LA SAGRA DELLA MANTICORA

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Per questo mese del Vecchio Carnevale Blogghereccio vorrei proporre un'intera Sagra. Originariamente questa roba è stato pensata per un'avventura che non ho ancora finito di scrivere, e potrebbe quindi ala.fine essere rielaborata e vedere la luce in un contesto più completo. Per ora, eccovela qui, ruspante come piace a noi.

La Festosa Sagra del Torneo della Manticora, fuori moda, fuori modo, grossa, caotica, estemporanea. Non è normale, non è comune. Tasche piene e teste vuote vanno lontano, qui alla Fiera!

Qui trovere un mucchio di roba, più di cento attrazioni da proporre ai giocatori e anche qualcosina in più. Ho cercato di costruire questa immensa, labirintica, eccessiva Sagra come un Manuale dei Mostri… o meglio, come io vorrei che un manuale dei mostri fosse costruito. Non troverete statistiche, che quelle sì creano al volo e sono anche divertenti da costruire. Ho cercato di rendere la descrizioni stringate ma evocative, e di dire solo lo stretto necessario. Tutte attrazioni sono progettate come incontri in un gioco osr, almeno come lo intendo io. Voglio dire che le ho progettate in modo che pongano, almeno come principio, dei problemi ai giocatori. Spero di esserci riuscito… ma anche se non fosse, se queste attrazioni fossero solo mere decorazioni, siete davvero sicuri di essere nella posizione di poter giudicare? Quante volte i vostri personaggi si sono messi in situazioni tutt'altro che divertenti per fare divertire voi? Pensate ci si diverta a rischiare il collo nelle tombe sotterranee e nelle terre selvagge? Se sì, perché non comandante voi, invece che giocare ai giochini nerd? Ecco. Se i vostri PG si vogliono svagare alla Sagra della Manticora, perché no concederglielo?

Come creare la mappa della Sagra del Torneo, nel Grande aperto tra la Casa di Caccia di Beltramo e Epaminonda e il Guado della Caprara:

  1. una manciata di dadi e lanciali sulla mappa della Sagra.
  2. Ogni dado rappresenta una delle varie attrazioni, il numero rappresenta la dimensione dello stand o del tendone.
  3. un uno è poco più di un gazebo, un vendi è un piccolo castello di tela.
  4. Ogni volta che i personaggi si avvicinano a una tenda, tira 1d20 e 1d6 per sapere di quale attrazione si tratta.

La fiera dura una settimana. Nei vari giorni è possibile ottenere sconti sulle attrazioni e sui beni in vendita. Sta ai giocatori dimostrare come lo sconto della giornata si applica al bene che vogliono acquistare.

Giorno successivo alla prima Luna Nuova di Primavera, le tende dei nobili sono pronte. Quinto Giorno prima della Fiera, il 5% delle attrazioni sono pronte. Quarto Giorno prima della Fiera, il 15% delle attrazioni sono pronte. Terzo Giorno prima della Fiera, il 30% delle attrazioni sono pronte. Secondo Giorno prima della Fiera, il 60% delle attrazioni sono pronte. Primo Giorno prima della Fiera: tutte le attrazioni della Fiera sono pronte. Primo Giorno di Fiera, sacro al Dio Rosso, sconti sui prodotti caldi. Secondo Giorno di Fiera, sacro al Dio Blu, sconti sulle cose esotiche. Terzo Giorno di Fiera, sacro al Dio Nero, sconto su ciò che è viscido. Quarto Giorno di Fiera, sacro al Dio Artefatto, sconto su ciò che va capito. Quinto Giorno di Fiera, sacro al Dio Verde, sconto su ciò che cresce. Sesto Giorno di Fiera, sacro al Dio Bianco, sconto su ciò che è giusto. Settimo Giorno di Fiera, dedicato alla lotta contro il Chaos: Lapidazione del Minotauro, sconto su ciò che contribuisce alla Guerra Lenta contro il Chaos. Giorno dopo la Fiera, sconto su ciò che avanza.

  1. FABBRI
  2. Il buon Archita pensa di poter fare qualche buon affare vendendo falci, rastrelli, forche e altri strumenti agricoli, qui in fiera. Ha portato nove dei suoi figli figli (sei maschi e tre femmine), un paio di mastini e una una piccola selezione di prodotti scelti, ma più che altro cerca qualche commissione importante, per esempio un piccolo proprietario terriero o un nobile che voglia fondare una nuova colonia. Parla solo di lavoro e non vuole immischiarsi in tornei o guazzabugli simili, ma se i ragazzi si vogliono svagare non si metterà di traverso.
  3. All’epoca del Principe Carogna i Regni di Sotto mandarono un’ambasceria a Vecchia Capitale, composta da diverse dozzine di famiglie cefalopodesche. Yghwlruwu discende da una di queste stirpi, che negli anni si è specializzata nel modificare le classiche attrezzature usate dagli abitanti dei Regni di Sotto per respirare l’aria in strumenti adatti a far respirare l’acqua ai sudditi della Manticora. Yghwlruwu si muove in un apparato meccanico grossomodo ovoidale, manovrando coi suoi tentacoli alcune pinze e tenaglie con le quali serve i suoi clienti. I suoi scafandri sono puttosto rudimentali ma efficaci (dopotutto, non sarebbe qui a venderveli se non funzionassero, no?). Se si spaventa riempie il suo scafandro di inchiostro nero. Non ha mai toccato nessuno.
  4. Baldanzo e sua moglie Crestina portano avanti la vecchia e onesta attività di famiglia: fabbricare e vendere strumenti di tortura. Non si tratta certo di un’attività ben vista, ma diciamoci la verità: chi non ha bisogno di schiacciapollici, manette, seghe per le ossa, coltelli da pellettiere, mordacchie, imbuti per la nutrizione forzata o pioli bloccanti, almeno una volta nella vita? Finchè c’è una domanda c’è un’offerta, no? E Baldanzo e Crestina sono tutt’altro che lugubri o sadici o che altro. In realtà sono anche di buona compagnia, se uno li conosce da vicino.
  5. Pavello Giuleppe è il nano più grosso che c’è, con i suoi sei piedi e rotti di altezza è considerato quasi un mostro da quelli della sua razza. A lui non importa, è cresciuto in orfanotrofio e si è trovato un lavoro duro ma ben pagato, e sa che questa sagra sarà una gran fortuna per lui: chi non ha bisogno di ferrare cavalli, a una giostra? per questo si è portato la sua cara incudine a spalle fino al Prato Grande, e ha mandato subito il suo assistente, un gigante delle colline storpio, deforme, e orribilmente basso per gli standard della sua razza, a raccogliere tutta la legna disponibile. Non parla molto, più che altro lavora e riscuote. Vuole soldi, e sa che ferro più sudore è uguale a oro.
  6. Asce, accette, roncole, storte, macheti… se spacca la legna, Gheloria e Sturnpetra lo hanno. Tanto segaligna la prima, quando florida la seconda, le due signore ormai non più giovani condividono l'attività, il destino, il taglio di capelli sfumato alto, l’amore per la pipa e, inopinatamente, il guardaroba. Sono disposte a fare sconti ma non a perdersi le gare. Sono grandi appassionate di lanci vari e Giostra dei Gran Limaci. Sturnpetra ha vinto per sei volte la gara annuale di lancio del sasso nella sua città, quando era più giovane.
  7. Bujaquim il Lanternaio ha aperto la sua prima attività forse centoventi anni fa, quando era già un vecchio gnomo in pensione. Da allora avrà detto forse sessanta parole in totale. Bujaquin dorme, mangia qualche tozzo di pane bagnato nella birra (i denti non sono quelli di una volta), lavora alle sue lanterne metalliche cesellate, fuma oppio e va a dormire. I prodotti delle sue mani variano dalla latta quasi inutilizzabile alla lanterna che fa luce per un anno e un giorno senza produrre fumo o consumare olio. Impossibile sapere in anticipo la qualità dei prodotti, che costano tutti la stessa cifra. Alcuni dicono una lanterna su cento delle sue sia magica. ALcuni dicono che un Genio gli abbia rivelato i suoi segreti.Per altro Bujaquim è il vero creatore della Lanthorna degli Gnomi. Pare siano tutte balle. moneta nel pertugio corretto, il bestione metallico sputa fuori delle frecce.

  8. ARMAIOLI

  9. “Sentite, Zax il Bigio e la sua banda non sono briganti, capito capo? Siamo Goblyn e abbiamo una regolare licenza di mercatura. Non le facciamo noi le battaglie. Non siamo noi a attaccare le carovane nelle terre selvagge, nossignore, sono tutte fandonie, menzogne dico io, menzogne belle e buone messe in giro per screditare Zax e la sua banda. Noi siamo onesti. Se qualcun altro attacca una carovana, ammazza tutti e se ne va, cosa dovremmo fare? lasciare l’ tutta la roba? così che gli schiavi del Chaos se la prendano per me maledetto il loro sangue? Nossignore, Zax e i suoi hanno un importante ruolo sociale, ecco la verità. Adesso, cosa vuoi ragazzo? Ti va un bell’usbergo? basta che la canaglia non ti prenda nell’esatto punto dove ha preso il precedente proprietario, ecco. Ti va una spada? se aveva una maledizione sopra, direi che il poveraccio che l’ha usata prima di te l’ha scontata tutta, capisci cosa intendo?”

  10. La Fabbrica di Armature e Articoli di Protezione di Gladiolus Gallo è nota in larghe parti del mondo per la sua affidabilità, per lo stile, il buon gusto e la riservatezza dei suoi operatori, tutti nani, assai discreti e puliti. Lavorare per gallo vuol dire due cose: puoi smettere di preoccuparti per il tuo futuro e non ti è più concesso il minimo errore. Chi sbaglia paga con il licenziamento e a volte con la vita. Gallo è sempre presente nelle location e negli eventi più esclusivi. Ha fabbricato armature per cinque Imperatori e migliaia di nobili di alto rango. Il suo stemma, una testa di gallo mozzata su un palo, con spilli negli occhi, è garanzia di qualità e prestigio. Ovviamente una filiale di questa importante impresa non poteva mancare alla Sagra della Manticora. Quasi sicuramente non potete permettervi nemmeno una catenina. I commessi non si fanno problemi a farvelo sapere in modo discreto ma inequivocabile.

  11. Secondo un antico patto stretto da uno degli Elfi Imperatori, i morti della Nazione delle Stelle Viola sono schiavi dell’Impero per cento e uno anni. I Fratelli Maagta erano fabbri e bardi della Nazione delle Stelle Viola, morti per la Grande Peste di alcuni decenni fa. Ora portano a compimento l’antico vincolo sotto forma di Spettri. Le loro urla agghiaccianti possono torcere le ossa e trasformarle in armi pericolosissime. Tutti i soldi che guadagnano vanno all’Erario di Sua Grazia l’Imperatore la Manticora. Solo i veri duri però sono disposti a pagare per i servizi di questi fabbri inquietanti.

  12. Mulostorgio, per gli amici Mulo, era uno dei liberi Ciclopi delle Scogliere. La vita era bella, si mangiavano capre, si forgiavano lanterne e mazze ferrate, si facevano naufragare le navi e si andava al saccheggio, tutti insieme, diversi ma uniti. Mulo però fu catturato e venduto come schiavo, e ora lavora in ceppi per un vecchio fabbro zoppo e alcolizzato di nome Tzippa. Non è il fabbro migliore in circolazione, ma nessuno sa manovrare il ferro crudo come lui.

  13. Petrosh da Lamata è un bullo grande e grosso, e gli orfani che ha comprato come servi lo sanno e lo temono. I colpi del suo scudiscio sono tremendi, e il suo dente d’oro una minaccia luccicante. Vende bestie. Compra cani, galli, porci e bimbi e li alleva tutti insieme, tutti allo stesso modo crudele e indifferente. Quando sono pronti, sono vere macchine da guerra, addestrate a sbranare a comando. Provare per credere.

  14. Se c’è un prodotto di cui l’Impero della Manticora non può fare a meno, sono le frecce. “ammazzalo prima che possa ammazzare te, e ammazzalo da lontano” è una regola che tutti imparano fin da piccoli. Per questo qualcuno (non si sa bene chi) ha pensato di mettere a frutto le proprie conoscenze (non si sa bene quali) per creare una macchina che produca frecce, dardi e quadrelli a richiesta (non si sa bene come). La macchina è un imponente groviglio di metallo e si muove su sette corte zampe. Non è ben chiaro come sia arrivata fino alla Sagra, o come facesse a sapere che qui ci sarebbe stata richiesta del suo prodotto. In pratica l’unica cosa certa è che se si infila una moneta nel pertugio corretto, la macchina vomita frecce.

  15. PREDICATORI

  16. Chiunque si unirà al Pellegrinaggio verso i Luoghi Sacri oltre i confini del Chaos avrà mondati tutti i peccati e accumulerà un tesoro nel Regno che Viene. Così va predicando Fra’ Orsino, dell’Ordine di Santa Catena. Occhi spiritati, barba incolta, povera tunica di lana stinta, imponente nel fisico e nella voce, raccoglie attorno a sé i fedeli, denunzia i peccati e invita i peccatori a unirsi a lui nel lungo viaggio penitenziale. Molti si uniscono a lui, ma molti meno sopravvivono alle durezze del Pellegrinaggio. Per ora ha raccolto 4d6 seguaci, e conta di convincerne altrettanti prima di ripartire verso la sua meta elusiva e preziosa.

  17. Xandras Xane sembra avere un banalissimo chiosco di astrologia e oroscopi. In realtà non se la cava nemmeno male con queste cose, solo che le fa in modo ostentatamente svogliato. In verità è in cerca di altri che come lui siano seguaci della Dottrina Pitonica. I Pitonici furono traditi e massacrati fino all’ultimo per motivi oscuri nei primi giorni di regno della Manticora… fino all’ultimo o quasi. Xandras è uno di loro. Di certo ce ne devono essere altri, altri illuminati, matematici, razionalisti, lulliani. Ma bisogna essere cauti: li trovasse un cacciatore di streghe, la loro fine sarebbe rapida e brutale.

  18. La Casa del Divino Culto degli Amici dell’Anima e degli Psicopompi, comunemente detta Associazione degli Amici del Diavolo si è sudata la sua posizione e il riconoscimento sociale che ha ottenuto con non poche fatiche. Chi vorrebbe degli adoratori dei diavoli nella propria città? O meglio, chi ammetterebbe di volerli… La tenda degli Amici, con tutta la sua decadenze e barocca abbondanza di sete, incensi e profumi, spiega perfettamente sia le ragioni dell’attrazione che quelle della repulsione nei confronti di questa setta. All’interno una dozzina di Amici promuovono le attività filantropiche della setta. Con un po’ di fortuna, evocheranno una Succube o due.

  19. il mistico ogre Urgri era allievo del grande filosofo ogre Gnerdel, ma il suo maestro preferì il suo altro allievo Ungvar per farsi accompagnare nelle desolate lande polari. Da allora Urgri vagabonda cercando le ragioni della sua rovina. A volte segue i dettami della dottrina dei filosofi ogre, e cerca di posizionarsi il più in alto possibile nella catena alimentare, nutrendosi di orsi o altri predatori. In altri momenti, sopraffatto dal disgusto per se stesso, digiuna per settimane o persino mesi. In ogni caso ogni atto della sua pratica mistica è pubblico, e ostentato fino all’estremo.

  20. Fra’ Demetrio, dell’Ordine del Biancospino, nella sua modesta toga bianca, di modi pacati e cultura solida, predica il perdono e il rinnovamento spirituale attraverso la carità verso poveri, orfani e vergini. Il suo sorriso pacioso e rubizzo nasconde una radicale severità di principi. In fondo, è un martire. Non ha mai perso un dibattito pubblico, e non vi si sottrae, anche se non è animato da spirito competitivo. Si concede due dita di cordiale ogni tanto. Digiuna un giorno ogni tre.

  21. Fra’ Galdino, dell’Ordine della Chiavarda.Infervorato predicatore dalla cultura poderosa, studioso attento e fine dei testi sacri come di storia, matematica, alchimia, musica, geografia, epigenetica, apologetica, aneddottica, logica. Non vuole la conversione dei cuori, vuole che tutti siano d’accordo con lui e che ammettano che avevano torto quando la pensavano diversamente. Non è abituato a parlare faccia a faccia, ma solo a folle, classi, conviti, convegni, simposi. Sogna di divenire il predicatore personale della Manticora, e effettivamente avrebbe anche le virtù necessarie.

  22. MEDICI

  23. Dottor Gamaele il Salernita: assai raramente lo si può vedere senza guanti, maschera e cappello. Perentorio nelle interrogazioni quanto vago nei responsi, che da sempre in Lingua Medica. A volte viene il dubbio che il becco della maschera gli serva a nascondere il ghigno con il quale prognostica febbri o prescrive amputazioni. Puntiglioso nel calcolare la sua parcella quanto micragnoso nello spenderla. Non sbaglia quasi mai una diagnosi.

  24. Yan Van Ann, MD: assai raramente è sobrio. Se non è attaccato alla bottiglia vuol dire che la notte prima ha speso tutti i suoi soldi e ora è piegato dai postumi e probabilmente inseguito dai creditori. Dopo la terza bottiglia è un genio. Un vero visionario, capace di curare qualunque malattia con tre erbe e due bicchieri di gin, di eseguire operazioni chirurgiche improbabili e di citare a memoria i detti dei più grandi dottori del mondo. Oppure di ucciderti. Capita. Non sbaglia quasi mai una terapia.

  25. Sora Cicca: non lascia mai la sua tenda, dove riceve chiunque chieda di lei con sufficiente deferenza. Tra festoni di erbe secche e fumi densi, manipola i corpi dei pazienti senza alcun riguardo per l'igiene o il pudore. Spesso ci azzecca, tra uno scaracchio e un moccolo. Si paga in anticipo. Nessun rimborso. Non toccare il gatto.

  26. Messer Ruggine: spiritato, glabro, tatuatissimo e in gran forma. Cura i calcoli con la psicoterapia, la pellagra coi massaggi, le fratture con il nudismo e l'umore melanconico con una dieta a base di cane e acqua. Non il medico che ti aspetti. In perenne polemica con i suoi colleghi. Non stupisce che sia considerato un cialtrone.

  27. Fra' Berrino Muschiodoro: minuto, preciso, lento. Simpatico. Crede fortemente nella guarigione come sacramento. Con gentilezza, cercherà di covertire i pazienti. Spregiudicato negli esperimenti, abilissimo farmacologo, coltiva per passione piante velenose. Non rifiuta mai di aiutare due amanti.

  28. Melchiorre Mintaka: alto, pallido, silenzioso. Non cerca di guarire, ti vuole morto. Ritiene di poter resuscitare i morti in un corpo perfetto e incorruttibile concentrando la luce delle stelle. Non ci è ancora riuscito

  29. BIRRIFICI

  30. Casa Ospitale di Bernardone: famosa catena di sale da birra con ottimo ambiente per famiglie allargate. Sono presenti intrattenitori per bambini e non sono ammesse volgarità. Specializzati in compleanni. Le cameriere sono ragazze alla pari in uniforme, e servono sidro di mele (succo di mela per i minorenni) e ghiande con frutta secca e disidratata.

  31. Il Vecchio Rimorchiatore di Zio Checo: Zio Checo è morto, fatal gli fu un gabbiano mangiato crudo al mattino. Suo nipote Cinno Bagai ha ereditato l’attività, e a otto anni è già in grado di servire l’imperial stout che ha reso famosa questa casa da birra, con i tradizionali spiedini di ostriche e datteri di mare. Diventa inaspettatamente violento quando qualcuno non paga il conto.

  32. La Casa delle Torce spente di Licralma: la proprietaria è evidentemente una vampira, e non fosse tradita dall’incarnato pallido o dall goccia di sangue che perennemente le cola dalle labbra al seno (esposto liberalmente dai corsetti orlati di pizzo nero), basterebbe guardare il lusso macabro della sua sala da birra per averne il sospetto. I suoi camerieri, decisamente poco vivi, servono una lambiq densa e scarlatta, accompagnata da cassate con ricotta e canditi.

  33. La Betoniera: Grangrugno Zannuto è un mezzorco veterano, che si è ritirato per darsi alla sua vera passione: urtare la suscettibilità dei palati gentili con birre abbastanza forti da stendere un cavallo e abbinamenti tanto ardimentosi da intimidire un ussaro. Offre (con fare alquanto intimidatorio) il suo cavallo di battaglia: una rossa aromatizzata con arachidi e paprika, e per mandarla giù la accompagna a scodelle di ciccioli di cotica soffritti in olio di palma. Racconta volentieri storie di guerra e ogni tanto non disdegna una bella rissa.

  34. Il Boschetto: Frate Iolchim, uno gnomo barbuto e rubizzo, è troppo alticcio per essere davvero burbero. Offre una ipa all’ananas attentamente sviluppata e generosamente assaggiata, che accompagna con bretzel al wasabi cucinati dal genero, un panettiere piuttosto lugubre di nome Cim.

  35. Nuovi Orgasmi Culinari (NOC) di Ione Kalilinga: efebi paraninfi, guidati dalla proprietaria ondina, servono Gulden Draak, rossa e corposa, con tapas di sushi di salmone selvaggio e tuorlo d’uovo di quaglia. Non ammettono modi rozzi, ma gradiscono stili satrapeschi.

  36. VINAI

  37. Calici di Frizzantone di Prsk, asprino, spumantato con metodo birraio, raffinato in bottiglia, adatto a miscelarsi con amari cupi. Giocondo, da accompagnare con sushi di aringa.

  38. Sciannachelli di Krizias, vino bianco, terroso, fermo, immobile come il sole a mezzodì il giorno di Ferragosto, sotto il segno del Leone. Implacabile, da accompagnare con pomodori secchi.

  39. Bicchierini di Vena di Capammushq, vino rimacerato di uva appassita in pianta, tardiva, zuccherina, ostinata e appiccicosa come un rimorso o un vizio assurdo. Spesso, da accompagnare con pasta di mandorle.

  40. Ballon di Sorayah, scuro come sangue, avvolgente come il profumo di una donna che avresti potuto avere, in una notte in cui avresti dovuto bere di meno. Indimenticabile, da accompagnare con fumo di shishah.

  41. Scodelle di Sangrilla di vinaccio con frutta macerata in grappoli, pesche, bacche, pere, mostarda di frumento, agrumi spremuti. Traditrice, da accompagnare con tortilla di patate dolci.

  42. Doppi magnum di Spumantone sciabolato, frizzantissimo, elegante, smodato. Gioioso, da accompagnare con una vittoria.

  43. MERCANTI DI TESSUTI

  44. Baba Vathek possiede undici cammelli. questa è stata la sola eredità che il vecchio Nonno Baba (di cui vathek racconta a profusione gli apologhi) ha lasciato al suo nipotino, e lui l’ha fatta fruttare, trasportando tela grezza di lana caprina su e giù per gli Altopiani della Fame, lungo le piste infestate dai pirati drow e dagli spiriti del vento. Guarda tutti in faccia, dai Giganti del Gelo suoi clienti agli orfani ai quali concede generosa carità. Cerca di stare lontano dai guai, ma non si lascia sfuggire l’occasione per un buon affare. La sua tela è la migliore per realizzare tende fresche e discrete. I suoi cammelli masticano e sputano.

  45. Hwn Mng assistette alla prima visita di cortesia dei messi di Sua Grazia la Manticora alle Eccellenze di Candida Giada, e fu colpito dalla rozzezza dei loro modi e dei loro panni. Si imbarcò allora in una perigliosa impresa commerciale, per trasportare le sete di Yoo Suin fino a Veccia Capitale. Si tratta dell’unico Lumacoide presente al Torneo, e forse dell’unico della sua razza nel raggio di un milione di miglia. Non ha idea dell’effetto che la Giostra dei Limaci farà sui suoi sensi delicati. Appartate, le fanciulle più sfrontate si chiedono sottovoce come sia la sua compagnia, se egli abbia le medesime proporzioni dei Limaci da Guerra. Sette veli delle sue sete non coprono le forme di una giovinetta, tanto sono impalpabili, ma, a detta del mercante mollusco, offrono singolari protezioni dagli incantamenti. I suoi servi sono nani glabri marchiati a fuoco.

  46. L’odore forte di urina impesta l’aria, insieme a altri più ripugnanti e artificiali. Zakkeo cuoce e ricuoce la pelle da concia nei suoi pentoloni, la stende, la liscia, la taglia, la tratta. Può mantenere il colore, può cambiarlo del tutto. Può riuscire a farti vedere le vene, se paghi abbastanza. Può farti la pelle di un colore e le vene di un altro. Puoi portargli la tua pelle da conciare, nessuna domanda. Cioè, la pelle di qualcun altro, non la tua. Cioè. Se volesse conciare la tua saprebbe come fare. Vuoi un fodero per quella spada fatto con la pelle del suo precedente proprietario? Vuoi un guanto con una mano di orco, unghie e tutto? Dicono che se vuoi concepire un erede la ragazza deve giacere nuda in un letto di pelle di cavallo. Hai un cavallo? Zakkeo si occupa anche di tatuaggi e piercing, ma non a tempo pieno. Non si priva di qualche soddisfazione personale. Ti guarda da sopra gli occhiali, come un falco o un avvoltoio.

  47. La Testa Rossa, il grande vulcano che domina le Foreste Fumiganti, s’è adirata con la nazione Nguele, e essi hanno dovuto abbandonare la loro amata e nera terra, sommersa da un fiume di ceneri bollenti. Gli Nguele sono nomadi ora, si dedicano a seminare e raccogliere il cotone d’estate, a stampare e tagliare i tessuti d’inverno e a tessere, filare e tagliare sempre. I loro uomini sono contadini vagabondi e mercanti, le loro donne tessitrici e musiciste. Tutti sono sarti, indossatori e tifosi sfegatati del loro campione al torneo, Klaputnyk Armadyllynk. Farebbero di tutto per vederlo gareggiare, partecipano con passione a ogni vittoria o tracollo. Ci sono venti o trenta di loro, più altrettanti bambini. Cucinano latte ristretto, giocano con palle di stracci.

  48. Come dice il proverbio? se non vuoi lavorare, stringi un patto con una tribù di scimmie e costringile a lavorare al tuo posto… o qualcosa di simile. Patrick Kuka ha passato la vita sulle navi mercantili che percorrono la costa tra stelle al Traomonto e Delta Secco, spacciando granaglie per terracotta e legname per pesce secco. Vedendosi ormai vecchio e zoppo, ma non sazio di guadagni, asoldò una banda di ammazzabondi per trafugare l’Idolo d’Oro di Moctehotep, di cui aveva avuto notizia, e rendere schiave le scimmie della nazione dei Mille Gradini Consunti. Esse gli obbidiscono come obbidirebbero all’Antica Serpe loro padrona, e Patrick le usa per raccogliere noci di cocco mentre lui sta in panciolle, recuperarne le fibre mentre lui sorseggia cocktail con le clienti, intrecciarle mentre lui prende il sole e farne abiti e cappelli leggeri e a la page mentre lui si lucida il dente d’oro. Le scimmie mangiano un pastone fermentato di cocco, Patrick passa le notti all’osteria, paga a tutti e fa il brillante.

  49. Filarete Toppacalza dei Toppacalza di Pasciotto aveva le carte in regola per essere uno degli imprenditori del tessile di maggior successo della sua epoca: la sua famiglia era nel ramo da generazioni, le sue greggi non venivano molestate da Chaos da decenni e decenni, i suoi investimenti fruttavano bene su tutte le sponde del Mare Cerchiante. Si offrì, per massimo prestigio e pubblicità, di tessere gli abiti per le Divine Concubine della Manticora, ma qualcosa andò storto e perse tutto. Ora ha in mente un piano: vende i tessuti più magici e pregiati che esistano. Così sottili e raffinati che possono essere visti solo dall’occhio sagace di chi è del tutto fedele a Sua Grazia. Chiunque non li veda, è per forza di cose un traditore. Smirk smirk.

  50. MERCANTI DI BESTIAME

  51. Sceso dai fianchi dei Monti Cerchianti Gryudt Skryuq è uno dei pochi Giganti del Fuoco che si siano dedicati a attività diverse dalla Guerra Lenta contro il Chaos e la creazione di armi e armature. Pascola il suo gregge di immensi e pelosissimi cammelli, sradica alberi a mani nude per nutrirli di foglie, li munge e ne fa fermentare il latte denso nel suo cappello di peltro. Non vuole saperne di guerra e cose simili. gli servono contanti, perchè pare che per vivere tra la gente pacifica servano contanti, e per averli può pur vendre qualcuna delle sue bestie.

  52. Il finto brodo di tartaruga è un piatto prelibato della cucina locale, deliziosamente delicato e dalle noti floreali. la Famiglia Fratelli è un gruppo di undici goblyn in cinque impermeabili, che, spacciandosi per onesti mercanti di bestiame, sta cercano di piazzare tre grosse tartarughe marine. Le tartarughe notoriamente devono essere consumate a poche ore dalla macellazione, quindi prima le si vende poi le si ammazza. er ora vivono in una buca piena d'acqua in ceppi.Le tartarughe si chiamano Myrticerio, Rundolpho e Pegghino. Myrticerio è un anziano linguista rettile in pensione, con una conoscenza approfondita delle lingue dei popoli marini. Rundolpho è un ingegnere idraulico specializzato nella tecnologia della corda tesa e nell’uso di molle e elastici per adattare il funzionamento dei marchingegni all’ambiente marino. Pegghino è un estetologo e un esperto di teoria del colore, con una passione sfrenata per i dipinti a olio dell’epoca classica.

  53. I mercanti hobgoblin della famiglia Purghuli hanno sviluppato un metodo elegante per rifornire di sanguisughe tutti i medici e i ciarlatani della regione. Catturano con trappole di corda alcuni grossi esemplari di Gorilla di Montagna, e li depilano completamente con diverse applicazioni di una ceretta fatta in casa da Nonna Purghuli. Quindi li conducono alla vicina palude e li immergono per alcune ore: quando vengono tirati fuori i Gorilla sono letteralmente coperti di sanguisughe. I Gorilla vengono quindi sedati con Miele Anafasico, che causa un torpore delirante. I Purghuli ne hanno portati tre, per un totale di parecchie migliaia di sanguisughe, che vendono a peso. Vendute tutte le sanguisughe macellano i gorilla esangui e ne vendono anche le carni arrostite.

  54. In generale le creature del Chaos non sono bene accette nelle terre dell’Impero, ma ci sono eccezioni. Dopo tutto, non vi furono Imperatori figli di elfi? i Satiri del Cerchio di Ferro possono venire nelle terre degli uomini per commerciare e comprare e vendere capre e prodotti caprini. Una capra è una capra, e gli abitanti dell’impero hanno bisogno di capre. I Satiri le guidano, le mungono, le ingravidano e le tosano. Quelle deformi sono buone per la carne. I Satiri del Cerchio di ferro però hanno un obiettivo segreto: trovare il modo di liberare il Minotauro prima della sua lapidazione o almeno di ucciderlo per non farlo coprire di scherni e ludibrio. Prendere il sole, suonare il flauto di pan, declamare poesie sconce e penetrare qualunque cosa si muova e non fugga a gambe levate sono solo una copertura.

  55. Bradipi! Pangolini! comprate Pangolini per la vostra casa! così va urlando la cara Mona, una signora tonda come i suoi animaletti da compagnia ma decisamente più morbida. Sono bestie perfettamente addestrate, Mona sa il fatto suo, e non sono certo vendute a buon mercato. Ma, ehi, è la moda. E alla moda non si comanda

  56. La Scuola di Alta Formazione Genetica è caduta in disgrazia dopo l’Editto Dromolipsonte e la fuga dai loro laboratori degli Gnoll. La Sagra potrebbe essere l’occasione del loro riscatto: una dozzina di studenti ha organizzato una piccola mostra di ibridi abbastanza orrendi di creature assolutamente normali. Roba da far accapponare la pelle, mostrata con assoluta nonchalance. Un docente premierà il vincitore di questa orrenda fiera scientifica.

  57. CIRCENSI

  58. Katoblepa Kim e il suo Magnifico Spettacolo di Cavalleria è arrivato in città! Le sue tre dozzine di cavalli bianchi ingualdrappati sanno fare salti e piroette, e le fanciulle e i selvaggi che li cavalcano sanno lanciare e riprendere asce e bottiglie mentre cantano al ritmo dei tamburi. Katoblepa Kim fa una pubblicità sperticata al suo spettacolo, masticando erbe amare e biascicando col suo accento stiracchiato, con un pappagallo verde che ripete i suoi lazzi dalla sua spalla. Gli mancano le pampas sconfinate, dove i condor inseguono i raggi del sole. Per una birra racconta volentieri di quei luoghi selvaggi e lucenti.

  59. I Grigi sono una ventina di goblyn, forse parenti, che rallegrano grandi e piccini con spettacoli di equilibrio quasi miracolosi, avendo portato all’estremo l’arte di sopravvivere all’essere gettati nel vuoto. Il segreto dei goblyn sono i grandi numeri: di una ventina di goblyn funamboli sei o sette dovrebbero salvarsi, e questi si spartiranno il caché. C’è poi tutto un giro di scommesse gestito dai goblyn stessi su quali saranno i primi goblyn a cadere dal filo e a spiaccicarsi al suolo.

  60. Zefirino il Magnifico, il Grande Clown, è qui per sollazzare i suoi spettatori con scherzi e mimi e tutte le arti della clowneria. La sua maschera bianconera diffonde grasse risate e buonumore. Non è facile dominare l’arte della clowneria, dacchè si corrono due rischi opposti e speculari: far morire la gente dal ridere o resuscitare i morti dalle loro tombe. Zefirino impiega più forze a contenere le energie mistiche della sua arte che a far ridere le persone che accorrono alla sua tenda per rinfrancarsi lo spirito. Un giorno perderà il controllo, ne è certo. Forse sarà il vino, o l’età ingravescente, o il ricordo della bella Lionora, il cui ritratto sospirato Zefirino tiene sempre vicino al petto.

  61. Al centro di un ampio spiazzo coperto di erba fresca intrisa di rugiada, tra secchi d’acqua pronti all’uso e coperte umide, in piedi su una cassa, Rutilone, halfling mangiafuoco, rallegra chiunque si degni di offrirgli qualche moneta inghiottendo braci, fiammate, carboni e bevendo piombo fuso. Valli a capire gli umani. Pagano per vedere un povero mentecatto fare merenda.

  62. mettere la testa nella bocca di un leone inferocito non è certo cosa da poco. Ci vuole coraggio oltre che tecnica. Kzemierz lo sa, e ha organizzato un ottimo spettacolo nel quale lui e le sue bestie feline si esibiscono in acrobazie e trucchi nei quali la ferocia degli anmali rende ancora più stupefacente la virtù dell’uomo. Serve coraggio, ma anche fiducia assoluta nell’addestramento degli animali.

  63. Le pie monache del Priorato Lusus Naturae raccolgono sotto la propria ala tutti quei giovani deformi e quegli scherzi della natura che il Chaos genera nel grembo delle donne mortali e offrono loro una vita serena come fenomeni da baraccone esposti alla pubblica curiosità al prezzo di qualche moneta. Lo spettacolo colpisce i sensi ma è altamente edificante, istruendo come fa giovani e vecchi sulla pericolosità del Chaos e offrendo un esempio di redenzione attraverso l’onesto lavoro.

  64. USURAI

  65. “Non bestemmiate contro il tempio, ma contro l’oro del tempio” è un modo di dire comune. Disprezzato perchè troppo vicino alle cose sacre da poter apparire pulito, l’Oro del Tempio è in realtà una banca come tutte le altre, con in più la meritoria caratteristica di distribuire dividendi alle istituzioni religiose, sia chiaro per le sole spese liturgiche. Certo, chi non restituisce i denari che deve all’ODT commette un peccato mortale e in teoria può essere messo al rogo. L’ODT ha messo u una bella tenda ricamata con scene di pietà, dove un nutrito gruppo di chierici impiegati tiene conti e redige contratti. Offre prestiti personale al tasso del 9.8% a luna.

  66. Prestare denaro a interesse è, almeno in teoria, strettamente proibito nell’Impero della Manticora. Solo l’Imperatore stesso e l’ODT sono legittimati a compiere questa attività, ma ovviamente le esigenze dell’economia e tutto il resto eccetera e si trova sempre una scappatoia. La scappatoia della famiglia Hirudini è quella di camuffare il credito come cambio di valuta e compravendita di metalli preziosi. Bisogna possedere delle gemme o qualcosa di simile, e con un complesso sistema di contratti e obbligazioni gli Hirudini possono offrire un ottimo surrogato di un prestito a strozzo (tra l’11% e il 13.9% secco, da restituire entro una luna pena ricalcolo punitivo). I testi dei contratti sono arzigogolati, barocchi, ma ogni Hirudini, anche un ragazzino di dieci anni, ve li sa spiegare a menadito.

  67. La Pyrameed funziona così: tu hai bisogno di formazione, tecniche e strumenti per poter avere successo economico e trasformare i tuoi beni in una vera fortuna. Potenzialmente, potresti essere ricchissimo. Devi solo capire come mettere a frutto ciò che hai. Non è difficile, solo devi entrare nella giusta modalità di pensiero. Le modalità di pensiero sono un punto fondamentale. Conosci la tua modalità di pensiero? Qui alla Pyrameed ti possiamo insegnare ad analizzare la tua, e quella degli altri. Comodo e utile. Paghi l’iscrizione al corso base (650mo) e sei ammesso al primo seminario. A questo punto se vuoi, ma solo se vuoi, puoi proseguire con i tre corsi avanzati (850mo l’uno) o prenotarti per sessioni di monitoring (150mo l’una più commissioni). Ovviamente la Pyrameed ti concede una commissione di 120mo per ogni studente che farai iscrivere a un corso base. Se concludi il ciclo di corsi potrai essere inserito nella lista dei monitor, e lì arrivano i soldi veri. Se hai bisogno di soldi in fretta ti conviene portare parecchi studenti al corso base. I corsi si svolgono sotto una tenda nera, sono offerti rinfreschi elaborati cucinati da un gruppo di studenti che vengono pagati in visibilità. I monitor sono bellissimi, profumatissimi e sono tutti schiavi del vampiro che sta a capo dell’operazione e riposa in una cassa d’oro sul carrozzone dietro la tenda.

  68. I cartelli sono molti e inconfondibili: l’hobgoblin Zyfgna compra oro. Semplice e diretto. Roba da professionisti, astenersi perditempo. Ti serve credito? non firmare carte che poi sai mai di chi ti devi fidare. Impegna un gioiello piuttosto: Zyfgna ti offre il 60% in monete d’argento, nuove di zecca, buon solido, faccia della Manticora, mica zecche di sfrodo o battute del Chaos. Se non lo riscatti entro una settimana, va in vendita, e Zyfgna ti da il 10% della parte del valore di vendita che eccede la somma che già ti aveva versato. Limpido e cristallino. Pensi che l’Oro del Tempio ti riconosca condizioni migliori? Fatti i conti, fratellino. Fatti i conti! Un’ultima cosa: gli hobgoblin sono famosi per tagliare le mani a chi cerca di derubarli. Zyfgna in particolare ama conservare quelle di chi ha cercato di fregarlo, vendendo roba tarocca o facendo movide strane. le fa seccare al sole e ci fa festoni per la sua tenda, oppure le conserva in salamoia. Ne ha un carro pieno ormai. Zyfgna non è un pivello, è chiaro?

  69. Chi ci crede deve essere un po’ matto e forse sciocco. Ma chi non ci crede non è forse più matto e più sciocco? Agli Uomini Albero non serve l’oro, che se ne fanno? Oonondorimanguurutruk è un antico Uomo Albero del Bosco Silente, che dal tempo in cui il Fiume Ansante fu perduto al Chaos ha lasciato le sue terre per vedere il mondo, e seminare le sue ghiande in luoghi propizi. È grande e magnifico, le sue ampie fronde offrono ombra mentre lui trascorre i giorni in torpore, e formano un riparo naturale, quasi una tenda. Tra i suoi rami abitano i suoi servitori, un clan di Phanaton, scoiattoli volanti particolarmente intelligenti. Sono loro che hanno diffuso la voce: una moneta piantata all’ombra di Oonondorimanguurutruk crescerà in un alberello che frutterà dozzine e dozzine di monete identiche in pochi giorni. Certo, va annaffiata, curata, e come tutti i semi, il successo non è garantito. Sembra incredibile, ma non sono anche maggiori i miracoli certamente compiuti da Oonondorimanguurutruk? Lui non parla, a stento si muove. Ma non nega,

  70. Sotto una tenda pesante e sigillata, nella penombra perenne, un gruppo di diavoletti ha montato le Macchine della Prosperità. Il gioco è semplice: metti una moneta nella macchina, la macchina tira tre d20, se i tre numeri sono uguali vinci 1000 monete identiche a quella che hai giocato; se sono 3 20 ne vinci 10000. I diavoletti cambiano monete, offrono rinfreschi alla buona, non commentano. Il rumore dei dadi tirati e degli effetti sonori delle macchinette è assordante. Ci sono dieci macchine, sei o sette sono sempre occupate.

  71. AMBULANTI

  72. I guai capitano a tutti. La rovina economica è parte del ciclo della vita. La casa d’Aste “RiGenerazioni d’Oro”, di Ritmund e Gene Ca’ Sandrian si occupa di questo: rastrellare beni appartenenti a famiglie o enti andati in bancarotta, e rivenderli al miglior offerente. Per i sette giorni della fiera sono previste sette aste principali, più una miriade di aste minori di oggetti comuni, acquistabili con uno sconto medio del 15%. Le sette aste principali riguardano: I. Villa Signorile di Diciassette stanze nel cuore del meraviglioso Altopiano delle Nebbie, recentemente conquistato dalle forze del Chaos di Iryllion lo Scorticatore, base d’asta 150.000mo; II. Cipolla Volante, nave a vela perfettamente attrezzata alla fonda presso il Porto Nuovo di Stelle al Tramonto, base d’asta 10.000mo; III. tomba signorile nel cimitero monumentale di Vecchia Capitale, esclusiva, mai usata (recentemente), base d’asta 15.000mo; IV. spadone magico fiammeggiante, collaborazione nanico-gigantedelfuochesca, XVIII Dinastia di Zarak Zal, base d’asta 8.000mo; V. Coppa dei Misteri della Rinascita, potente aura trasmutativa, decorazioni floreali, base d’asta 11.000mo; VI. Tomo dei Misteri dei Sette Maghi Folli, una delle ultime 23 copie rimaste, volume proibitissimo dai Cacciatori di Streghe della Manticora, a solo ed esclusivo scopo collezionistico, con sigilli di sette Cacciatori intatti e certificazione relativa, base d’asta 50.000mo; VII. Contratto di servizio con la Compagnia della Foca, banda mercenaria regolarmente registrata, base d’asta 40.000mo.

  73. Un cartello bianco con una scritta nera dice: Oggetti Smarriti. Ella Xvul ha un passato da ammazzabonda, c’ha perso un occhio e una mano ma ci ha guadagnato in esperienza. Alcuni dicono che non sia proprio umana, forse sua nonna era una murena. Gestisce un servizio pubblico, in un certo senso: in una dozzina di grosse ceste tiene gli oggetti smarriti e perduti al Torneo. Se puoi dimostrare che l’oggetto è tuo te lo riprendi, se paghi un’offerta per Ella il suo ente benefico per pesci orfani, poche monete d’oro bastano. Se non è tuo paghi un riscatto (20mo) e firmi un contratto con il quale ti impegni a riconsegnarlo nel caso il legittimo proprietario eccetera. Quasi di certo se hai perso qualcosa, è qui. Il fatto che Ella si prenda cura di una mezza dozzina di orfanelli viscidi e dagli occhi lucidi è del tutto irrilevante e scollegato. E poi non è avida… ha imparato a non esserlo nelle Tombe Sottomarine degli Undattili.

  74. Gli antichi abitanti di Siepi Scure portarono l’uso delle tombe di famiglia a un livello particolare: inumavano un membro della famiglia, e quando moriva il successivo riaprivano la bara e ci mettevano dentro anche il secondo, e poi il terzo e così via. Un sarcofago di una famiglia particolarmente feconda poteva contenere anche venti o trenta corpi, ai bei tempi, prima che il Chaos giungesse a Siepi Scure e la città fosse saccheggiata, incendiata e i suoi abitanti venduti per schiavi ai mercanti delle Isole. Ora che i Marescialli della Manticora hanno respinto elfi e satiri, e Siepi Scure è stata riconquistata, i sepolcri del Cimitero Maggiore sono diventati oggetto di un tipo particolare di asta, organizzata da una banda di amamzzabondi. SI possono fare offerte per una mezza dozzina di sepolcri, e se ce ne si aggiudica uno, lo si possiede in toto. Lo si può rivendere, oppure aprire, violando i sigilli. Dentro ci si possono trovare un sacco di cose interessanti: vestiti antichi, gioielli, corpi mummificati… e a volte anche non morti o l’occasionale maledizione. Un sarcofago può costare circa 2.000mo, ma il prezzo può variare molto, anche raddoppiare nel caso di oggetti particolarmente raffinati, perchè oltre al valore dell’oggetto in sé bisogna stimare anche quello dei tesori contenuti.

  75. Una dozzina di bilance più alte di un uomo indicano la tenda sotto la quale si svolge il Mercato dei Metalli promosso dalla Gilda degli Armatori. Lo scopo della Gilda è ammassare quanto più platino possibile, in modo da ottimizzare il trasporto di contante per la paga dei soldati impegnati nella Guerra Lenta. le attività sono febbrili, una trentina di impiegati pesano, scambiamo, impaccano, caricano. Se vi serve rame o argento per spendere meglio alla Fiera, qui potete cambiare le vostre monete. Si acquista ogni metallo il primo giorno, e pi via via solo quelli più preziosi. Oro e platino non sono in vendita. Si vende a peso, una fornace alimentata da un piccolo efreet schiavo discioglie tutto per fare lingotti. Commissione del 5%, non trattabile. i commessi nerovestiti non hanno tempo da perdere con nessuno che non sia almeno Marchese.

  76. Smunti, barbe grige, pantaloni rotti, magliette rosa o gialle, Jin Alanburg e Orlov Ptrskij sono due vecchi ammazzabondi in pensione, poeti, artisti di strada, mendicanti, grandi sodomiti, venditori di collanine bracciali. girano per il mondo senza meta, vagando di fiera in fiera, sul loro carretto trainato da quattro muli e dipinto di colori psichedelici. Vendono droga ma più che altro sono interessati a comprarla. Almeno uno dei due vuole venire a letto con te. Educati, coltissimi. Le loro poesie, che scrivono su canovacci e appendono agli alberi o vendono per pochi spiccioli, fanno piangere di invidia i poeti laureati. I giovani bardi li seguono, li cercano, per chiedere benedizioni e collane benauguranti. Hanno cianfrusaglie e bigiotteria da vendere, ma accettano anche donazioni estemporanee, e ti possono intrecciare i capelli e la barba, se vuoi. Si amano, ma non si possiedono. Abituati a accettare a cuor leggero sputi e insulti per la scarsa igiene e la pratica del nudismo, non ammettono commenti superficiali sulla loro arte o sul loro stile di vita.

  77. Nana, Inanna e Nino sono tre tortuche, esempi perfetti del carattere schivo ma giulivo comunemente attribuito a queste creature benevole. Sono ambulanti, e vendono piccoli monili e utensili scolpiti nelle scaglie che si staccano dai loro gusci. Con molta calma, masticando insalatina o mangiando mele aspre, raccontano tutti i benefici offerti all’ossocasa. Chi lo indossa non può affogare; è immune alle magie ostili di trasporto; nel sonno, può parlare in sogno con serpi e tartarughe; il cibo servito su di esso non sarà mai velenoso; aiutano a sopportare il caldo; guariscono il colera. A volte alcune di queste virtù sono anche vere.

  78. DOLCIUMI

  79. Juriya Bell’Issò, o Zia Juju come la chiamano tutti, vende dolciumi da quando è bambina, e ora comincia a sentire il peso degli anni. Paffuta, rubbizza, avvolta in un grembiale bianco, perennemente circondata da una nuvola di zucchero a velo, confezionare sacchettini con dolcetti gommosi o duri come vetro, ma comunque orrendamente dolci. canditi, datteri, orsogufi di gelatina, fiocchi di panna, zuccherine che si appicciano al palato, sciroppi, gelatine sciroppate, cannoli inzuccherati, canditi ingelatinati, cerchietti di croccante al sesamo, ditina di burro, gelatine di mango, spruzzate di granatina, oboi di caramello al marsala con cicca gommosa e ragù di spezzata di mandorle e fichi secchi rinvenuti nel glucosio gelatificato. Zia Juju sorride a trentadue denti. Cinque dolcetti due ramini. Ha uno smalto abbacinante. I bambini sono felici. Lei è felice. La sera conta i soldi.

  80. Ammirate la più grande invenzioni dolciaria del secolo! la nube di puro zucchero, leggera e inconsistente alla vista e dolcissima al palato e alle gengive. I piccoli la desiderano, i grandi l’ammirano. Calimero delle Giuggiole, un prete spretato sfregiato dall’acido, la produce in un gran pentolone, la tinge, la profuma, l’avvolge su uno stecco e la offre per una manciata di monetine. Se si supera l’orrore per il volto devastato del venditore, si può gustare questa delizia proibita.

  81. Gnagna Rufus è una bugbear di mezza età, grassa, sporca, sgarbata, bavosa, brufolosissima, pelosa. Con la zampaccia callosa attiva una lama a elica vorticante che sbriciola ghiaccio e frutta e li mescola con caldo e grasso latte di yak, che munge lei stessa.si caccia le monete nella fascia che le regge la trippa, sempre intrisa di sudore, dove tiene anche l’ancherciffo. è odiosa, ma i suoi frullati sono buonissimi, la frutta è fresca, il latte nutriente, il ghiaccio fresco. A volte i bicchieri sono puliti. Gnagna ha il vizio del gioco e la passione della pallacorda.

  82. La ricetta segreta di Nonna Poppy per le frittelle fu trafugata alla Strega dei Papaveri durante il Grande Repulisti dell’Altopiano delle Nebbie. La Fratellanza del Braccio di Spada la strappò così al Chaos, per la gioia di tutti i fedeli sudditi della Manticora. Grasso bollente, pasta lievitata, bacche, zucchero a velo. il vecchio Kramer, un paladino veterano dei Repulisti, le cucina sotto una bandiera sdrucita in cambio di un’offerta per i suoi commilitoni reduci e mutilati. Offre gratuitamente inconcludenti storie di guerra, propaganda becera e razzismo gratuito.

  83. Marilyena viene alla fiera giuliva e gioconda nella sua gonna corta di broccato e col vestito stretto e generoso. Calzettoni, zoccoli di lana, trecce bionde, cosce e mani da contadina, sorriso da primavera, accento come una frana di ciottoli.. Inzuppa le mele nel caramello denso, tiepido, fluente. Te la impala su un manico, a volte te la offre. Evidentemente, è qui per divertirsi. Sottobanco vende unguenti e cerette.

  84. Il Trapanazzo Turgido Marca Cammello è una bevanda brevettata prodotta nello stesso corpo di Pa-38, un modrone nuovo modello lucido fiammante. La formula è stata messa a punto da un consesso di dozzine di saggi modroni, che poi hanno costruito Pa-38 appositamente col fine di riprodurre questo intruglio dolciastro eccitante. Costare, costa. Una buona tazza è capace di svegliare un bue morto. Si sconsiglia di assumerne più di due bicchieri al giorno, onde evitare euforia psicotica e esplosione di occhi e gonadi. Pa-38 è drammaticamente esplicito nell’esporre gli effetti collaterali, ciononostante l’intruglio ha successo, e le vittime si contano a dozzine.

  85. SPETTACOLI

  86. “La Storia dei Diciassette Martiri e del Principe Carogna che li mise a morte, raccontata con dovizia di dettagli da Fra’ Giangerolamo Panacuto, interpretata dalla Compagnia del Buonaffare”. Sulla carta uno spettacolo edificante sulle virtù della fede, in realtà un pamphlet antimperiale con paurose sbandato sadomaso. Gli attori sono tutti maschi, belli, giovani, biondi, celibi e muscolosi. Nelle scene di martirio sono generosamente esposti.

  87. “Storia di Araneano e della sua Amata la Saggia Pincona”, famosissima vicenda di un istitutore che si innamora della sua studentessa e viene mutilato dai parenti di lei. Epurata dei particolari più crudi (come il povero Araneano, in effetti) e narrata con l’uso di pupi appesi a fili e manovrati da esperti maestri di quest’arte. Contiene sonetti d’amore candidi e struggenti. Piace a grandi e piccini, per ragioni diverse e a volte opposte. Un piccolo capolavoro.

  88. “Il Carnevale Sanguineccio di Porcuzio e Morcilde” fratello e sorella, tracagnotti, appassionati di letteratura granguignolesca, hanno messo su questo spettacolo basato sulle loro reinterprerazioni, nemmeno troppo originali, dei libracci di serie B che leggono di nascosto dai genitori. Lo sforzo immane nel creare effetti special