi soldi guadagnati. PRIME RIPRESE

5 – ESTERNO STRADA – GIORNO Aspirante attrice scende dall'autobus. Alla fermata dell'autobus. Si guarda intorno. E’ incerta. Si siede sulla panchina. Viene inquadrata la regista protagonista che sta’ riprendendo la scena. REGISTA Bisogna rifarla. Non sono riuscito a riprenderti come avrei voluto. L'aspirante attrice si avvia con l'aiuto regista verso un'automobile. Vi salgono e partono. DIALOGO

6 – INTERNO AUTOMOBILE – GIORNO Aspirante attrice e l'aiuto regista sono in automobile. Stanno andando alla stazione precedente. ASPIRANTE ATTRICE E’ pazza. Completamente pazza. Ed io sono un'idiota a seguirla. Adesso dobbiamo aspettare mezz'ora per rifare questa scena. Un altro autobus. Viene inquadrato il paesaggio visto dall'automobile. LA GRAZIA

7 – ESTERNO STRADA – POMERIGGIO L'aspirante attrice sta’ camminando per una strada. Incrocia un gruppetto di uomini. Tutti la guardano. Uno di loro dopo qualche attimo torna sui suoi passi e raggiunge l'aspirante attrice. UN UOMO Ciao! Come ti chiami? ASPIRANTE ATTRICE Michela. Sono un angelo. UN UOMO Un angelo? ASPIRANTE ATTRICE Si'sono un angelo. L'uomo le si avvicina. Le appoggia una mano sul fianco. E la guarda. Nessuna reazione da parte dell'angelo. L'uomo allora si fa'piu'vicino. L'abbraccia. Poi la prende per mano e se la porta via. RIPRESE IN CAMERA

8 – INTERNO CAMERA DA LETTO – POMERIGGIO Attrice-Angelo parla con la regista.

ATTRICE Capisco la storia, simpatica, particolare. Ma qual'e’ il senso? Qual'e’ il senso di quest'angelo che vaga per questa citta’? Che senso ha rappresentare un angelo come questo che da’ fiducia a tutto e a tutti, che si da’ sempre completamente? REGISTA Non lo so’. Non so’ rispondere a tutte queste tue domande. Ho scelto un angelo perche’ mi piaceva immaginarmi lo sguardo di un angelo. Uno sguardo diverso. Come quello di un bambino, di un immigrato, di un idiota, uno sguardo altro. Ognuno di noi attende un angelo. Ognuno di noi ha diritto ad un angelo. Ha diritto ad un messaggio. Ognuno di noi riceve, ha ricevuto un messaggio. Ognuno di noi ha incontrato il suo angelo. Ed io sono un po’ angelo, nel senso che sono portatore di uno sguardo altro, diverso, sono un po’ idiota nel senso che cerco di rappresentare questo mio sguardo, sono un po’ fascista, sono violento, quando cerco di imporre questo mio sguardo agli altri. Uno sguardo che non e’ il loro. L'attrice lo guarda. REGISTA Adesso iniziamo. Allora. Le chiedi di sedersi sul bordo del letto. Lei si siede. Tu ti avvicini. L'abbracci. La baci. Tu lasci fare. Sorpresa. Non eccessivamente. Contraccambi il bacio. Con passione. Dai iniziamo. Tra poco la luce se ne va’ e non possiamo fare piu’ niente. TELEVISIONE

9 – ESTERNO STRADA – POMERIGGIO Una donna sta’ camminando per la strada. Passa davanti ad un negozio di elettrodomestici. Si ferma incuriosita dalle immagini trasmesse dalla televisione. Alla televisione passano le immagini dell'attrice angelo che sta’ parlano. Circonfusa da una luce azzurra. La nostra donna puo’ gardare da fuori la vetrina. Ma non sente. L'audio non arriva fuori in strada. Quando il filmato finisce la donna si allontana. ULTIMA SCENA

10 – INTERNO CAMERA D'ALBERGO – POMERIGGIO L'Attrice-angelo sta’ preparando i bagagli. In camera. La televisione e’ accesa. Qualcuno sta’ parlando del progetto della regista alla televisione. Si ferma ad ascoltare. Le immagini sfumano e la voce continua. Qualcuno sta’ intervistando la regista.

Archivio – NordestFilm – Anno: 2008 – Progetto Cinema di Giorgio Viali

NordestFilm – Anno: 2008 – di Giorgio Viali

L'anima incrinata del Veneto in un Film

Anima: componente spirituale dell'esistenza, centro della bellezza, della consapevolezza, del sentimento e della coscienza. Incrinatura: crepa sottilissima sulla superficie di oggetti molto fragili che ne compromette la resistenza e la bellezza. Veneto: regione dell'Italia Nord-Orientale con quasi 4,8 milioni di abitanti. Film: sequenza di immagini, registrate su pellicola o su un supporto digitale, che ricreano l'illusione ottica del movimento.

Cercare di scorgere e rappresentare le intime aspirazioni e le profonde sofferenze e contraddizioni di una regione come il Veneto non è semplice. Un film o un libro sono strumenti inadeguati per far questo, ma il regista vicentino Giorgio Viali, con tanta incoscienza e altrettanta determinazione insegue questo fine, con la consapevolezza dell'impossibilità dell'impresa. L'anima incrinata di questa Regione sfugge allo sguardo e alla rappresentazione. Ma l'incertezza, la precarietà, le ferite di quest'anima chiedono ed esigono almeno un tentativo. Ecco perchè è partito il progetto NordEst Film: ecco perchè pur con pochi mezzi e senza finanziamenti, cerca di farsi strada confidando solo nella bontà delle sue intenzioni. Il film racconterà frammenti di vita di tre protagoniste. Una giovane ragazza padovana, studente di filosofia, consapevole della possibilità di perdere a breve il suo entusiasmo e la sua energia, è alla ricerca di un profilo e di un modello di convivenza con la città in cui vive. Deve affrontare un colloquio di lavoro e decide di assumere un atteggiamento di assoluta trasparenza e onestà. Una trentenne vicentina, che ha accettato un modello di vita sicuro e un ruolo rassicurante per non rinunciare a un vita confortevole, si ritrova a dover fare i conti con un improvviso attacco di panico (destabilizzante) quando si confronta con il suo passato, fatto riemergere da un vecchio compagno di scuola. Infine una fotografa veronese, sola, che dopo una separazione non facile, cerca di vivere con decoro e onestà la sua vita e deve confrontarsi con la malattia degenerativa della madre che ha stà perdendo la memoria. Tre storie non semplici da rappresentare, tre modelli incerti, tre incrinature quasi violente di vite precarie. Fuori da percorsi convenzionali con un'ingenuità e un'incoscienza disarmanti questo progetto è in fase di preproduzione, alla ricerca delle tre protagoniste. Le riprese sono previste per fine maggio 2008 e probabilmente saranno semplici e veloci, toccando per un paio di giorni le tre città venete in cui sono ambientate le storie: Padova, Vicenza e Verona.

Archivio – #Venezia71 – Bozza di Sceneggiatura di Giorgio Viali – 2014

#Venezia71 Bozza di Sceneggiatura di Giorgio Viali – Agosto 2014

Sinossi

La protagonista Anna, una studentessa universitaria appassionata di Cinema, decide di andare alla Mostra del Cinema di Venezia. Mette degli annunci online, lascia dei bigliettini nei bar per trovare qualcuno/a con cui dividere le spese del viaggio e dell'alloggio. Anna ha una cara amica, Claudia, che cerca di aiutarla in questa impresa. Dopo aver pubblicato gli annunci Anna viene contattata da una modella, interessata ad andare alla Mostra del Cinema solo per farsi notare e per partecipare a qualche party, da un giornalista che si è sempre occupato di cronaca e non sa niente di cinema, da un giovane videomaker “estremista” e sperimentale, e da un'attrice insegnante di teatro che non c'è mai stata e vorrebbe andarci. Il film ruota intorno a questa serie di incontri.

INTERNO HOTEL – MATTINO ANNA (VOCE FUORI CAMPO) La mia vita ruota tutta attorno al Cinema. Non so come sia successo. Non so perchè sia successo. Ma qualunque cosa io faccia la mia vita sembra non avere senso se non riesco a trovare delle somiglianze o a costruire dei collegamenti con dei film. Ogni mattina quando mi cambio per andare a preparare le colazioni non posso non pensare a “Le conseguenze dell'amore” di Paolo Sorrentino. Penso alla ragazza del Bar e al protagonista del Film. Alla bellissima scena in cui la barista si cambia in modo che il protagonista possa vederla, un modo per creare un'intimità che altrimenti non sarebbe possibile. Ecco le mie giornate ultimamente iniziano con questo film. Ogni mattina quando aspetto i clienti per le colazioni penso e ripenso a quel film. La protagonista percorre un lungo corridoio. Si ferma a metà corridoio per raccogliere i capelli. Entra in sala colazioni. Sistema le tavole e poi aspetta che arrivino i clienti. Quando un cliente entra nella sala l'azione sfuma.

INTERNO NEGOZIO – MATTINO Inquadratura di una commessa di un negozio (Claudia). Capelli sistemati in una accurata acconciatura. Vestito color rosa confetto. Guarda fuori dal negozio e sembra persa in pensieri lontani. Si abbassa, prende la sua borsa sotto il bancone e ne estrae una busta bianca. Apre la busta. Dentro c'è un anello maschile. Lo tiene un po’ in mano e poi lo ripone nella busta e nella borsa nel momento in cui entra in negozio la protagonista. ANNA Bello questo vestito. Nuovo? CLAUDIA Dai provalo! Claudia sceglie la taglia (che conosce) e da il vestito alla protagonista. Anna entra nel camerino e lo prova. Ne esce soddisfatta. ANNA Bello. Proprio bello! Anna entra nel camerino e si ricambia e consegna il vestito che ha provato a Claudia ANNA (VOCE FUORI CAMPO)(DA SCRIVERE) ANNA Pensavo di venire da te a pranzo. Ti preparo qualcosa. Mi dai le chiavi? Claudia prende la borsa e le consegna le chiavi. Anna esce dal negozio.

INTERNO CASA DI CLAUDIA – GIORNO Anna e Claudia sono sedute e stanno terminando di mangiare la frutta. Il telefono della protagonista suona. Lei risponde. ANNA Ciao… Oggi pomeriggio? Ok … Ok. Pausa ANNA E’ una modella di Mantova che è interessata a venire alla Mostra del Cinema. Devo vederla oggi pomeriggio. Mi ha contattato via mail anche un giornalista. Claudia sparisce nella stanza da letto. Anna accende il portatile e guarda il trailer appena pubblicato del film di apertura della Mostra del Cinema di Venezia.

INT/EXT. SET FOTOGRAFICO – POMERIGGIO ANNA (VOCE FUORI CAMPO) Anna aspetta. Arriva la Modella. Tacchi e vestitino aderente. Si stringono la mano e si salutano. MODELLA Ti ho chiesto di vederci qui così mi fai anche un favore. Devo vedere un fotografo con cui non ho mai lavorato. Così mi accompagni. Io voglio proprio andarci al Lido. Come ci si organizza? Potremmo andare e tornare in treno. E dividiamo le spese dell'alloggio… Protagonista e Modella entrano in un palazzo a Mantova. Inquadratura della protagonista seduta su un divanetto. Si sente la voce di un fotografo che impartisce ordini alla modella…Poi ad un certo punto la Modella si avvicina alla protagonista. Camicetta o maglietta sfilata appoggiata davanti sui seni MODELLA Grazie. Ci sentiamo sul cellulare. Adesso è meglio se vai… La protagonista saluta ed esce dalla stanza.

ESTERNO BAR – SERA Tavolini di un caffè. Il giornalista si guarda attorno. Arrivano Anna e Claudia. Il giornalista le riconosce e si alza. GIORNALISTA Piacere Alberto! ANNA Piacere Anna! CLAUDIA Piacere Claudia! Tutti e tre si siedono e si rilassano. Si guardano attorno. Dopo un po’ il giornalista si volta verso Anna e… GIORNALISTA Ho veramente bisogno che mi aiuti. Non so niente di Cinema. Io mi occupo di cronaca. Non pensavo fossi così giovane? ANNA Ho 22 anni. GIORNALISTA Il caporedattore me l'ha comunicato un paio di giorni fa. La collega che di solito segue la Mostra del Cinema quest'anno è in maternità. Potrei pagarti l'alloggio se mi dai una mano a scrivere gli articoli… Non saprei neanche da dove cominciare…. Mi hanno detto che ogni sera c'è qualche festa. Questo sembra essere il lato positivo… ANNA (Voce Fuori Campo) (Da scrivere) Il giornalista si protende verso Claudia e le parla all'orecchio. Le piace e le fa la corte. Claudia sta sulle sue. L'azione sfuma.

INTERNO CASA DI CLAUDIA – NOTTE Anna e Claudia sono distese sul divano e si confidano CLAUDIA Ti ricordi che domani sera c'è la festa che ho organizzato? ANNA Certo. ANNA E’ che sono stanca. E delusa. CLAUDIA Delusa? Perchè? ANNA A volte mi rendo conto di essere ancora estremamente infantile. Infantile anche nel mio aspetto, nel mio modo di parlare. Ho come l'impressione che le persone mi considerino una bambina. Vorrei provare a modificare questo aspetto che ho, vorrei modificare l'effetto che faccio. CLAUDIA Direi che potresti iniziare dal modo in cui ti vesti. Dovresti iniziare ad immaginarti in modo diverso. Pausa CLAUDIA Ho anch'io qualcosa da confidarti. Ho incontrato un ragazzo… un ragazzino… E’ maggiorenne… ma quasi non sembra. Mi ha fatto anche unn regalo… Claudia mostra l'anello da uomo che le è stato regalato. CLAUDIA Mi pareva di non voler più innamorarmi di nessuno. Anzi… sembrava che non ne avessi più la capacità. Come se mi fossi completamente inaridita. E adesso che succede? che mi innamoro di un ragazzino… io che a molti sembro una donna, capita che mi chiedano se ho figli… Anna e Claudia si addormentano.

ESTERNO LUNGOFIUME – MATTINO Anna cammina sul lungo fiume per andare all'Hotel dove prepara le colazioni. Cammina lentamente guardando il fiume. ANNA (Voce fuori Campo)(DA SCRIVERE)

INTERNO HOTEL – MATTINO Anna sprepara le tavole delle colazioni. Ripercorre all'indietro il corridoio e si cambia per andarsene. Riceve una telefonata ANNA Dove? Piazza…? Ok… A dopo. ESTERNO AUTOMOBILE – MATTINO Anna aspetta. Ad un certo punto sente il suono di un clacson. Si alza e si dirige verso l'auto. Dal finestrino… VIDEOMAKER Sali che andiamo fuori città. Anna sale in auto. VIDEOMAKER Ma quanti anni hai? non sarai minorenne? ANNA 22 anni. VIDEOMAKER Non ho ancora deciso se andare alla Mostra del Cinema. In fondo è un appuntamento commerciale e omologato. E anche perchè ho un progetto in cantiere. Un lavoro sperimentale ambientato in città. Un progetto che mescola realtà e finzione. Pausa VIDEOMAKER Hai un bel viso. Sei giovane. Non ti interesserebbe fare l'attrice? ANNA Ci ho pensato varie volte. Ho anche provato. Ma mi chiedono di fare solo la principessa o la fatina o la damigella… Pausa VIDEOMAKER E la regista? Ti piacerebbe fare la regista? Le donne che fanno regia sono veramente poche… ANNA Ci ho pensato a volte… Per il momento lo scoglio più grande è che non ho delle storie mie da raccontare… Pausa ANNA Dove stiamo andando? perchè alle 12.00 devo essere di nuovo in città. VIDEOMAKER Allora ci conviene tornare Il videomaker fa un'inversione e si dirige verso al città.

INTERNO BAR – POMERIGGIO Sedute ad un tavolino di un bar per un pranzo veloce. MAMMA Cosa succede? Hai deciso se vai alla Mostra del Cinema? ANNA Sì Ho deciso di andarci.

INTERNO TEATRO – POMERIGGIO Anna entra in un teatro. Sulla scena due attrici provano dei brani tratti dall'Antigone. Il dialogo tra Antigone e Ismene. INSEGNANTE Legge da un libro… Quando l'insegnante si accorge della presenza di Anna interrompe le prove. INSEGNANTE Scusami (dice alla giovane attrice) riprendiamo subito Si avvicina ad Anna INSEGNANTE Grazie di essere venuta. (DA SCRIVERE)

ESTERNO TERRAZZA – NOTTE Una festa organizzata su una terrazza. Una notte estiva. Ad un certo punto Claudia si avvicina al violoncellista ed inizia a cantare un brano operistico.

INTERNO CASA DI CLAUDIA – MATTINO Anna si sveglia e cerca di alzarsi in silenzio. Ma Claudia si sveglia… CLAUDIA Passi in negozio dopo? ANNA No! In mattinata devo rivedere il giornalista. E nel pomeriggio devo incontrarmi con il videomaker e l'insegnante di recitazione… Dormi. INTERNO HOTEL – MATTINO Anna esce dall'hotel e riceve una telefonata. ANNA Dove hai detto che ci vediamo? In Via …? Ok. Il tempo di arrivare. ESTERNO BAR – MATTINO Anna entra nella videoteca. Il giornalista sta intevistando il proprietario. GIORNALISTA Quanti soldi ha portato via? PROPRIETARIO VIDEOTECA 200 euro… GIORNALISTA Non ha idea di che tipo di pistola fosse? PROPRIETARIO VIDEOTECA Non ho proprio idea. GIORNALISTA Non c'è un sistema di videosorveglianza? PROPRIETARIO VIDEOTECA Certo. Ma il video l'ha sequestrato la polizia… Il giornalista si accorge della presenza di Anna GIORNALISTA Mi scusi un attimo. Il giornalista si avvicina ad Anna e in fretta gli comunica.. GIORNALISTA Grazie d'esser venuta. Volevo dirtelo per telefono ma non mi sembrava corretto. Il mio caporedattore mi ha ascoltato e ha deciso di mandare un altro collega alla Mostra del Cinema. Grazie a Dio… Pausa GIORNALISTA Ma volevo vederti anche per chiederti di darmi il cellulare della tua amica… ANNA Io ho il tuo numero. Se Claudia dovesse essere interessata glielo darò… Ma è già impegnata. Buon lavoro. Anna esce dal negozio. Il giornalista torna dal proprietario.

ESTERNO BAR – POMERIGGIO Il videomaker guarda sul suo portatile “L'avventura” di Antonioni. Quando arriva Anna le chiede di sedersi accanto. Guardano un pezzo del film. VIDEOMAKER Antonioni rimane l'autore più estremo che abbiamo avuto. Fellini al confronto è un autore convenzionale e commerciale… ANNA Ho una cara amica che si chiama Claudia. Ed io mi chiamo Anna. Questo film mi è caro anche per questo. Spero che come nel film io non mi perda, non sparisca… Mi piacerebbe essere come Laura Massari nel film. E’ bellissima. ANNA Mi fermerei ancora. Ma devo vedere un insegnante di teatro. Vuoi venire insieme? VIDEOMAKER Ok? Si va a piedi? ANNA Anna e il videomaker si incamminano.

ESTERNO LUNGOFIUME – POMERIGGIO Anna e il videomaker entrano nel teatro dove si stanno facendo delle prove. L'insegnante li vede e li raggiunge. ANNA Ti presento Paolo. E’ un videomaker. VIDEOMAKER Piacere! INSEGNANTE Piacere mio. VIDEOMAKER Anna mi ha detto che state preparando un'Antigone? E’ un testo molto attuale. Ho provato anch'io a realizzarne una versione cinematografica… (DA SCRIVERE)

ESTERNO LUNGOFIUME – MATTINO Anna saluta Claudia che l'ha accompagnata. CLAUDIA Guarda che quando torni non potrai più venire a dormire da me… Ho chiesto a Alberto di venire a stare da me da stasera… ANNA Sono contenta per te! Sei stata coraggiosa. Abbracciami! Anna e Claudia si abbracciano. Claudia la lascia e se ne va. Anna ai bordi della strada fa l'autostop. Zaino e borsa. Si ferma un'auto e la carica

ESTERNO HOTEL – POMERIGGIO Anna è in mezzo alla folla davanti al palazzo del Cinema al Lido per l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia.

Archivio – Giorgio Viali – 2014 – #Venezia71 #Venezia71 Incursione visiva dentro la Mostra del Cinema di Venezia 2014 di Giorgio Viali – 12 Agosto 2014

Questo progetto parte da lontano. Per l'esattezza dalla Mostra del Cinema di Venezia del 2013.

Parte con l'idea di realizzare un film intorno, prima, dentro e fuori alla Mostra del Cinema di Venezia. Inizia con delle riprese effettuate a dicembre 2013 a Mestre e a Padova. Prosegue poi in luglio con il lancio di un progetto cinematografico a Mantova. Si articola adesso in una nuova sezione del progetto che parte da un nuovo spunto narrativo.

L'obiettivo è muoversi e giocare tra realtà e finzione. Stordirsi di Finzione per credere in questo modo di poter cambiare la Realtà. Di poter in questo modo sopportare la Realtà.

Il primo progetto (a Mestre e Padova) e il primo spunto narrativo vedeva protagonista una filmmaker che decideva di organizzare un finto sequestro della Direttrice della Mostra del Cinema di Venezia. Un “sequestro” simbolico. La direttrice sarebbe poi stata costretta, durante il sequestro, a rifare, da attrice, alcune scene di film. Quindi al “sequestro” si sarebbe sommato un uso dell'immagine della direttrice. Un “sequestro” fisico e visivo… in nome di un ipotetico e rivoluzionario #ControCinema.

Il secondo progetto (a Mantova) prevedeva una ragazza come protagonista. Anna, la protagonista, decideva di andare alla Mostra del Cinema di Venezia 2014. Solo che non volendo andarci da sola cercava (con annunci online e biglietti lasciati in giro per la città) di trovare qualcuno/a con cui dividere le spese del viaggio e del soggiorno al Lido. Il progetto doveva svolgersi in contemporanea con le notizie sul programma della Mostra e prevedere interazioni tra le news della mostra, i film annunciati, i nuovi trailer pubblicati e la storia della protagonita. Abbiamo fatto un Casting, effettuato delle prove, realizzato una Conferenza Stampa, scritta una sceneggiatura complessa, e realizzato delle prove della prima scena del film.

Siamo così disillusi e delusi dal Cinema e non abbiamo altra fede che nelle possibilità politiche ed estetiche dello Sguardo che vogliamo mescolare in modo irrevocabile Realtà e Finzione. Solo un'incursione forte può sorreggere un necessario estremismo dello sguardo. La politica oggi parte e si sviluppa non tanto dalle parole ma dalle immagini. Non c'è oggi politica che non sia politica di uno sguardo o di una visione. Non esistono terre franche per un immaginario precario che rischia di soccombere. La Mostra del Cinema di Venezia è il territorio in cui vogliamo poter sviluppare il nostro sguardo e il nostro immaginario. Per una Mostra ed un Festival dove la Forma faccia un passo indietro rispetto ad uno Sguardo che è sempre più necessario.

Archivio – Giorgio Viali – 2014 – Autorialità e Festival Cinema Riflessioni su Autorialità, Festival del Cinema e Cinema. di Giorgio Viali – 4 Agosto 2014

Il punto di partenza da cui bisogna ripartire è il nodo dell'Autorialità nel mondo del Cinema. Ha senso parlare oggi di Autori cinematografici? L'autorialità non è ormai solo o una questione di Marketing cinematografico oppure una forma arcaica e massimalista dove si rifugia un cinema sperimentale o d'autore che vive privo di ogni contatto con la realtà? Perchè qualcuno si ostina ancora a difendere l'indifendibile?

Il lavoro dell'autore (sia esso regista, sceneggiatore, montatore) ha ancora una valenza che non sia di stretto valore commerciale o di marketing? Il cinema d'autore e sperimentale che sostiene e decide di puntare sul lavoro e sugli spunti o sulla visionarietà di un Autore ha ancora un senso o è solo qualcosa di anacronistico e snob, di un Cinema che rimane amatoriale solo per non rinunciare ad una sua autorialità? (Un Cinema d'Autore che trova una sua strada e una sua distribuzione molte volte grazie a campagne amatoriali o resistenze ancora “amatoriali” contro una distribuzione omologata?)

Il Cinema vive di Brand. Di Autori che sono diventati dei Brand. E molti Festival del Cinema (soprattutto i più prestigiosi) devono confrontarsi con questi Brand cinematografici.

Siamo solo dei registi sperimantali rimasti adolescenti e immaturi e che vogliono poter contare su una autorialità? Puntiamo su un approccio sperimentale solo per un vezzo snob e un arcaico bisogno di riconoscibilità e identità?

Accanto a questo si innesta poi un discorso più profondo che riguarda le possibili differenze autoriali? Sono così evidenti e così palesi e così riconoscibili i lavori di un autore cinematografico rispetto ad un altro? Quando poi molto spesso, soprattutto in italia, produzione cinematografiche si avvalgono delle stesse troupe o dello stesso operatore?

Per non parlare poi di una possibile autorialità nella fotografia? Parlo sia di fotografia sia di fotografia cinematografica.

E l'autorialità di alcuni registi affermati non è per caso solo una capacità manageriale e direttiva che alcuni hanno sviluppato negli anni e perfezionato con esperienze?

Vogliamo poi aggiungere qualcosa d'altro? Ha senso oggi parlare di Autorialità di un direttore di Festival del Cinema? Quali valenze e sguardi e impulsi e visioni fanno di Carlo Chatrian e di Alberto Barbera degli Autori riconoscibili e unici?

In sintesi sono due quesiti precisi:

A) L'Autore cinematografico è un Brand che ha una sua ragion d'essere solo commerciale e produttiva? B) ll Cinema d'Autore è un Brand che ha bisogno di una presunta e fittizzia autorialità delle opere?

Penso che i Festival del Cinema oggi dovrebbero affrontare questo tema dell'autorialità nel cinema. E a primo sguardo il Film Festival di Locarno (nel panorama europeo) sia quello che più si avvicina a questa riflessione. I Film Festival americani sembrano “bestie” completamente estranee a qualsiasi panorama europeo e meriterebbero uno sguardo accurato e attento. La Mostra del Cinema di Venezia sembra rassegnata a doversi confrontare con un Cinema che è soprattutto Brand cinematografico per non perdere un prestigio internazionale che ancora (per quanto?) conserva. Questo sembra un anno di transizione per la Mostra del Cinema di Venezia.

Ma mentre il Cinema “commerciale” ha una sua struttura definita e dettagliata di marketing del proprio prodotto, il Cinema d'Autore non ha mai sviluppato una capacità di Marketing associata che leghi e sviluppi il cinema “amatoriale” d'autore.

Oggi il Cinema è soprattutto Marketing. Marketing diretto e indiretto. Nel senso che il Cinema vive di spese e costi che le singole Case di Produzione spendono per promuovere il proprio prodotto. (Marketing Diretto) E di un Marketing indiretto che si autoalimenta è che sorregge un sistema di riconoscibilità e identità “artistica” che serve, a sua volta, a sorreggere il sistema dei Festival del cinema.

Da un confronto Il Film Festival di Locarno ne esce, nella sua fragilità e lateralità, vincente rispetto ad una Mostra del Cinema di Venezia, appiattita su un programma poco innovativo e molto solido.

Il Cinema in fondo, quando non è marketing, è eplorazione di limiti

Cinema e Nuovi Media di Giorgio Viali – 18 Maggio 2013

Alcuni Spunti di Riflessione:

Il Cinema oggi non riesce a raccontare la relazione tra Essere ed Apparire. Il Cinema oggi sembra incapace di riflettere compiutamente sul rapporto tra Realtà e Apparire (mediatico). “Reality” di Matteo Garrone, “Spring Breakers” di Harmony Korine e infine “The Bling Ring” di Sofia Coppola falliscono miseramente nel raccontare un rapporto tra essere e apparire (mediatico). Il più stanco e senza mordente, lontano e formale è Reality” di Matteo Garrone. Spring Breakers si perde in una ricerca visiva Formale. The Bling Ring sembra incapace di trovare in punto nodale del rapporto e relazione.

Attratti da questa tematica vari cineasti si perdono in questa terra di nessuno, in questo buco nero immaginario e visivo. Perchè? Perchè falliscono?

Innanzitutto perchè il loro sguardo non è incisivo. Come se non volessero scoprire e svelare fino in fondo quello che il loro sguardo ha visto e percepito. Ovvero la Disperazione, prima. Poi il Vuoto. Ma infine, la cosa probabilmente più incomprensibile e accettabile, la Speranza.

C'è in questa teoria di fallimenti anche un qualche senso di colpa. Come se sapessero bene che la Televisione, i Media, ma anche il Cinema, sono ugualmente responsabili di quanto è accaduto.

Tra le cause del fallimento anche un atteggiamento iper protettivo nei confronti dei propri giovani interpreti. Nel riprendere e condividere e confermare la necessità o l'abitudine di proteggere sempre e comunque le giovani generazioni. E non mettersi in gioco completamente con loro. Non permettendo neanche a loro di mettersi completamente in gioco.

Curioso che tutti e tre i registi si siano ripetutamente spesi nel dichiarare che il loro Sguardo non voleva giudicare, non voleva prendere una posizione.

C'è un terzo punto da considerare. Questi ripetuti fallimenti forse raccontano una impossibilità? L'impossibilità del Cinema a raccontare i nuovi media e l'apparire legato ad esso? Come se ci fosse un lato cieco che il Cinema non può e non riesce a raccontare? Come se la Forma Cinema fosse inadeguata a confrontarsi con i Nuovi Media? Come se il Teatro volesse raccontare e rappresentare il Cinema? Lo stesso accade quando il Cinema tenta di raccontare i nuovi media e i nuovi ambiti immaginari e immaginifici contemporanei.

Il Cinema non è morto (è immortale) ma è vecchio e incapace di comprendere e raccontare i nuovi media. Rassegnamoci e andiamo avanti.

Urge confrontarsi con le nuove Forme e Nuovi Modi di raccontare

Archivio – Giorgio Viali – 2008 – Bozza per Progetto NORDEST

Nordest Film [Sceneggiatura] Terza Revisione – 2008 di Giorgio Viali

NORDEST FILM [SCENEGGIATURA] – GIORGIO VIALI

SCENEGGIATURA 14 SETT. 08 – TERZA REVISIONE

TITOLI

NORDEST FILM TITOLI – BIANCO SU NERO

PRIMO EPISODIO – PADOVA

SCENEGGIATURA PADOVA – TERZA REVISIONE

CITTA’ DI PADOVA AL MATTINO

ESTERNO PADOVA – MATTINO

Immagini della città di Padova al mattino. Immagini e riprese veloci e frammentate. Modello videoclip. Voci varie in sottofondo. Frammenti di brani musicali.

SPEAKER RADIO

L'assoluta mancanza di partecipazione nelle scelte urbanistiche

territoriali e l'arroganza dei signori della città stanno imponendo uno stile di vita basato sulla legalità e sulla sicurezza, inquadrato dentro metri cubi di cemento residenziale per molti inarrivabile e in luoghi del consumo come i centri commerciali. Di questo cemento ne faremmo volentieri a meno ed è per questo che ci riappropriamo degli spazi vuoti destinati alla speculazione.

VOCE FEMMINILE

Una giovane studentessa padovana si è impiccata questa notte nella sua stanza. Non ha lasciato nessun biglietto. Tutto era stato predisposto con cura. Disperati i genitori che non capiscono come sia potuto succedere.

POLITICO

Non c'è più il primo Veneto. Quello della povertà e dell'emigrazione. Non c'è più nemmeno il secondo Veneto. Quello dell'agiatezza diffusa e del continuo sviluppo. Il terzo Veneto deve affrontare nuove complessità e occuparsi della sostenibilità dello sviluppo e della qualità della vita. Il federalismo è la risposta giusta per il Sud, prima ancora che per il Nord, e quindi nel complesso la risposta per il rilancio del paese. Il federalismo è la madre di tutte le battaglie.

Altre voci, frammenti di notizie. Frammenti di conversazioni e dialoghi.

PRE-SELEZIONE

INTERNO STUDIO SELEZIONE PERSONALE – PD – MATTINO

Primo piano di una ragazza (Eleonora). Poi un'inquadratura della stanza in cui si trova. Una stanza semplice e minimalista. Una sedia su cui è seduta Eleonora. Una telecamera che la riprende. Un'altra sedia in cui è seduta, di spalle, una Psicologa.

PSICOLOGA

Come lei sà questa è una ricerca di personale. Una pre-selezione. Lei accede a questa pre-selezione permettendo alla nostra azienda di utilizzare le immagini che registreremo. L'azienda potrà riprodurle, stamparle, pubblicarle. Le riprese serviranno sia per una valutazione della sua personalità, sia potranno essere utilizzate per motivi pubblicitari o promozionali. Adesso la lascerò sola. Lei ha tre minuti per raccontarci quello che crede. Le consiglio di iniziare con il proprio Nome e Cognome, Data di nascita, Indirizzo, Titolo di studio, e Occupazione. E'tutto chiaro? Domande?

ELEONORA

Tutto chiaro.

PSICOLOGA

Allora la lascio. Aspetti che io sia uscita per iniziare. Tornerò tra tre minuti.

Eleonora aspetta che la Psicologa sia uscita.

ELEONORA

Mi chiamo Eleonora Masiero. Sono nata a Padova il 15 giugno 1985. Abito a Padova in Viale Europa n. 42. Sono laureata in Filosofia. Con il punteggio di 105. Ho un lavoro saltuario, al sabato, in una libreria. Sono essenzialmente una mistica.

Credo! Fermamente credo. Credo nel bene. Nella verità. Nella bellezza. Nella giustizia. Questa fede profonda è il centro della mia vita. Il punto attorno cui tutto ruota. E il mio cuore si riempie spesso di felicità quando riesco ad esprimere completamente questi valori.

Non c'è che il bene!

Non sono un cattolica bigotta o una sognatrice ingenua. Ho sperimentato, sperimento quotidianamente la forza del bene. Vedo quello che produce dentro di me, il bagliore che genera, la gioia che riempie le mie giornate.

In un mondo in cui la menzogna e l'ipocrisia regnano sovrane, la mia fede è una piccola luce. Che non può cambiare tutto, non può illuminare l'oscurità profonda ma può produrre solo dei piccoli cambiamenti. Indispensabili affinchè tutto non si spenga e muoia. Il bene che perseguo non è il bene degli altri. Non è il bene cristiano. Che guarda e si muove solo fuori di noi stessi. Il bene di cui parlo parte dall'interiorità. Dall'ascolto di se stessi.

Ho pensato a lungo a quello che avrei potuto raccontare di me stessa. A quale potesse essere l'argomento più difficile da affrontare. Senza nessuna intenzione di voler essere provocatoria o sovversiva. Quale potesse essere l'argomento più intimo e personale per raccontarmi e mostrarmi. Per essere autentica. Poi ho capito. Quello che è più difficile da raccontare non è la nostra parte razionale, le nostre idee, le nostre convinzioni politiche e/o religiose. Quello che è più difficile da raccontare, condividere è la parte istintiva, animale, pulsionale. Quello che ha a che fare con la nostra sfera desiderante, con il nostro immaginario e con la nostra vita sessuale.

Sono eterosessuale. Non ho mai avuto esperienze omosessuali. Mi masturbo. Provo piacere nell'autoerotismo.

L'ultimo rapporto sessuale completo l'ho avuto un mese fà. E'stato un rapporto occasionale con un uomo che ho conosciuto in libreria. Mi ha invitato a casa sua. Mi ha baciato a lungo, mi ha accarezzato, poi mi ha spogliato e abbiamo fatto l'amore. Una specie di dono.

Si sente bussare. Eleonora si ferma. Rientra la Psicologa.

PSICOLOGA

Come le dicevo questa è una pre-selezione. Le faremo sapere nel giro di una settimana se dovrà presentarsi alla selezione vera e propria. Arrivederci e grazie!

Eleonora si alza ed esce.

INCONTRO CON PROFESSORE

INTERNO AULA UNIVERSITARIA – MATTINO

Eleonora entra in un'aula universitaria dove è appena terminata una lezione. Gli ultimi studenti stanno uscendo. Saluta il Professore.

ELEONORA

Buongiorno Professore.

PROFESSORE

Buongiorno!… Ho letto il suo racconto. Questa città e i suoi abitanti sono veramente cambiati. Non mi aspettavo di leggere un racconto così. Padova ha una tradizione di lotte politiche, di impegno, di movimenti, di passione politica. E il suo racconto invece immagina questa città come un essere vivente, con dei punti energetici, con dei chackra, che vanno risvegliati, che hanno bisogno di autenticià e di verità. Il suo racconto mi ha sorpreso. Mi sono reso conto di essere vecchio. Di non riuscire a comprenderne le implicazioni. Come pensare a un cambiamento partendo da queste premesse? Impossibile.

ELEONORA

Il passato, ce lo ha ripetuto migliaia di volte, non si ripete. Non ho idea di dove possa portarci questa parcellizzazione delle individualità. Questa lontananza sempre più grande. Questa difficoltà, se non impossibilità, di incontrarsi. Sembra veramente impensabile qualsiasi possibilità di cambiamento. Ma la natura trova sempre una strada. Costruisce dei luoghi. Tracci dei percorsi. Dove meno ci si aspetta. Trova il modo di lenire il dolore e costruire il futuro.

PROFESSORE

Sicuramente hai ragione. Ma mi mancano gli anni dell'impegno sociale e Politico. La passione negli occhi dei giovani. La loro capacità di riunirsi, aggregarsi, combattere. Oggi sembra tutto immobile. Tutto irrecuperabile. Tutto al di fuori della nostra portata. Per quanto riguarda il tuo racconto l'ho passato ad un mio amico di una casa editrice. Stiamo a vedere. Dovresti scriverne qualcun altro. Adesso ti lascio che ho un'altra lezione.

SOTTOPASSAGGIO

ESTERNO CAVALCAVIA – MATTINO

Eleonora lascia la strada asfaltata e si avventura in una zona incolta. Si avvicina ad uno spazio sotto un cavalcavia. In questo spazio c'è un grande tabellone pubblicitario abbandonato dove sono appese tante fotografie. Sono tutte fotografie di tagli, di ferite, di lesioni. Eleonora si siede e rimane in silenzio guardando queste immagini. Poi ne prende una e la porta con se!

SECONDO EPISODIO – VICENZA

SCENEGGIATURA VICENZA – TERZA REVISIONE

NEGOZIO

INTERNO NEGOZIO – VI – MATTINO

Monica, una donna sui 35 anni, si muove all'interno di un negozio alla ricerca di un paio di jeans. Vestita elegantemente, si muove con disinvoltura. Fuori campo si sentono le voci di alcune Adolescenti che parlano di modelli di jeans esposti nel negozio.

ADOLESCENTI

Bellissimi questi jeans. Li comprerei tutti. Li vorrei tutti. Sono troppo belli. E questi? Bellissimi…..

COMPAGNO DI SCUOLA

Ciaoo… Monica! Come stai? Da quanto tempo? Non ti ricordi?

MONICA

Sì certo! E'solo che è passato molto tempo e non mi aspettavo proprio di rivederti.

Monica è colta alla sprovvista. Ma solo per pochi secondi poi riprende il controllo della situazione e la sua sicurezza e determinazione.

COMPAGNO DI SCUOLA

Eri la più bella del Liceo. Ci hai fatto impazzire tutti. Ma non tanto e non solo per la tua bellezza ma per la tua dose di autonomia e di ribellione. Sapevi liquidare con poche parole la società consumistica e sapevi… ti ricordi dell'occupazione? Hai sfidato il preside davanti a tutta la scuola. E sei stata sospesa per cinque giorni…Anarchica insurrezzionalista…

MONICA

E'passato molto tempo e come ti dicevo. Mi ha fatto piacere rivederti ma sono di fretta e devo andare…

COMPAGNO DI SCUOLA

Non puoi andartene così dopo che non ci si vede da… quindici anni. Certo che sei proprio irriconoscibile. Sei completamente cambiata! Guarda come sei vestita… Cosa fai nella vita? Sei sposata? C'erano molti che scommettevano che tu fossi lesbica.

MONICA

Scusami veramente. Mi fermerei volentieri a chiaccherare con te, ma come ti dicevo sono di fretta. Un'altra volta.

COMPAGNO DI SCUOLA

Dimmi almeno cosa fai? Di cosa ti occupi?

MONICA

Di marketing. Curo l'immagine di alcune aziende. L'immagine oggi è più importante del contenuto.

Monica lascia il suo Compagno di scuola ed esce dal negozio. Camminando passa davanti ad una vetrina che espone televisori. Su uno schermo ci sono le immagini di Eleonora e della sua Pre-Selezione.

STANZA D'ALBERGO

INTERNO STANZA D'ALBERGO – PRIMO POMERIGGIO

La Compagna di Monica è inquadrata di spalle. Seduta sul bordo del letto. Si gira e guardando in camera:

COMPAGNA

Ho deciso! Questa è l'ultima volta che ci vediamo.

Poi abbassa lo sguardo. Si mette una maglietta. Si alza.

COMPAGNA

Ci ho pensato a lungo. E questa è la mia decisione. Sei inaccessibile. Ti sei costruita una vita, una professione, che non sono accessibili a nessuno. E'difficile vederti e riconoscerti dietro queste pareti spesse e inospitali. Non sò più chi tu sia? Se tu sia viva. Che cosa pensi. Cosa vorresti. Non c'è uno spiraglio da cui si possa capire, da cui si possa vedere qualcosa. Non sei più capace di darti, di perderti, di smarrirti. Sei sempre e solo sicura di te stessa. Anche quando facciamo l'amore.

Monica entra nel bagno. Chiude la porta e vomita. Poi si stende sul pavimento del bagno. Si sente bussare alla porta del bagno.

COMPAGNA

Me ne stò andando. Buona fortuna!

TERZO EPISODIO – VERONA

SCENEGGIATURA VERONA – TERZA REVISIONE

VERONA

INTERNO STUDIO FOTOGRAFICO – TARDO POMERIGGIO

Primo piano di una donna (Anna),40-45 anni. In sottofondo, fuori campo, una radio o una televisione. Un'intervista:

INTERVISTATO

Oh se il microbo ha infettato la macrosocieta’! La sta divorando, come un cancro terminale. Il guaio e'che nessuno pensa alla chemio. Solo aspirine.

E intanto i bambini sono totalmente schizzati. Credimi, sono molto piu’

‘fuori'le generazioni del Duemila che gli'sbandati'che incontrai a Verona all fine degli anni 70. Ma questa e'un'altra storia.

INTERVISTATORE

Nel suo ultimo libro lei cerca di tratteggiare le linee di sviluppo del Nordest…

INTERVISTATO

Esatto. Almeno tre diverse fasi hanno caratterizzato l'area in questo periodo. Prima c'è stata quella dell'espansione silenziosa, poi quella della protesta che ha assunto anche toni clamorosi soprattutto per la carenza di infrastrutture, ora è sopravvenuto una sorta di distacco critico che però punta molto sul recupero della qualità della vita.

Anna nello studio stà esaminando una serie di fotografie, con una collega Fotografa. Per decidere quali esporre ad una mostra. Un grande tavolo, molte foto stese sul tavolo. Sono tutte foto in bianco e nero di persone con sullo sfondo monumenti, case, edifici della città. C'è anche una foto che ritrae Monica mentre passa davanti al negozio di televisori. Nella foto si vede anche, in un televisore, il viso di Eleonora.

ANNA

Questa rimane la mia preferita e mi piacerebbe che finisse nella copertina del catalogo della mostra. Che ne dici?

FOTOGRAFA

Sono d'accordo con te. Piace molto anche a me. Anche se ce n'è un'altra che mi piace molto.

Prende un'altra foto e la guardano insieme. Il ritratto di una donna seduta su una sedia in una semplice cucina.

ANNA

E'mia mamma. Non me la sento di pubblicarla. Troppo personale!

FOTOGRAFA

Hai fatto veramente un bel lavoro. Un po'ti invidio. Sei riuscita a gurdare in profondità dentro gli occhi e l'anima di questa città. Senza presunzioni. Senza voler strafare. Con calma e con tranquillità, con la fiducia in questa terra in cui abiti…

ANNA

Non è stato facile! C'è voluto molto tempo. Ho dovuto imparare ad aspettare. Provare e riprovare. Sbagliare. Tante volte. Tanti incontri inutili. Tante foto sprecate. Per cosa? Per una bellezza mediata… A volte penso che in realtà queste foto non valgano niente e il valore invece sia stato nel muoversi in un territorio, in una città, incontrare persone, cercare di guardarle negli occhi, chiedere loro di guardarsi. Come una specie di animale che si muove in un ecosistema e pur se piccolo ha una funzione importante nell'equilibrio dell'insieme. Poi ci sono foto come questa (la foto con Monica ed Eleonora) che non dipendono dal mio lavoro ma che sento hanno un significato. Al di là della mia ricerca, della mia pazienza. Del mio intuito. Ci sono delle cose che sono al di fuori della nostra portata. C'è una bellezza che per fortuna non dipende da noi. Che noi qualche volta riusciamo casualmente a riprendere.

Mentre stanno guardando altre fotografie arriva una telefonata. Anna risponde. La chiamano dalla casa di riposo dove soggiorna la madre per avvertirla che sua mamma stà male e la invitano a passare prima possibile.

STANZA CASA DI CURA

INTERNO CASA DI RIPOSO – TARDO POMERIGGIO

Una donna, anziana, sbraita e grida frasi senza senso. Vuole spogliarsi. Cerca di togliersi tutti i vestiti anche se un'infermiera cerca di fermarla. Violentemente e con forza riesce a togliersi la camicia e inizia a girare per la stanza svestita. Gridando. Entra Anna e cerca di rasserenarla. Inutilmente.

TITOLI DI CODA – NORDEST FILM

Archivio – Giorgio Viali – 2007 – Sceneggiatura di “Basic Film”

Sceneggiatura “Basic Film” di Giorgio Viali – 2007

Titolo: “Basic Film” Settembre – Novembre 2007 Otto Monologhi Regia di Giorgio Viali

PREFAZIONE:

Primi piani. Intensità dello sguardo. Essenzialità.

  • Il titolo di questo lavoro avrebbe potuto essere “Caro Antonioni…” perchè da questa lettera aperta, che Roland Barthes ha scritto ad Antonioni, prende il via questo progetto.

“Un autre motif de fragilité, c'est paradoxalement, pour l’artiste, la fermeté et l'insistance de son regard. Le pouvoir, quel qu'il soit, parce qu'il est violence, ne regarde jamais ; s'il regardait une minute de plus (une minute de trop), il perdrait son essence de pouvoir. L'artiste, lui, s'arrête et regarde longuement, et je puis imaginer que vous vous êtes fait cinéaste parce que la caméra est un œil, contraint, par disposition technique, de regarder. Ce que vous ajoutez à cette disposition, commune à tous les cinéastes, c'est de regarder les choses radicalement, jusqu'à leur épuisement.”

“Un altro motivo di fragilità, è, paradossalmente, per l'artista, la fermezza e l'insistenza dello sguardo. Il potere, qualunque esso sia, perchè è violenza, non può guardare; se guardasse un minuto di più (un minuto di troppo), perderebbe la sua essenza di potere. Lui, l'artista, si ferma e guarda a lungo, e posso immaginare che tu ti sia fatto cineasta perchè la macchina da presa è un occhio, obbligato, per predisposizione tecnica, a guardare. Quello che tu aggiungi a tale predisposizione tecnica, comune a tutti i cineasti, è il modo radicale di guardare le cose, radicale fino al loro esaurimento.”

  • Secondo punto di riferimento delle coordinate “spaziali” in cui si muove il progetto è Gilles Deleuze. In una delle sue lezioni a Vincennes (filmate) Deleuze parla del Primo Piano e cerca di arrivare ad una sua definizione.

  • Terzo punto di riferimento: i modelli di riprese pornografiche. Il luogo per eccellenza dove si muove, nascosto, il desiderio allo stato puro e quella componente così adrenalinica che ha a che fare con la vulnerabilità e la resa, totale o parziale delle persone.

  • Quarto punto di riferimento: considerazioni sul nudo. Sul senso del nudo nel film. Sull'inflazione del nudo nella televisione e nei film.

  • Quinto punto: “Sesso, bugie e Videotape”. Film di Steven Soderbergh, vincitore nel 1989 del Festival di Cannes, premiazione fortemente voluta dal presidente della giuria, Win Wenders.

  • Sesto punto: “La banalità del primo piano” secondo Win Wenders.

“L’immagine elettronica ha sviluppato un suo linguaggio, più elementare, più primitivo e meno elegante del cinema. Per i limiti imposti dalla nitidezza e dalla risoluzione delle sue immagini, la televisione ha eliminato i totali, così gradevoli per l’occhio umano, sostituendoli con la banalità dei primi piani. E soprattutto per colpa della concorrenza tra le emittenti, la televisione ha accelerato i ritmi del montaggio, sviluppando strutture drammaturgiche più rapide per tenere il pubblico inchiodato davanti al piccolo schermo.”

  • [A] Scena: Monologo (Attore o attrice)

(In piedi, non appoggiato/a alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Il segreto per non perdere l'equilibrio quando si cerca di stare su un piede solo è quello di guardare un punto fisso.

Ed io che sono costantemente sul punto di cadere, di perdermi, di smarrirmi, ho deciso di fissarmi sui primi piani. Fisso il mio sguardo sul viso di un attore o di un'attrice e così il senso di vertigine e di smarrimento mi lascia.

E’ solo un semplice stratagemma. Ma funziona. Finchè durano le riprese. Finchè riesco a fissare il mio sguardo su un primo piano. Tutto questo mi ricorda una favola. Fa’ freddo, c'è la neve, e una bambina povera per riscaldarsi accende uno dopo l'altro dei fiammiferi.

I miei primi piani sono come questi fiammiferi. Mi riscaldano il tempo in cui dura l'illusione. Poi ripiombo nel buio e nel freddo di un'incertezza infinita.

Non è possibile un primo piano infinito? Non è possibile fissare il proprio sguardo sul viso di un attore all'infinito?

  • [B] Scena: Monologo (Attrice)

(In piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Lunga pausa.

Ti piaccio? Scommetto che ti piaccio. Ti piace il mio viso? (accarezzando il viso e ruotandolo in entrambi i lati) I miei occhi? Le mie labbra? (accarezzando il contorno delle labbra)

I miei capelli? E il mio corpo? (aprendo le braccia in modo da lasciar vedere il corpo) Ti piace? E il mio seno? (sfiorando il seno) Molto? E i miei fianchi? (le mani accarezzano i fianchi e la zona del pube) Pensi che potrei essere la tua donna? Pensi che potrei amarti? Quanto? Perchè? Per quanto mi ameresti? Per sempre? Sono bella. Mi sento bella. Sono ammirata, corteggiata, cercata. Sono desiderata. Perchè?

Non posso amare tutti. Non posso. E non sò nemmeno se vorrei. Sfiorami, se vuoi, con il tuo sguardo. Accarezza il mio corpo. E porta con te un po’ di bellezza.

  • [C] Scena: Monologo (Attore)

(In piedi, non appoggiato alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta bianca senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Perchè? Perchè mi ha scelto? Perchè me? Forse perchè le ricordo qualcuno. Un altro uomo? Un'altra storia? Forse perchè semplicemente le piace il mio corpo. Le piace come la guardo? Come la accarezzo. Come le sto vicino?

Forse le piace la luce, il bagliore che emano quando la guardo, quando mi avvicino quando mi soffermo sui particolari del suo viso, del suo corpo.

Quando sento la sua sensualità. Quando me la invento. Quando riempio il suo corpo di significato? Di bellezza? Quando non le resisto? Quando ho voglia di prenderla. Quando ho voglia di accarezzarla?

  • [D] Scena: Monologo (Attrice)

(In piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo e seguendo da vicino l'arretramento delle camera, come se si stesse parlando a una persona)

(Un bel tono di voce. Deciso. Quasi gridato)

Prendimi! Prendimi! Tutta! Completamente. Totalmente. Ti prego.

Il mio corpo la mia anima le mia bellezza il mio lato oscuro Non mi guardi? Ti faccio paura? ti spavento?

Sono stanca di aspettare voglio solo lasciarmi andare voglio darmi abbandonarmi lasciarmi trasportare senza vergogna senza paura senza sensi di colpa

sono stanca di resistere voglio assaporare la vita voglio amare voglio essere amata prendimi! ti prego.

lo voglio! Voglio darmi. Completamente. Totalmente.

Prendimi!

  • [E] Scena: Monologo (Attrice)

(Attrice in piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta aderente senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Lui conosce bene il mio corpo. Sa’ come prenderlo. L'ha imparato. Mi si avvicina prima dolcemente. Mi guarda. Guarda il mio corpo.

Non mi tocca all'inizio mi guarda solo mi guarda

poi si avvicina e comincia a toccarmi. Le mani prima. Poi il viso. Il collo. E mi bacia. E poi le sue mani diventano un vortice. Imprevedibili. Forti. Sicure. E il mio corpo a questo punto non mi appartiene più. Non è più mio. E’ suo. L'ha conquistato. Se l'è preso.

Ed allora io lascio andare tutta me stessa. La mia mente e tutta la mia anima. Mi arrendo. Completamente. Mi abbandono completamente al suo amore, alla sua forza, alla sua tenacia, alla sua determinazione.

  • [F] Scena: Monologo (Attore)

(Attore in piedi, non appoggiato alla parete, dietro di lei) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Il suo corpo è imprevedibile. Ogni volta diverso. Ogni volta sorprendente. Unico. Bello. Pronto. Maturo. Non devo che coglierlo. Non devo che prenderlo. Non devo che assecondarlo.

Non ci sono cose che non potrei fare. Tutto mi è concesso. Il suo corpo in quei momenti è mio. Lo sento. Risponde solo alle mie mani. Alla mia energia. Alla mia volontà. Al mio desiderio.

E mi piace. Mi piace quando lei si abbandona completamente tra le mie braccia. E si lascia andare completamente. E lascia fare. E accetta il mio desiderio. Mi permette di prenderla.

Mi sconvolge e mi inebria il suo abbandono, la sua fiducia la sua resa. Completa. Totale. Infinita.

  • [G] Scena: Monologo (Attrice) (Attrice in piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta aderente senza scritte)

Questa è una ripresa tipicamente pornografica. La camera si avvicina al mio viso. Ed entra in uno spazio che è mio. Uno spazio personale e privato.

La camera riprende da vicino e con insistenza il mio viso. Dimostra di averne il permesso. O di esserselo preso. Dimostra di poterlo fare. La camera invece si avvicina e fissa con insistenza il mio viso. Poi si allontana velocemente e riprende il mio corpo.

Io guardo in camera. Chi guarda vuole vedere il mio sguardo. Vuole veder il mio sguardo nel momento in cui viene violata la mia sfera personale.

Non c'è molto altro nelle riprese pornografiche. Il mio sguardo che permette quanto accade. La mia resa, parziale o assoluta.

Arrendersi è difficile. E per arrendersi non serve qualcuno di cui fidarsi. Questo sembra essere il messaggio. Nella vita capita di doversi arrendere.

Ma sono le modalità di resa ad essere diverse. Ci si può arrendere completamente, si può essere sopraffatti, o arrendersi parzialmente, con prepotenza, con orgoglio. Chi guarda vorrebbe vedere una resa totale. Completa.

  • [H] Scena: Monologo (Attrice) (Attrice in piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di pantaloni di jeans o una gonna di jeans e una maglietta aderente senza scritte)

Sono pronta! Sì sono pronta!

Alla fine mi sono decisa.

Sto aspettando che arrivi il mio “partner”. Non sò chi sia. Ne’ come sia. Sò solo che devo farci l'amore. Devo farci del sesso.

E non so esattamente cosa mi chiederà di fare. Soprattutto non sò come mi tratterà. Siamo d'accordo che può fare quello che vuole. Che potrà prendermi come vorrà.

Per mezz'ora, un'ora, potrà usarmi come vuole. Anche il cameramen è pronto. Pronto a filmare.

Anch'io sono pronta. Potrà mettere le sue mani dove vorrà. Prendermi con calma o con la forza. Rispettarmi o usarmi.

Trattarmi come vorrà.

Qualcuno mi ha suggerito di non fingere! Che chi guarda non sopporta la finzione.

Chi guarda vuole sincerità, spontaneità. Vuole conoscere come sono, realmente. Non un clichè. Vuole dei particolari da ricordare. Non fisici. Della mia personalità. Non ricorderà l'indifferenza. Di certo ricorderà la generosità.

E’ arrivato? Sì è arrivato. Si comincia!

  • [I] Scena: Monologo (Attrice)

(In piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta aderente senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo)

Ci siamo. Direi che ci siamo. Facciamo l'ultima prova.

Prima riprendi il mio viso, un primissimo piano poi fai una panoramica su tutto il mio corpo. Ritorni su un primo piano.

Ed io mi presento: Mi chiamo Eleonora e ho 24 anni.

A questo punto mi giro facendo attenzione a tenere comunque lo sguardo in camera.

Poi mi giro di nuovo. Mi tolgo con lentezza la maglietta.

Mi tolgo i jeans. Poi mi tolgo gli slip e rimango nuda.

Un classico! E se provassimo qualcosa di diverso? Ad esempio dei movimenti sensuali e provocanti in silenzio? Sguardo in camera?

Il nudo oggi è inflazionato. Ma essenziale. E’ difficile.

  • [L] Scena: Monologo (Attrice)

(In piedi, non appoggiata alla parete) (Un paio di jeans e una maglietta senza scritte) (Guardando in camera e seguendo l'obiettivo con lo sguardo) (L'inizio è gridato!)

No!!! No!!!

Non mi riprendere! Non mi riprendere! Non voglio!

Nooo!!!

Pensi che non sappia cosa fare?

Sò cosa fare! Sò cosa fare per rendere insignificanti le tue riprese.

Mi basta chiudere gli occhi. Non darti la possibilità di riprendere il mio sguardo.

E allora tutto si appiattisce. Tutto diventa impersonale. Tutto diventa inutile.

Puoi riprendere il mio corpo, certo. Sezionarlo. Ma senza il mio sguardo non avrai niente!

“Toglietemi tutto! Ma non toglietemi lo sguardo dell'attore!” Me l'hai ripetuto tante volte! Riprendimi pure!

Divertiti!

Titolo: Basic Film Sceneggiatura di Giorgio Viali Settembre – Novembre 2007

Smart Filmmaking di Giorgio Viali Ottobre 2006

“Medium shot of two teen girls standing and fighting in Hallway at school. To purchase this clip please click the link above”

[Riprese di due ragazze che si fronteggiano e combattono all'interno di una scuola.]

Il titolo di questo articolo potrebbe far pensare ad una sterile contrapposizione tra parole vuote ed icone [Fast, Smart, Slow, Idiot] gia’ fin troppo usate. Ma questo non e’ un manifesto! Non vuol essere un elogio della lentezza e dell'idiozia nel cinema, non vuol essere una critica ad un cinema solo commerciale, veloce e furbo. Non lo e’! Anche se la tentazione e’ grande! Siamo cosi’ facili ai proclami, ai podi, ai manifesti!

Fare cinema oggi, come sempre, vuol dire confrontarsi con territori ancora inesplorati.

Permettersi di scoprire questi nuovi territori, prendersi il tempo di cercare il limite, la soglia che oggi ci viene presentata. I lavori commerciali vivono spesso di rendita e si cibano di sperimentazioni e di idee che altri hanno elaborato, che altri hanno vissuto in prima persona.

Fare cinema, oggi, e’ difficile. Ma lo e’ sempre stato!

Sono molte di piu’ le persone che oggi hanno questa possibilita’. Questo non significa che ci siano molti piu’ bei film in circolazione. La quantita’ di registi non e’ direttamente proporzionale alla qualita’ dei film.

Ci sono delle scene di film visti di recente che mi porto dietro. Che hanno qualcosa da dirmi. Ma non sono ancora riuscito a capire cosa voglioni dirmi. Dove vogliono portarmi. Ci sono delle scene che sto’ girando che non hanno un senso. Non ce l'hanno. Ma hanno qualcosa da dirmi o qualcosa da insegnarmi.

In 21 grammi c'e’ una scena di un corpo nudo, inquadrato con insistenza, quasi anonimo perche’ inquadrato senza testa, che si muove, in un amplesso. E’ una scena voluta. Inserita coscientemente. Un corpo che si muove, anonimo, senza testa, solo pulsioni, Questo e’ il cinema oggi! Questa e’ una metafora che descrive com'e’ il cinema oggi. Anonimo. Senza testa. Automatico. Pieno di pulsioni. Di movimenti imprevedibili e di uno sguardo ossessivo.

“Borderless Cut”. Un taglio, una ferita senza confini. Viviamo in un territorio che sembra essere privo di confini, di frontiere ma pieno di tagli, di ferite, di lacerazioni.

Ed il cinema come puo’ non assomigliare al nostro vivere quotidiano? Come puo’ non essere pieno di ferite, di tagli, di lacerazioni? “Cosa sono? Cosa voglio? Dove vado? Sono una giovane regista secondo me di belle speranze, voglio raccontare delle storie che tocchino così in fondo da avere paura di ammetterlo, vado a caso, giro in giro, e cerco gente che mi aiuti in questo.”

Laura Chiossone

“Holy smoke” [Fuoco Sacro]. Un'idea, un plot veramente accattivante. E un film che si perde. Che non arriva da nessuna parte. Bellissima l'idea di un deprogrammatore. Di una persona che non e’ uno psicologo o uno psichiatra ma e’ un deprogrammatore. Qualcuno che puo’ deprogrammare una fede, una visione, un'illuminazione. Il cinema e’ illuminazione ma e’ anche e soprattutto attivita’ di deprogrammazione. Deprogrammare il proprio sguardo. Il desiderio di essere oggettivo anche nelle soggettive. Ma l'impossibilita’ di esserlo. Il mio e’ solo uno sguardo ferito. Pieno di ferite. Di lacerazioni.

La bellezza e la semplicita’ delle inquadrature di “Innocenza selvaggia” di Philippe Garrel. In bianco e nero. Essenziali. Bellissimo il momento dell'incontro. Una lenta camminata. Camera da presa ferma.

“Come vorrei la protagonista del mio film?

Magra e longilinea.

Ascetica.

Pura.

Stupida.

Magari schizzata.

Con crisi di personalita’.

Che si guarda intorno, che sbarra gli occhi,

che sospira e si inventa parole senza senso.”

“Mm… Paola è una… “ragazza interrotta” ? Accolgo la metafora del precariato. Per la verità spaventa pure me. Un po’. Allora, io sono libera durante questo weekend. Come ben sai, non so guidare (per quanto ci abbia seriamente provato). Lunedì mattina, o anche martedì mattina, va ugualmente bene. Pensi che potrei prendere il treno per Vicenza? Come potrei fare?“

“Una stanza per incontri di lavoro, modello zen, semi-vuota. Solo due divanetti bianchi e un tavolino. Una grande vetrata dove, all'esterno, scorre dell'acqua. Come una specie di fontana irregolare.

Alberto Murri, un regista emergente, 35 anni, sta’ aspettando all'interno di questa stanza.

Arriva Paola, giovane sceneggiatrice, al suo primo impegno professionale. Si salutano e Paola inizia a raccontare al regista la sua sceneggiatura, la sua idea per il film che dovranno realizzare.

La sceneggiatura di Paola parla di una donna, Lucia, una single, sui 27-30 anni che all'improvviso si ritrova senza lavoro. Nel giro di alcuni mesi Lucia si ritrova a dover lasciare il proprio appartamento, a dover rinunciare all'automobile, a scoprire cosa vuol dire vivere in modo precario”.

Ferite terapeutiche. Tagli terapeutici!

Tea-tea consists of systematic cuts made on the chest wall when the child has difficulty in breathing.

The prevalence survey consisted of the examination of 1,995 children attending CWD during a four-week period in 1999 to look for missing primary canine teeth (ebino), and for “therapeutic” cuts on the chest wall (tea-tea).

Giorgio Viali

Work in progress per una sceneggiatura.

Archivio – Giorgio Viali – 2006 – Inside Bozza di Sceneggiatura

Inside…. Bozza di Sceneggiatura di Giorgio Viali – Settembre 2006

1 – INTERNO STANZA CON VETRATA – POMERIGGIO Primo incontro. Una piccola stanza con le pareti bianche. Due divanetti. Un tavolino. Una grande vetrata come parete. Sulla vetrata cade, all'esterno, dell'acqua. Una specie di fontana. Un uomo stà guardando la vetrata e l'acqua che vi cade. Si sente bussare. ALBERTO Avanti! Entra una giovane donna. Dà la mano ad Alberto. PAOLA Eccomi quà! Si siedono. PAOLA Mi servono un paio di minuti per riprendermi. Nessuno parla per un minuto. Paola si guarda intorno. Alberto si guarda le mani e guarda le pareti. PAOLA Mi piace questa stanza. Una stanza zen, direi. E'costosa? ALBERTO Non lo so! L'ha prenotata la Produzione. Ancora una pausa di silenzio. PAOLA Bene! Mi sono ripresa! Possiamo cominciare. Pensavo, per iniziare, di leggerti la sceneggiatura? ALBERTO Se per tè è lo stesso preferirei che tu mi raccontassi quali sono le scene più importanti, più significative. Quelle che ti sono più care. Preferirei iniziare cosi’. PAOLA D'accordo!… La protagonista è in automobile. E'quasi sera di una giornata autunnale. Stà tornando a casa. Ma è una giornata particolare, perchè è l'ultimo giorno di lavoro. E'stata licenziata… Paola continua a raccontare e raccontando si immagina la scena.

2 – INTERNO PRIMA AUTOMOBILE – TARDO POMERIGGIO Siamo all'interno di un'automobile. Una giovane donna, capelli corti neri, camicetta nera e un paio di orecchini pendenti è alla guida. Pensierosa e preoccupata, delusa. Mentre guida suona il telefonino. La donna non risponde. Dopo un po'suona nuovamente il telefonino. Non risponde. Ferma l'automobile ai bordi della strada. Mette i lampeggianti e scende dall'automobile. Si siede per terra, vicino all'automobile e rimane a guardare nel vuoto.

3 – INTERNO STANZA CON VETRATA – POMERIGGIO PAOLA Mi piaceva l'idea di cominciare da qui. Dalla fine di qualcosa. Senza far vedere il colloquio di licenziamento. Senza far vedere il luogo di lavoro della protagonista. ALBERTO Provo a ripeterti quello che mi hai raccontato? Dunque… Una donna stà guidando la sua automobile. Stà rientrando a casa… Alberto racconta e raccontando, a sua volta, si immagina la scena.

4 – INTERNO SECONDA AUTOMOBILE – TARDO POMERIGGIO Interno di un'automobile. Una giovane donna, capelli lunghi neri, una camicetta bianca e una collanina dorata. E'triste! Suona il telefonino. La giovane donna guarda il telefonino ma non risponde. Continua a guidare…

5 – INTERNO STANZA CON VETRATA – POMERIGGIO ALBERTO Si potrebbe iniziare con un'inquadratura ai lampeggianti dell'automobile ferma. Alberto immagina la scena.

6 – ESTERNO SECONDA AUTOMOBILE – TARDO POMERIGGIO Lampeggianti posteriori di un'automobile. Poi la macchina da presa si sposta. La porta dell'automobile è aperta. La macchina da presa entra nell'automobile. Si guarda intorno. Non c'è nessuno. Poi la macchina da presa vede attraverso un finestrino una persona che è ferma in mezzo ad un campo incolto. Primo piano della protagonista, ferma in mezzo al campo. Si sente suonare un telefonino dall'interno dell'automobile. La protaginista guarda in direzione dell'automobile ma non si muove, lo lascia suonare.

7 – INTERNO STANZA CON VETRATA – POMERIGGIO ALBERTO Manca qualcosa in questa scena. E'troppo semplice. Lo spettatore non sa'ancora niente della protagonista. Ed in questa scena non apprende niente su di lei. Ha solo l'opportunita'di vederla. Suona un piccolo allarme. Una specie di campanello. ALBERTO Dobbiamo andare! Ci si rivede mercoledì. Stessa ora. Paola esce per prima. Alberto la segue dopo poco.

8 – INTERNO CASA DI PAOLA – MATTINO Siamo a casa di Paola. Paola è sdraiata sul divano di casa sua. Alcuni appunti in mano. Una donna, la stessa donna che Paola si è immaginata come protagonista del suo racconto, la stà osservando. Paola non vede questa donna. PAOLA (Legge mentalmente) Le ferite assumono aspetti diversi in base alla causa che le ha provocate; sotto tale aspetto distinguiamo: 1) ferite lacero-contuse: con schiacciamento e strappamento irregolare della pelle, provocate dall'urto contro un ostacolo rigido, smussato; 2) ferite da taglio: lacerazioni nette, provocate da strumenti affilati, come un coltello, una sottile lamiera, un coccio di vetro; 3) ferite da punta e da punta-taglio, provocate dalla penetrazione di uno strumento appuntito ed eventualmente tagliente (chiodo, coltello, freccia,…); 4) ferite d'arma da fuoco, provocate dalla penetrazione di proiettili. Le ferite da punta, da punta-taglio e da fuoco sono le più pericolose. Una pausa. PAOLA (Pensa)I tagli, le ferite, come qualcosa di strettamente connesso con la nostra quotidianita’. Con il nostro modo di vivere. Con il tema della precarieta’. Essere precari vuol dire essere usi ai tagli, agli strappi, alle ferite, a rapporti interrotti, non conclusi, frammentati, inconsistenti, non durevoli nel tempo.

9 – INTERNO STANZA CON VETRATA – POMERIGGIO Secondo incontro. Alberto seduto stà leggendo. Di fianco a lui Una donna. La donna che lui si è immaginato, la sua protagonista. Alberto non la vede. Bussano. Entra Paola. ALBERTO Tutto bene? PAOLA Si! Grazie. Anche alle spalle di Paola c'è Una donna. Quella immaginata, creata dall'immaginazione di Paola. Alberto e Paola non si accorgono di queste due presenze. Non le vedono. PAOLA L'altra scena che mi e’ cara vede la protagonista ferma alla fermata dell'autobus. E’ quasi buio. Non c'e’ nessuno che aspetta l'autobus. E’ sola.

10 – ESTERNO FERMATA AUTOBUS – TARDO POMERIGGIO La protagonista, come immaginata da Paola, è seduta alla fermata dell'autobus. E’ sola. C'è uno zaino vicino a lei. Non accade niente. La protagonista è li’ ferma.

11 – INTERNO STANZA CON VETRATA – POMERIGGIO ALBERTO (Pensa)Quante volte mi sono immaginato di ritrovarmi ad una fermata dell'autobus. Senza più niente. Completamente povero. Senza nemmeno la speranza di poter pensare ad un futuro. Sembra che questa visione non sia solo mia. Ma è strano che possa abitare nell'immaginario di una persona molto piu'giovane di me! ALBERTO Come la voglio? Com'è la mia protagonista “ideale”? Esile. Incerta. Magra e longilinea. Ascetica. Pura. Stupida. Schizzata. Con crisi di personalita’. Che si guarda intorno, che sbarra gli occhi, che sospira e si inventa parole senza senso. PAOLA Senza piu’ sogni si muove ai bordi di una città che da decenni si è scordata di alimentare e curare la visione, la parola. E’ una zona di confine. Tra l'andare e lo stare, tra il partire e il rimanere. Una zona difficile da abitare. Ed è simili alla zona che noi abitiamo quotidianamente. Una zona di confine, una zona temporanea.

12 – ESTERNO FERMATA AUTOBUS – TARDO POMERIGGIO Alla fermata dell'autobus adesso ci sono tutte e due le donne. La donna immaginata da Paola e quella immaginata da Alberto. Si guardano. Siedono vicine in silenzio alla fermata dell'autobus.

13 – INTERNO SECONDA AUTOMOBILE – TARDO POMERIGGIO Alberto è alla guida della sua automobile. Suona il telefono. Ferma l'automobile e risponde. ALBERTO Si? ALBERTO Hai già deciso? ALBERTO E a Paola, la sceneggiatrice che ho appena incontrato, l'hai già detto? ALBERTO Mi pare d'aver capito che tenesse molto a questo lavoro.Se glielo togli… ALBERTO Và bene! Và bene! Tu decidi! Di cosa parla questa nuova sceneggiatura che hai scelto? ALBERTO D'accordo, me ne parli domani. Ciao. Ripone il telefonino e riparte.

14 – ESTERNO CITTA’ – NOTTE La donna immaginata da Alberto si muove da sola per la città. E’ notte. E’ sola.