Balconi che cadono parte due

Breve riflessione a seguito del post precedente. Mi sto ancora dannando per l'incidente del balcone e i risvolti giorno per giorno sono desolanti. Ho ripetutamente telefonato alla polizia municipale, che, a seconda di chi rispondeva al telefono, mi dava un parere diverso: uno diceva di chiedere d'urgenza l'occupazione di suolo pubblico e mettere le transenne (a mie spese...e dove si trovano due transenne dall'oggi al domani? Prossima volta che ci sono dei lavori vicino casa me ne rubo due di notte e le tengo nello sgabuzzino); uno suggeriva di appendere un cartello per indicare ai pedoni di passare dal lato opposto; uno mi ha persino detto che, in assenza di un muratore che venisse con urgenza, potevo pur sempre arrampicarmi su una scala per dare “due martellate” all'intonaco. Vabbè, sono solo lamenti e coi lamenti non si costruisce niente di buono. E però la verità è che quello che avrei sperato da una comunità organizzata (a cui pago un imu, una tari, ecc) in una situazione del genere era che si mostrasse in grado di dare soccorso. Che so, forse di mandare un tecnico a dare un'occhiata e mettere una transenna, forse di valutare che questa strada è troppo stretta e provvedere perché chi ci abita possa sentirsi sicuro in casa propria, o forse qualsiasi altra cosa: qualcosa che non ci facesse sentire abbandonati, o peggio, aggrediti. Ma non funziona così. Le istituzioni esistono per inerzia, non prestano aiuto a chi lo chiede, anzi fanno di tutto per strapparti due soldi o scaricarti responsabilità che dovrebbero essere collettive. È per gestire la vita comunitaria che votiamo assessori e sindaco. È per essere tutelati che ogni individuo, come insegnava Rousseau, è disposto a cedere una parte della propria libertà a favore dello Stato. Ieri ho ricevuto un'ordinanza del comune che mi intima di fare i lavori di ripristino entro 20 giorni, al fine di “garantire la sicurezza”. Ovvio, perchè la colpa è tutta mia: è colpa mia se ho una casa di cui pago un mutuo da 600 euro al mese, é colpa mia se un camion mi ha buttato giù il terrazzo ed è colpa mia se ho chiesto aiuto. Perché se fossi stata zitta ad arrangiarmi, almeno l'imbarazzo di sentirmi suonare alla porta da un ufficiale pubblico armato che mi chiede di firmare per ricevuta me lo sarei risparmiato. Sono una persona ansiosa e confusa, ma mi ritengo ancora un minimo capace di muovermi nel mondo. Se la stessa cosa capitava alla mia vicina di 85 anni, che faceva? Ho la sensazione cupa di vivere in un mondo ostile, che non è fatto a nostra misura.