Cursed Diaries

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Cursed Diaries – Rosso

Esco per aspettarlo sul marciapiede, sarà qui a momenti e andremo a cena in un ristorante raffinato. Stasera sono riuscita a fare tutto. Mi sono truccata, ho messo un abito elegante e scelto degli accessori. Ora sono qui sotto un lampione in una strada tranquilla, abito in un quartiere residenziale in cui non accade mai nulla degno di nota. Lo aspetto e non vedo l’ora che arrivi, spero non abbia avuto un contrattempo. Temevo di fare tardi, forse invece ho fatto troppo presto e ora devo aspettare. Guardo l’orologio e penso che forse dovrei tornare dentro e attenderlo in casa, perciò inizio a cercare le chiavi nella borsa.

Alzo un attimo gli occhi e vedo una figura sotto un altro lampione. La mente subito registra il logo sul giubbotto e so chi è. Non posso credere che sia di nuovo qui, pensavo avesse capito che non volevo più vederlo. L’altro inizia a camminare verso di me e io riesco a chiudermi la porta di casa dietro poco prima che mi raggiunga.

Ecco che bussa alla porta, cerca di convincermi ad aprire, mi implora di aprire e dargli modo di spiegare. Il tempo passa e l’altro si arrabbia, inizia a colpire la porta più forte, alza la voce e mi incolpa di tutto, anche del fatto che ora sta urlando.

Io piango e tremo. Voglio solo che se ne vada e quando non sento più nulla aspetto ancora. Appena sono certa che se ne sia andato salgo di sopra e mi metto il pigiama, mi tolgo il trucco e scrivo un messaggio. «Non posso uscire, perdonami.»

Mi metto nel letto e sparisco. Non esisto più. Spero di addormentarmi e riaprire gli occhi con il sole e un po’ di serenità.

Nessuno mi crede, nessuno può fare nulla per me. Meglio sparire.

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Cursed Diaries – Rosso

Tante lanterne rosse colorate, decori dorati e odore di cibo. Ho fame, molta fame. Mi guardo attorno e vedo un mare di persone, tutte attaccate che cercano di allungare le mani verso i banconi dei baracchini. Giochi, gioielli, decori… cibo. Sento la fame che diventa insopportabile, il rumore di tutte queste persone che parlano, urlano, ridono, è insopportabile. Devo uscire da questa via affollata e trovare un posto tranquillo, un luogo in cui riuscire a sentire i miei pensieri. Salgo una scalinata che porta in alto, gradino dopo gradino sento il rumore della festa che si allontana sostituito dal silenzio. Un odore di incenso mi raggiunge e mi guida verso un piccolo tempio. Un ampio giardino circonda l’edificio, sembra molto curato eppure non c’è nessuno. Le persone potrebbero riversarsi qui e chiacchierare mentre guardano gli alberi in fiore, o pregare al tempio, eppure ci sono solo io e un’altra persona. La donna è sola, è anziana e sta pregando, lei non sa che sono qui e non fa in tempo a urlare. Nessuno accorre mentre il suo sangue macchia le scale del tempio. Ora non ho più fame e riesco a sentire i miei pensieri.

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Cursed Diaries – Rosso

La luce del lampione illumina un marciapiede luccicante di pioggia, si sentono i passi veloci di qualcuno che indossa tacchi e un’ombra appare fugace oscurando la luce. L’esile figura è avvolta in un lungo cappotto nero che però non copre le scarpe rosse e lucide, cammina veloce come se desiderasse correre ma non lo facesse per non dare nell’occhio.

Tira fuori uno smartphone su cui compaiono notifiche di messaggi in continuazione. «Dove sei?» «Con chi eri?» «Perché non rispondi?»

Sembra che non ci sia una fine a quei messaggi ed è proprio in quel momento che lo smartphone viene spento. I passi rallentano ed è come se si fosse spento un interruttore, ora c’è solo silenzio. Non un silenzio che si possa udire con le orecchie, un silenzio di comunicazione.

Poco distante ci sono dei taxi e sembrano proprio in attesa di qualcuno da portare in giro. La figura si ferma per attraversare la strada e i suoi occhi sono pieni di lacrime, poco dopo nel taxi si osserva con un piccolo specchio e toglie le ultime tracce di rossetto. Il tassista osserva per un attimo il suo passeggero attraverso lo specchietto retrovisore prima di mettere in moto e un pensiero attraversa la mente di chi siede sul retro del veicolo: “avrà notato la barba? Forse prendere un taxi non è stata una buona idea.”

Un viaggio silenzioso, le uniche parole scambiate sono quelle per sistemare il pagamento. Con un po’ di coraggio lo smartphone viene riacceso e velocemente compaiono tantissime notifiche tutte assieme. Solo un messaggio viene aperto: «Scrivimi quando sei arrivata a casa. Resterò sveglia finché non lo farai.»

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Cursed Diaries – Rosso

Tra un paio di minuti il treno della metro arriverà, spero di avere il tempo di finire questo capitolo prima di dover salire. Il capitolo si conclude con il protagonista che sente un rumore dietro di sé e si gira per guardare, ma non c’è scritto cosa o chi vede. Un altro cliffhanger, questa autrice mi costringerà a leggere fino a tarda notte finché non avrò finito l’intero libro, non riesco a resistere alla curiosità!

Il treno della metro arriva e salgo, non faccio in tempo a sedermi che vedo una ragazza correre dentro il vagone trafelata. Lei è vestita elegante, probabilmente uscirà con qualcuno, improvvisamente mi sento inadeguata. Non c’è un dress code per la metropolitana, ma mi sento come se fossi stata invitata a una festa di gala e io sia arrivata in pigiama.

La ragazza si siede a un paio di posti da me e riesco a osservarla senza farmi notare. Vorrei sapermi truccare come lei. Mi segno mentalmente di guardare qualche tutorial di trucco e torno a leggere il mio libro, mi aspettano ancora diverse fermate prima di arrivare vicino a casa, ho diverso tempo per leggere.

Alla fermata successiva un’altra persona entra nel vagone, sembra un ragazzo vestito elegante, inizio a pensare di essere io quella fuori posto con il mio abbigliamento da casa. Ho l’impressione, che quando scenda la sera, tutte le persone diventino super eleganti, oppure incredibilmente losche.

La ragazza che era salita prima si sposta per sedersi più vicino a me, la guardo di sfuggita e mi sembra un po’ agitata. Lei sta fissando il tizio che è salito sulla metro, ma cerca malamente di nasconderlo. Lo conosce? Oh cielo, spero non sia il suo ex e che inizino a litigare proprio qui. Arriva la fermata per il centro e la ragazza scende, da qui in poi su questa linea si va verso una zona periferica dove non ci sono grandi locali e ristoranti.

Continuo a leggere, sento dei passi e qualcuno si siede di fianco a me. «Splendido libro, anche se inquietante.» Sorpresa quasi mi lascio sfuggire il libro, ma lui non era sceso la fermata prima?

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Cursed Diaries – Rosso

Per raggiungere le altre ragazze al locale devo fare un sacco di strada a piedi, magari posso prendere la metro più avanti e risparmiarmi un po’ di fatica penso mentre controllo dove sia la fermata più vicina.

Ho le cuffie nelle orecchie ma non ascolto musica, voglio essere certa di sentire ogni rumore, non mi piace l’idea che qualcuno possa avvicinarsi a me senza che io me ne accorga. Di notte tutto è più buio, anche le persone. Cerco di non farmi prendere da pensieri negativi, non è il momento. Guardo a terra e la strada luccica di pioggia, la luce rossa del semaforo viene riflessa anche sul mio viso. Mentre aspetto di poter attraversare la strada mi scatto una selfie, mi sono truccata con cura e non ho fatto errori con l’eyeliner devo immortalare questo successo, inoltre con questa luce rossa non ho nemmeno bisogno di un filtro.

Un’altra persona si ferma vicino a me e mi irrigidisco, scrivo alle mie amiche dove mi trovo e che presto sarò da loro, per calmarmi mi intrattengo scambiando messaggi con loro che mi inviano una foto dei loro cocktail ancora intatti. Sorrido al pensiero che mi stiano aspettando, ma il semaforo continua a essere rosso. La persona vicino a me indossa un cappotto elegante, ha dei capelli castani un po’ lunghi, ma a causa della mascherina non riesco a vedere bene il suo visto. Sembra che tutta la sua attenzione sia verso l’altro marciapiede, magari sta ascoltando della musica con degli auricolari che non vedo, però il fatto che non guardi il suo cellulare mi risulta un po’ strano.

Guardo a destra e a sinistra ma non si vede nemmeno un’auto, allora senza indugio attraverso e quando arrivo dall’altra parte continuo a camminare lanciando solo una fugace occhiata dietro di me. Non vedo più la persona che aspettava vicino a me, forse aveva sbagliato strada e ha preso un’altra direzione. Respiro profondamente per calmarmi e scendo le scale verso la banchina della metro.

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