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EDITORIALE: I frutti dell’automazione spettano al proletariato!

Il tavolo Scienza, Tecnologia e Trasformazioni Sociali di Potere al popolo si pone l’obiettivo di introdurre il discorso politico intorno alle nuove tecnologie ai soggetti politici della sinistra di classe. Lo stesso pensiero di Marx ed Engels nasce in una fase storica di grande innovazione tecnica, durante la quale il rapporto tra l’umanitá e l’attivitá produttiva viene radicalmente rivoluzionato dall’introduzione delle macchine industriali. Questo mutamento ha determinato la nascita di nuove formazioni economiche-sociali e quindi del consolidamento del modello economico capitalista basato sull’accumulazione di valore da parte dei proprietari dei mezzi di produzione. Anche oggi siamo davanti ad una radicale innovazione tecno-scientifica che, in concomitanza con l’esaurimento delle risorse produttive, la fine degli stati-nazione, e la crisi ambientale, rischia di porre le fondamenta per una nuova generazione del capitalismo. In quanto movimento politico abbiamo il dovere di porci domande relative a quali forme difensive assumere e a come attaccare il discorso neoliberista, rilanciando nuove forme di gestione dei mezzi di produzione e sabotando l’organizzazione dei nostri nemici di classe, affinché la trasformazione sociale ventura realizzi la liberazione dell’umanità dal ricatto che la costringe a dedicare la maggior parte del proprio tempo nell’accumulazione di ricchezza per conto terzi, alle condizioni imposte da questi ultimi. Siamo convinti che lo studiare quale impatto possano avere queste nuove tecnologie sulla nostra vita, e soprattutto approfittare della mutazione nei rapporti sociali introdotta da queste, sia necessario per scalfire l’egemonia capitalista che, nella sua declinazione neoliberale, sta conducendo alla creazione di un vero e proprio esercito di disoccupati, soggiogando i lavoratori alle regole dell’e-commerce e della gig economy. Non è nostra intenzione accettare acriticamente il progresso scientifico e tecnologico come se fosse privo di una caratterizzazione di parte, non ci riconosciamo né nel luddismo astorico e reazionario di chi biasima l’innovazione per l’uso che ne fa il capitale né nel suo opposto, lo scientismo ottuso che tenta di restituire un carattere elitario alla conoscenza. Piuttosto ci poniamo una domanda fondamentale: come possiamo rivolgere lo sviluppo tecnologico a favore e non contro la maggior parte della popolazione del pianeta? L’automazione nei posti di lavoro, che nel sistema capitalista veicola la precarizzazione e licenziamenti di massa, dovrebbe piuttosto spianare la strada verso la riduzione dell’orario di lavoro se non addirittura alla liberazione definitiva dal lavoro salariato. Siamo convinti che questo si possa ottenere rivendicando un reddito universale di base, orari di lavoro ridotti e la collettivizzazione dei mezzi di produzione automatizzati del futuro. Non dobbiamo quindi chiuderci all’avvenire in un’elaborazione ed in una pratica politica che ponga la contraddizione fra uomo e macchine rispetto al lavoro, bensì fare delle macchine le nostre alleate contro il capitale, perché il valore prodotto dal lavoro venga redistribuito fra tutt@. É da questa iperstizione che nasce lo slogan “I frutti dell’automazione spettano al proletariato!” La questione tecnologica, tuttavia, non coinvolge esclusivamente il lavoro. I mezzi tecnologici sono diventati anche apparati di potere utilizzati per gli scopi delle classi dominanti. Non è un segreto che la raccolta dei big data diventa strumento di disciplinamento, controllo e targhetizzazione, di individui e di beni. Inoltre la nuova dimensione sociale introdotta dalla diffusione di internet contribuisce alla creazione di un senso comune che, attualmente, agevola l’egemonia del capitalismo. Ancora una volta, rifiutare l’innovazione significa per noi rifiutare l’opportunità di utilizzare strumenti informatici che ci permettono di entrare in contatto con esseri umani in tutto il mondo organizzando mobilitazioni di massa, gestendo in maniera condivisa il sapere e i processi decisionali, creare un nuovo senso comune che aspiri a sottrarre il nostro #tempo alle grinfie delle classi dominanti. Le nuove tecnologie pongono inoltre la questione del superamento dei limiti naturali per raggiungere un benessere diffuso. Sia le biotecnologie che i gender studies si sono posti la questione delle nuove tecnologie per aiutare gli esseri umani a oltrepassare i confini naturali per vivere meglio. Nell’epoca dell’antropocene, o forse meglio chiamarla del capitalocene, nella quale non è garantito un futuro a questa terra, i mezzi tecnologici ci pongono la domanda Che cosa significa essere umano? E in questo modo vengono rese possibili nuove antropologie per definire meglio le nostre caratteristiche e che vadano oltre a binarismi tipo maschile/femminile. Riteniamo che un dibattito su queste tematiche non sia solo possibile ma anche necessario, ma anche che questo è un tipo di percorso che non è ancora stato battuto del tutto. Il ruolo di questo Tavolo di Potere al popolo è quindi quello di costruire insieme questa strada, e questo bollettino vuole essere uno degli strumenti tramite i quali il percorso viene realizzato.