A cosa serve una foresta nel medioevo?

immaginate una distesa sconfinata di alberi d’alto fusto, un mare di foglie agitate dal vento. Nulla di più iconico per definire la natura selvaggia vero? Falso. La foresta è un luogo intensamente antropizzato. La silvicoltura è un’arte antichissima, forse addirittura antecedente l’agricoltura stessa. Sappia per certo di popoli che praticavano la prima e non la seconda. Le foreste sono fonti di materie prime vitali per ogni economia, e lo sono doppiamente per le economie grosso modo medioevali che sono implicate in tanti setting di gdr. L’attitudine romana nei confronti delle foreste era diretta e brutale, e forse un tantino fobica (il trauma di Teutoburgo doveva aver scavato a fondo): abbattere, disboscare, passare alla foresta successiva. Le terme romane consumavano quantità immense di legname, che doveva essere reperito in qualche modo. Questo disboscamento metodico e quasi militare portò alla scomparsa delle antiche foreste costiere mediterranee, sostituite da quella che noi chiamiamo macchia mediterranea. La prossima volta che vi perderete tra le meraviglie naturali delle coste dello Ionio o del Tirreno, provate a immaginare quanto profondamente quel paesaggio è stato influenzato dall’intervento dell’uomo, secoli prima della rivoluzione industriale. Una seconda conseguenza (almeno a mio parere) fu la crisi della marina romana, che infatti fu messa rapidamente in ginocchio prima dai pirati Goti del Mar Nero, e nei secoli successivi dai Saraceni che si erano impossessati dell’unica fonte affidabile di legname per imbarcazioni rimasta all’Impero: il Libano. L’economia medievale aveva un rapporto più complesso e in definitiva più proficuo con le foreste. La materia prima essenziale proveniente dalle foreste era ovviamente il legname. Immaginate una città medioevale. Le case? legno. I carri sulle strade? Legno. Botti, stoviglie, sedie della taverna? Legno. La Cattedrale? pietra, ovviamente, ma spostata su chiatte di legno e messa in posizione con macchinari di legno. Gli abiti? lana, tessuta su telai di legno. Nemici in avvicinamento! Come sono armati? i cavalieri e i nobili avranno spade si ferro o acciaio, ma il grosso delle truppe, picchieri o arcieri, avranno armi composte in larga parte di legno. Sottostimare l’importanza del legno nella cultura materiale premoderna è difficile. Pensate a quanto è diffusa la plastica nella nostra società, per avere un paragone. E non abbiamo neanche accennato alle flotte! Tutto questo legname proveniva dalle foreste che dovevano essere gestite in maniera opportuna. Non basta lasciar crescere le piante come vengono su, e poi passare a tagliare quando serve. Questo va bene per fare legna da ardere, ma per avere assi e semilavorati occorre una cura attenta. Bisogna piantare gli alberi giusti, abbatterli al momento opportuno, trattare il legname sul posto e organizzare la ricrescita. Per gli usi medioevale querce, faggi e tassi erano molto più importanti dei legnami dolci delle conifere. Oggi le nostre Alpi sono ricche di pinete che riforniscono le fabbriche di strumenti musicali e altri prodotti di pregio, ma nei secoli passati avremmo visto più querceti e faggete, anche a quote piuttosto alte. Decidere quali alberi abbattere è un compito delicato. Si deve valutare sia il singolo albero che l’area in cui si trova: vale la pena abbattere tutti gli alberi di una data zona? oppure è meglio sfoltire una foresta senza cancellarla? Si tratta di scelte delicate, che impattano sul sottobosco e in generale sulla resa economica dell’area. Un guadagno nel breve termine può corrispondere a una perdita nel medio, e viceversa. Bisogna anche considerare che le foreste in fase di crescita vanno periodicamente ripulite, per lasciare solo i tronchi che si desidera far sviluppare. Il legname così ricavato viene venduto come legna da ardere di scarsa qualità. Un altro modo per mettere a reddito un’area boschiva è impiegare squadre di carbonai per trasformare il legname (anche scarso) in un prodotto combustibile più pregiato. Tutte queste operazioni richiedono tecnici specializzati e una sorveglianza attenta. Una città o un nobile hanno tutto l’interesse ad assoldare guardiani e esperti che si occupino delle loro foreste. Non si tratta, come abbiamo visto, di un bene di secondaria importanza. E non si tratta solo di legname. Un villaggio medievale che fosse collocato presso i margini di una foresta poteva contare su una serie di vantaggi sia economici che più strategici. Il sottobosco di una faggeta o di un querceto fornisce moltissimi prodotti alimentari nutrienti, ricchi di vitamine e a volte anche di proteine. Quelli che noi chiamiamo “frutti di bosco” possono fare la differenza tra la salute e la pellagra o lo scorbuto. Alcuni alberi da frutto crescono bene anche in zone boschive, o ai margini di qualche radura… mele, zucche, funghi, castagne sono prodotti che possono essere trovati nei boschi, e possono crescere in maniera più o meno selvatica. Erbe e frutti possono essere raccolti anche per le loro proprietà medicamentose o come integrazione alla dieta (tarassaco, tiglio, ma anche asparagi selvatici, sambuco e altri). Pensate a quanto sono disposti i consumatori di oggi a spendere per cibi ricchi di micronutrienti... E non dimentichiamo le ghiande stesse: fonte di una farina ricca di glucidi e moderatamente proteica, perfettamente commestibile, ma soprattutto ottimo alimento per i suini. Un gregge di porci può pascolare in un sottobosco, trasformando un prodotto di scarto, o difficilmente lavorabile, come le radici e le ghiande spaccate in succulente salsicce e cosce salate. Visto che parliamo di carte, vale la pena spendere qualche parola sulla caccia. Cacciare nei boschi è stato, per tutto il medioevo europeo, una prerogativa della nobiltà terriera. Questo non vuol dire che i nobili fossero gli unici a poter cacciare (comunque le dimensioni delle foreste e la ricchezza di vita animale avrebbero reso improba l’impresa), ma che chiunque volesse avere il diritto di cacciare nelle foreste doveva acquistarlo dal signore di quelle terre, oppure cacciare di frodo col rischio di finire alla gogna. La caccia era un’attività essenziale sia per rifornire le mense di proteine, sia e soprattutto per tenere sotto controllo la popolazione animale che poteva essere dannosa per i raccolti, o a volte addirittura per i viaggiatori. Un altro diritto detenuto dai signori dei boschi era il legnatico: gli abitanti di un villaggio dovevano acquistare collettivamente il diritto di raccogliere legna nel bosco, o rischiare le stesse pene sofferte dai bracconieri. Un’ultima funzione delle foreste era quella di estrema via di fuga in caso di attacchi nemici. Gli abitanti di un villaggio potevano rifugiarsi tra gli alberi e ottenere così una discreta protezione e una fonte decente di sostentamento a breve termine. Questa era un’arma a doppio taglio, perché i boschi costituivano ovviamente ottimi rifugi per banditi e briganti. Come si può integrare tutto ciò in una campagna fantasy? ecco alcuni consigli.

Le foreste sono solo molto raramente luoghi selvaggi. Preparate incontri abbastanza simili a quelli delle terre civilizzate. Viceversa: le terre civilizzate possono benissimo essere coperte di vegetazione. Elfi e altre creature dei boschi possono sviluppare economie complesse e sostentarsi tranquillamente con i frutti delle foreste senza dover ricorrere troppo a mezzi magici. Le foreste sono fonti di ricchezza che può essere estratta in maniera relativamente semplice (a differenza per esempio delle miniere) e come tale saranno oggetto di mire contrapposte dei vari centri di potere locali. Artigiani e mercanti, e in particolare cantieri navali e commercianti marittimi, avranno un bisogno vitale di rifornimenti costanti, prevedibili e sostenibili di legname di buona qualità. Grandi foreste vuol dire grandi flotte. Un signore locale padrone di una foresta può avere tutto l’interesse a mantenere quella foresta in mano a briganti o goblyn, fintantoché il flusso di legname pregiato è costante. Gli elfi bevono birra di ghiande. La vite può crescere bene sui pendii scoscesi, vedi per esempio i vigneti in Valtellina, quindi probabilmente i nani bevono vino. Trovare case nel profondo dei boschi non è cosa inusuale: guardiacaccia, boscaioli, silvicoltori, guardiani, cacciatori o addirittura minatori e fabbri hanno bisogno di punti di appoggio per il loro lavoro.

In generale, ricordate di presentare le foreste messe a reddito come luoghi profondamente diversi dalle foreste selvagge.