Arrangiati cittadino

Cantava il grande Jannacci:

“Eh, eh, eh, ma se me lo dicevi prima! Eh, se me lo dicevi prima! Come prima? Ma sì, se me lo dicevi prima! Ma prima quando? Ma prima no? Eh, si prendono dei contatti, Faccio una telefonata, al limite faccio un leasing. Se me lo dicevi prima... Ma io ho bisogno adesso, sto male adesso! Ma se me lo dicevi prima ti operavo io! Ma io ho bisogno di lavorare: io sto male adesso. Eh sto male e sto bene macché il lavoro e mica il lavoro... Posso mica spedirti un charter. Bisogna saperlo prima che dopo non c'è lavoro: prima, capito?”

Ed eccoci qua a raccontare inquietanti aneddoti della vita in un piccolo comune. L'amministrazione del comune di cui non farò il nome è – bisogna ricordarlo – quella a cui si deve il titolo di questo blog: i geniali creatori dei “sacchi rossi” in cui i malati covid dovevano conferire i rifiuti (ma i loro conviventi no: loro, pur mangiando alla stessa tavola e usando lo stesso bagno, dovevano continuare a differenziare!)... perciò è chiaro che non posso aspettarmi grandi prove d'ingegno. Ed io, infatti, non me le aspetto: ma almeno che la gente faccia il suo lavoro, quello si. O no? Vediamolo. Abito in una casa vecchia, in una via stretta stretta, e, ohimè, il mio balcone si affaccia sulla strada. Strada a doppio senso, ovviamente, per quanto ci passi un'auto per miracolo e per farne incrociare due bisogna che una salga con la ruota sopra il marciapiede. Quando mi trasferii a vivere qui, nel primo anno di permanenza il mio balcone venne colpito tre volte da camion di passaggio, con danni anche piuttosto seri che, due di quelle volte, ho dovuto pagare di tasca mia perché il conducente è fuggito via col vento. Indagando sul problema (leggasi: facendo una serie di passeggiate nei dintorni per vedere come era messa la segnaletica stradale) scopro che nella mia via non esiste un divieto d'accesso ai mezzi pesanti. Urrà. Dopo una serie di lamentele riesco ad ottenere un appuntamento col sindaco (in sostanza c'è voluta una telefonata alla polizia in cui urlavo come una pazza minacciando di denunciare il mondo intero dopo il quarto attentato alla stabilità del mio balcone e dei miei nervi) e, udite udite... vinco l'apposizione di un cartello di divieto d'accesso ai camion all'inizio della strada. Wow. Domandai anche se fosse possibile indicare l'altezza del mio balcone, che non si sa mai, ma mi viene risposto che no: c'è il vincolo paesaggistico! (Lo stesso vincolo che impedisce di mettere pannelli solari sul tetto, e non pensiate che io abiti in chissà quale borgo medievale a tutela Unesco: sto in un paese dormitorio come tanti, che ha la disgrazia di avere, qua e là, qualche madonnina settecentesca incastonata agli incroci delle strade). E vabbè. Il cartello almeno c'è, e per qualche anno funziona pure. Poi si apre la grande epoca di google, in cui nessuno guarda più i nomi delle vie e la segnaletica perché ascolta la voce del navigatore, il quale, ohimè, ignora puntualmente il divieto. Negli ultimi 4 anni, il mio balcone è stato urtato altre 3 volte, l'ultima stamattina. Il camion era talmente grosso che ho seriamente temuto che crollasse tutto: superata la paura terremoto, abbiamo preso atto di cosa fosse successo e abbiamo chiamato la polizia municipale. Ed eccoci qua alla scena epica. Polizia municipale: “Perché questo balcone è così basso?” Io: “Boh, non mi sono costruita casa da sola.” Polizia municipale: “Perché il cartello di divieto è solo all'inizio della strada e non viene ripetuto in prossimità del balcone?” Io: “È già un miracolo che il cartello ci sia: ce l'ho fatto mettere io.” Polizia municipale: “E perché nel cartello non c'è segnalata l'altezza?” Io: “Emh... Non progetto cartelli stradali. Non dovreste occuparvene voi?” Polizia municipale: “Noi? Ma no... la segnaletica riguarda l'ufficio ***.” Io: “...” (perplessità 1: credevo che la segnaletica stradale e chi poi la fa applicare condividessero almeno l'ufficio.) Polizia municipale: “E perché non c'è una targa che segnali l'altezza sul balcone?” Io: “Vincolo paesaggistico.” Polizia municipale: “Eh, beh, così però la segnalazione non è chiara. Forse in un caso del genere...” Io: “...” (perplessità 2: Vincoli paesaggistici o sicurezza? Mettetevi d'accordo, ragazzi) In sostanza, la polizia prende i dati del camionista e mi dice di telefonare nel pomeriggio per andare a firmare il verbale. Io: “Ma il balcone perde cocci! Due transenne no...?” Polizia municipale: “Questa è sua responsabilità.” Io: “E come faccio a sapere se il balcone è in sicurezza?” Loro: “Chiami il suo tecnico” (Il mio tecnico? Da quando sono tenuta ad avere “un tecnico”? Vabbè, ormai si dà per scontato che tutti abbiano il commercialista e l'avvocato...perché non anche un geometra pronto ad intervenire all'istante?) Io: “Se chiamo un tecnico, ho culo se viene domani. Se oggi pomeriggio cade una tegola in testa a qualcuno?” Loro (guardandomi come se fossi una deficiente): “È SUA responsabilità.” Io: “Posso metterci delle transenne improvvisate a spese mie?” Loro: “No. Ci vuole l'autorizzazione.” Io: “E chi me la dà?” Loro: “Il Comune DOPO la perizia del geometra.” Io: “E se il geometra viene domani e qualcuno si fa male adesso?” Loro: “È SUA RESPONSABILITÀ.” ... Quello che ho risposto: “Ok.” Quello che avrei tanto voluto rispondere: “ANDATE A MORIRE MALE.” In sostanza: compri una casa, ripari ripetutamente a tue spese un balcone incidentato a causa di segnaletica mancante, lotti col sindaco per ottenere che sulle strade sia messa almeno la segnaletica corretta, ti preoccupi che nessuno corra dei rischi a causa di un incidente che non è accaduto a causa tua (tu sei la vittima, porca miseria!), chiedi l'aiuto dell'amministrazione e di quelle che dovrebbero essere le autorità... e la risposta che ricevi è: CAZZI TUOI. Onestamente, ma le tasse le paghiamo per vivere in una comunità dove vige un criterio di tutela dei cittadini, o per sentirsi dire che se sei nella merda ti devi arrangiare da sola? E le forze dell'ordine non dovrebbero considerare una priorità il rischio che un disgraziato di passaggio si faccia male? Boh. Voglio andare a vivere su un'isola deserta.

PS. E sotto al balcone ci ho messo lo spago, due sedie e un cartello: meglio che mi multino per occupazione di suolo pubblico piuttosto che qualcuno si prenda un calcinaccio in fronte!