Salumiere

Eros – Varazze (SV)

“Io vendo le uova sfuse e le confezioni in scatole di carta da 4 o 6. Capitava spesso che i clienti più attenti al riutilizzo, tornassero la volta successiva con la scatola vuota per farsela riempire. Adesso è inopportuno, purtroppo.”

salumeria

Che lavoro fai? Ho una salumeria a Varazze da quasi tredici anni.

In questo periodo il tuo negozio è rimasto chiuso per un certo periodo. Per quanto? E la decisione come è maturata? Siamo rimasti chiusi per quattro settimane. Nell'ormai famoso primo weekend di marzo abbiamo avuto un notevole afflusso di turisti provenienti dalle zone rosse. Per prudenza e senso di responsabilità, abbiamo deciso di autoisolarci per un mese circa e di riprendere l'attività successivamente.

In teoria però avreste potuto rimanere aperti, giusto? Certamente. La nostra scelta ha comportato un evidente sacrificio economico. Abbiamo privilegiato la sicurezza e la salute, data la pericolosa esposizione al rischio di contagio dei giorni precedenti la chiusura. Una scelta che potrei definire anticommerciale.

Torniamo a quel primo weekend. Parliamo del 7-8 o della settimana precedente? Entrambe le settimane hanno registrato un afflusso turistico che solitamente registriamo in estate o nei ponti festivi. La differenza tra le due settimane è che durante la prima iniziava a crescere la conoscenza di quello che da lì a poco avremmo vissuto. Nella settimana successiva la situazione era già evidente con zone rosse già delineate dalle quali sono giunte, nonostante il divieto, molte persone. La nostra fortuna è stata che il giovedì precedente, il giorno 5, il sindaco di Varazze ha emesso un'ordinanza in cui limitava gli accessi nei negozi e vietava per esempio il servizio al banco nei bar. Sono convinto che abbia diminuito enormemente il rischio di contagio.

E la clientela come si comportava? O meglio il tuo rapporto con la clientela com'era? Era come al solito, oppure iniziava a cambiare qualcosa? È stato uno strano momento in cui si mischiavano persone che già adottavano comportamenti che abbiamo imparato a usare in questi mesi e persone che vivevano la situazione con un certo fastidio, avvertendo la prudenza altrui come un'inutile suggestione, condendo spesso il tutto con sprezzante sarcasmo. Non è stato semplice adattarsi alle molteplici differenti sensibilità e mantenere una linea di comportamento intransigente rispetto alla sicurezza. Alla riapertura è stato tutto più semplice.

Essendo in una cittadina che vive di turismo, nel tuo negozio c'è spesso una clientela mista, in parte di paese in parte di turisti. E il fato ha voluto che questi turisti venissero da una delle zone più colpite al mondo, Lombardia e Piemonte. Hai notato screzi tra le due “fazioni”, nel tuo periodo pre-chiusura? Che vadano al di là delle solite battute tra liguri e foresti, intendo. In quel momento c'era la percezione chiara del rischio che stavamo correndo a causa di comportamenti leggeri, irresponsabili e irrispettosi. Ma al palpabile fastidio, non hanno fatto seguito, a mio sapere, screzi verbali o peggio ancora. Probabilmente la gravità della situazione era già percepita ma non avevamo ancora i dati terribili della pandemia. Questo secondo me ha limitato le manifestazioni di ostilità fra quelle che tu hai definito fazioni. Dopo la quarantena e tutte le difficoltà che abbiamo affrontato, credo che il rischio di frizioni sia più alto. Almeno ho questa sensazione, ascoltando le persone che abitualmente amano chiacchierare mentre fanno acquisti. E in un certo senso si sfogano.

Sempre restando sul rapporto con la clientela, dicevi che ora i comportamenti della clientela sono più accorti? Per esempio, la mascherina ce l'hanno tutti? Adesso sì. Nei primi giorni di riapertura capitava ancora qualcuno senza. Adesso sono tutti molto attenti. E sono molto attenti ai tutte le precauzioni che noi commercianti abbiamo dovuto e voluto adottare.

Tu che protezioni e precauzioni hai adottato? Ho organizzato lo spazio ponendo una barriera per aumentare la distanza tra me e i clienti. Ho posizionato la zona cassa verso il cliente in modo che possa per esempio effettuare autonomamente il pagamento col pos. Ho ovviamente messo a disposizione dei clienti disinfettante e guanti. Lavoro con la porta aperta per favorire la naturale aerazione. Per quanto riguarda le mie protezioni, ho sempre usato i guanti. Ho aggiunto mascherina (a volte doppia) e visiera in plexiglas. Per non toccare il denaro, uso delle pinzette normalmente di uso cosmetico. È un po' laborioso, ma ormai ci ho preso la mano

Il numero di persone che paga col bancomat per non toccare il denaro è aumentato? Decisamente. Soprattutto nel primo periodo, forse anche per la ritrosia ad andare a prelevare in banca o al bancomat. Ultimamente mi pare in leggero calo, ma è solo una sensazione.

E invece quanto a tipologia di acquisti hai visto dei cambiamenti? Molte persone, non tutte, hanno modificato alcune abitudini. Fanno spese più ricche diminuendo il numero settimanale di visite. Per quanto riguarda le tipologie di prodotti, nessuna variazione tra i salumi e formaggi, diminuzione della vendita di gastronomia. Probabilmente stando di più in casa, le persone hanno cucinato di più rispetto alle abitudini. Me lo conferma l'aumento della vendita dei prodotti da lavorazione tipo ricotta, uova, parmigiano. Ma il dato che più mi ha colpito è stato l'aumento di vendita del vino.

Ci credo. Io le prime volte che andavo a buttare la spazzatura notavo che in una settimana buttavo la quantità di vetro che di solito buttiamo in un mese. Credo che abbiano influito le chiusure di bar e ristoranti ma soprattutto la voglia di evasione alcoolica dovuta alla clausura forzata.

Mi sa di sì. Nel complesso ora gli affari come ti vanno, rispetto allo stesso periodo un anno fa? Sono complessivamente fortunato. Ad aprile ho avuto rispetto all'anno scorso un calo del 40/45% ed è un dato tutto sommato positivo tenendo conto dell'orario ridotto al solo mattino, della mancanza di clienti non soltanto provenienti da fuori regione ma anche dai comuni limitrofi. In più molti clienti hanno saputo solo recentemente della riapertura. E in effetti nelle due ultime settimane, anche in virtù della possibilità di muoversi maggiormente anche tra comuni diversi, ho registrato un ulteriore aumento del lavoro. Non posso lamentarmi, vista la situazione.

E invece sull'altro versante del tuo lavoro, cioè i rapporti coi fornitori, le cose come stanno andando? Ci sono stati dei cambiamenti? Soltanto una maggiore difficoltà nell'approvvigionamento di alcuni prodotti e nella velocità di evasione degli ordini, in larga parte dovuti a difficoltà di consegna da parte dei corrieri.

E invece l'azione del governo? A parte il lockdown, c'è stata qualche misura specifica per voi? Per esempio imposizioni sanitarie che prima non c'erano. Abbiamo adottato, insieme alle norme HACCP, tutti gli obblighi inerenti la sanificazione del negozio e dei prodotti. Per esempio, obbligo i corrieri a lasciare gli scatoloni nella zona vetrina antistante l'ingresso e prima di introdurre la merce in negozio, effettuo la sanificazione disinfettando anche gli involucri.

Ma sono obblighi di legge o sei tu che vai anche al di là degli obblighi? La sanificazione è un obbligo, poi ci sono scelte legate alla propria sensibilità. Per esempio la scelta della porta aperta è dovuta alla necessità di aerazione ma anche alla mia decisione di evitare che ogni persona tocchi la stessa maniglia per entrare. Nessuno lo ha stabilito, ma la vecchia abitudine di farsi passare la borsa personale della cliente in cui riporre la spesa, adesso non è prassi opportuna. Idem per la scatola di carta riutilizzabile delle uova.

Cioè? Io vendo le uova sfuse e le confezioni in scatole di carta da 4 o 6. Capitava spesso che i clienti più attenti al riutilizzo, tornassero la volta successiva con la scatola vuota per farsela riempire. Adesso è inopportuno, purtroppo. Le dobbiamo pensare veramente tutte. E non basta mai.

L'imminente arrivo della stagione estiva come lo vivi? Non ti saprei dire con lucidità. Il mio primo pensiero resta la sicurezza. Speriamo di poterla coniugare con gli aspetti commerciali ma sempre con priorità alla salute. Tutti noi desidereremmo passare un'estate serena. Ma temo che dovremo rinunciare tutti a qualcosa. Ho il timore, senza esserne ovviamente certo, che se inseguiremo immediatamente il recupero di quanto perso fin'ora, ci esporremo al rischio di contraccolpi magari a luglio e agosto. E sarebbe molto peggio.

Temo anche io. Ma tu personalmente hai paura per la tua salute? Non particolarmente. Ma come molti devo cercare di proteggere i familiari più deboli. Temo più gli aspetti di convivenza sociale in questo momento: temo che le persone che in cuore loro sentono di aver fatto doverosamente rinunce e sacrifici, di fronte a comportamenti leggeri di chi ha altra sensibilità, potrebbero perdere, di fronte al rischio di veder vanificati gli sforzi fatti, la calma e si potrebbero verificare episodi di scontro. E qualcosina ho già visto.

C'è un cambiamento portato da questa vicenda che speri di tenere anche una volta fosse finito tutto? Una diminuzione delle ore, approfittando della nuova organizzazione nel fare la spesa. Ho rivisto dopo tanti anni il cartello 'sabato pane doppio'. Era da anni che non lo leggevo più. Eppure un tempo era così. Poi abbiamo inventato uno strano diritto allo shopping, con colpevole nostro ruolo.

Non ho capito il cartello. Una volta al sabato si comprava pane doppio, anche per la domenica, visto che di domenica non si produceva pane. Da anni ormai si panifica la domenica. Adesso col lockdown siamo tornati alla chiusura domenicale. E allora i panifici hanno apposto il cartello 'pane doppio' per avvisare la clientela e suggerire l'acquisto anche per il giorno dopo.

Ah, capito. Ma quindi tu vedi una diminuzione degli orari commerciali? Io sto avendo un'impressione opposta, però pensavo alle grandi città: se si vuole evitare il sovraffollamento dei mezzi, ci vogliono, credo, massicce dosi di telelavoro ma anche scaglionamento degli orari degli uffici, a cui immagino seguirà un'estensione anche degli orari dei negozi, no? Penso il contrario, sul lungo periodo. Il telelavoro ti fa risparmiare i tempi di spostamento che puoi utilizzare anche per effettuare gli acquisti che eri costretto a fare di corsa all'uscita dal lavoro. E comunque abbiamo il dovere verso noi stessi e verso gli operatori del settore di migliorare i nostri assurdi orari di lavoro.


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