Codec19

Decodificare la pandemia

A. – Emilia Romagna

“tutte le volte che arrivo da uno è sempre col sorriso e con uno sguardo come per dire Grazie per lo sforzo in questo periodo.”

Deliveroo

Che fai nella vita? Attualmente sono studente e lavoratore nello stesso momento. Cerco di diplomarmi al liceo linguistico mentre provo ad arrotondare guadagnando qualcosa come fattorino.

Quando hai iniziato a lavorare come fattorino? A settembre del 2019, così per caso. Sono stato tutta estate a cercare lavoro senza trovarlo, per poi scoprire questa opportunità. Contratto elettronico via mail e lavoro in autonomia.

Raccontami un po' come andava il lavoro prima che scoppiasse la pandemia: per chi lavoravi, quante ore alla settimana, cosa consegni, come coniugavi studio e lavoro. Il mio lavoro è 100% elettronico e online: il contratto l'ho ricevuto, letto e firmato via e-mail e le consegne le ricevo tramite applicazione. Su questa app entro col mio codice che, sempre via mail, mi è stato fornito dall'impresa (Deliveroo). Ogni lunedì esce un calendario relativo alla settimana seguente dove, in base alle statistiche tue personali in quanto ad affidabilità ed efficienza nelle consegne, puoi prenotare più o meno ore rispetto ad altri tuoi colleghi. Quando trovo ore libere io le prenoto e, nella fascia oraria in cui sono di turno, accedo online e aspetto che arrivino consegne da fare. Consegno “solo” articoli alimentari di tutti i tipi: dalle pizzerie alle gelaterie passando per piadinerie, sushi, messicano... Quando ricevo un ordine ho libertà di scelta se accettarlo o rifiutarlo. Non ho un capo, non ho obblighi, non ho pressioni di alcun tipo, lavoro completamente in autonomia. Se l'ordine mi aggrada e mi sembra ben pagato lo accetto, altrimenti rifiuto e aspetto il prossimo. Solitamente, per riuscire a gestire questo e la scuola, dedico l'intero pomeriggio allo studio e la sera alle consegne.

Figo. Dici “se l'ordine è ben pagato”. Ma il prezzo chi lo stabilisce? Il ristorante? Cioè, può darsi il caso che la consegna di uno stesso “oggetto”, per esempio una pizza, cambi a seconda della pizzeria?

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Gabriele – Firenze

“È stato tutto talmente tanto bizzarro che è bizzarra la normalità.”

ottico

Raccontami un po' che lavoro fai e che impatto ha avuto la pandemia, partendo da fine febbraio. Faccio l'ottico. Prescrivo, progetto, assemblo e vendo occhiali e lenti a contatto e la pandemia ha avuto certamente un effetto devastante sul settore. Anche tralasciando l'aspetto commerciale (e non si può tralasciare), l'aspetto pratico del rapporto con il cliente/paziente è stato stravolto e non è ancora tornato alla normalità. E non so se tornerà almeno nel medio periodo. C'è stata una prima fase in cui tutti, noi compresi, abbiamo sottovalutato la cosa, proprio a fine febbraio inizio marzo: è il periodo che chiamo “è solo un'influenza”, nel quale abbiamo continuato a lavorare come se niente fosse e anche i clienti entravano in negozio con la stessa disinvoltura di prima. In quel periodo mi sentivo un condannato perché nel mio mestiere il contatto con il pubblico è strettissimo, a livello di contatti fisici e a livello di quantità di contatti quotidiani. Inizio marzo il 5/6 abbiamo avuto l'ordine di stoppare tutte le visite optometriche e la contattologia (che non è ancora ripresa) e l'11 come tutta Italia l'azienda ha sostanzialmente chiuso. In realtà come servizio essenziale potevamo stare aperti e siamo effettivamente stati aperti anche se solo 4 ore a settimana per garantire un minimo di servizi essenziali. Personalmente da quel giorno sono stato tenuto a casa e sono rientrato (con orario ridotto che tutt'ora continua) alla fine di aprile. Da un certo punto di vista è stato un sollievo. Non essere più esposto direttamente e non correre il rischio di passare Covid19 alla famiglia è stato un notevole sollievo.

Immagino. Dici che ti sentivi “un condannato”, ma quindi allora tu già il pericolo non lo sottovalutavi più. Con il senno di poi lo sottovalutavo anch'io. Ho un po' di background in campo sanitario e immaginavo qualcosa come Sars, pericoloso ma non spaventosamente contagioso, già a metà gennaio pensavo sarebbe arrivato da noi o negli Usa ma pensavo a qualche focolaio rapidamente isolato in ospedale. Avevo quindi una paura relativa della cosa. Anche quando si è presentato a Codogno pensavo sarebbe rimasto confinato a qualche decina di casi, come sars. Come sappiamo era una drammatica sottovalutazione, questo virus è estremamente più contagioso.

Ho settemila domande che mi si accavallano. Ok, ho tempo solo per 6200, scegli bene.

Vado a caso. Sto pensando al fatto che gli occhi sono uno dei principali punti di infezione. Occhialini protettivi li vendete? C'è stato un boom di quelli?

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R.V. – Calabria

“Le nuove prenotazioni arrivano dall'Italia, soprattutto per agosto. Ma anche da Austria, Svizzera e Germania. Anzi, ci sono dei tedeschi che si meravigliano che non apriamo il 20 giugno.”

Pandi

Che lavoro fai? Sono la Sales Manager di un grande resort (630 camere) di un brand internazionale.

Raccontami come è iniziata questa vicenda, per te. Nel 2018 abbiamo rilevato da Club Med questo resort bellissimo in una terra difficile, la Calabria. Dopo una grande ristrutturazione costata milioni di euro, abbiamo aperto a maggio 2019 e fatto una buona prima stagione. Secondo anno: nuovi investimenti, ottimismo, forse cerchiamo un'altra struttura. A fine gennaio sto tornando da un tour di visite alle agenzie di viaggi in Germania. Aeroporto di Stoccarda: vedo le prime persone con le mascherine. Aeroporto di Vienna: una famiglia di russi che sembrano comparse di Chernobyl, tutti e 5 hanno maschere nere col respiratore, probabilmente trafugate da qualche laboratorio militare. Prima del volo per Napoli: coppie di italiani di mezza età che si sistemano la mascherina a vicenda, ragazzotte campane con mascherina e foulard. Penso: “che esagerazione” e non gli do la minima importanza (secondo me il Sud è stato salvato dall'ipocondria delle mamme campane. Vorrei che ci fossero degli studi😅).

A fine gennaio? 31 gennaio – 1 febbraio. All'inizio non pensavo che la situazione potesse durare più di 2-3 settimane, ma tra il 10 e il 20 marzo abbiamo mandato in CIG tutto il personale che avevamo assunto per preparare la riapertura, gli amministrativi e i manutentori che lavorano tutto l'anno, la segretaria di direzione. Nel resort siamo rimasti: il Direttore, io, e due addetti alla sicurezza. Per fortuna avevamo spiaggia, giardino, palestra, dispensa e celle frigorifere piene.

Fa un po' Shining.

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“La sanità va ripensata e ristrutturata, dagli spazi ambulatoriali al riportare in auge la medicina territoriale o a ridare un ruolo importante ai medici di medicina generale, che solo chi vive su Marte può pensare che non abbiano tutt'ora un ruolo fondamentale.”

DNA (Image by Arek Socha from Pixabay)

Che lavoro fai? Sono un ricercatore universitario e inoltre svolgo attività assistenziale ambulatoriale.

Attività assistenziale ambulatoriale significa Medico? (per noi umani) Sì, sono medico, specializzato in genetica medica.

Quindi chi è il paziente che viene da te? Ci sono macrocategorie nella genetica medica: prenatale e postnatale. Inoltre puoi distinguere la genetica pediatrica e quella dell'adulto. La genetica medica “classica” si occupa per esempio di diagnosi prenatale o sindromi complesse (per esempi quadri clinici con malformazioni, difetti dello sviluppo corporeo o intellettivo, etc), io invece mi occupo di un settore più piccolo ma ormai in espansione da anni che è la genetica oncologica. Vedo cioè persone che potrebbero avere una cosiddetta suscettibilità allo sviluppo di neoplasie, cioè un rischio più alto rispetto alla popolazione generale, su base genetica, di sviluppare neoplasie di vario tipo. Spesso si tratta di neoplasie a insorgenza giovanile, multiple o con associato un rischio per neoplasie collegate, per cui è importante identificare in tempi utili questo particolare tipo di condizione per favorire diagnosi precoci, sorveglianze personalizzate e l’identificazione di altri parenti a rischio.

E questo è un settore piccolo? Avrei pensato che tutto ciò che contiene il termine “oncologia” fosse preponderante rispetto ad altri settori della medicina.

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Eros – Varazze (SV)

“Io vendo le uova sfuse e le confezioni in scatole di carta da 4 o 6. Capitava spesso che i clienti più attenti al riutilizzo, tornassero la volta successiva con la scatola vuota per farsela riempire. Adesso è inopportuno, purtroppo.”

salumeria

Che lavoro fai? Ho una salumeria a Varazze da quasi tredici anni.

In questo periodo il tuo negozio è rimasto chiuso per un certo periodo. Per quanto? E la decisione come è maturata? Siamo rimasti chiusi per quattro settimane. Nell'ormai famoso primo weekend di marzo abbiamo avuto un notevole afflusso di turisti provenienti dalle zone rosse. Per prudenza e senso di responsabilità, abbiamo deciso di autoisolarci per un mese circa e di riprendere l'attività successivamente.

In teoria però avreste potuto rimanere aperti, giusto? Certamente. La nostra scelta ha comportato un evidente sacrificio economico. Abbiamo privilegiato la sicurezza e la salute, data la pericolosa esposizione al rischio di contagio dei giorni precedenti la chiusura. Una scelta che potrei definire anticommerciale.

Torniamo a quel primo weekend. Parliamo del 7-8 o della settimana precedente?

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Isaia Invernizzi, Bergamo

“La sensazione è che nessuno si sia ben reso conto di quello che è successo qui. Anche quando ne parlo con i colleghi, non riescono bene a capire le dimensioni della tragedia.”

giornalista

Che lavoro fai? Giornalista. Lavoro a l'Eco di Bergamo dal 2016, prima ho lavorato 8 anni a Bergamonews, un quotidiano online.

Fino a prima della pandemia di cosa ti occupavi, in prevalenza? Sono un redattore della cronaca cittadina. Seguo in particolare il Comune di Bergamo, ma l'amministrazione e la politica in generale. In più sono specializzato sull'analisi dei dati.

Mi sembrava infatti che avessi parecchia dimestichezza con numeri e grafici. In particolare rispetto al giornalista medio, che mi permetto di dire che non sembra così preparato in questo campo. Eh, no per niente. Siamo in pochi purtroppo.

Per quanto riguarda l'analisi dei dati hai seguito un percorso di formazione specifico o è più una cosa fai da te? Ho iniziato tanti anni fa in solitaria. Non ho una formazione universitaria specifica, il mio approccio è sempre stato giornalistico. Dai dati (analizzati bene) si possono ricavare molte notizie quindi ho deciso di investire tempo per imparare. Devo dire grazie ai tanti colleghi che mi hanno dato consigli.

Una delle conseguenze collaterali di tutta questa vicenda è proprio stato il fiorire di analisi dati, non tutte impeccabili devo dire. Sia sui giornali che “fai da te” sul web. Che ne pensi in particolare di tutti questi fisici, matematici o semplici appassionati che si sono lanciati nell'analisi della pandemia, nelle previsioni sulla sua evoluzione..?

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P.G. – Centro Italia

“Davvero pensi che dopo due mesi abbiano compreso che alle casse uno deve stare in cima e l'altro in fondo a imbustare e finché questo non ha finito non puoi avvicinarti?”

Boris

Che lavoro fai? Sono un addetto in un punto vendita di una catena di supermercati presente in tutta Italia: ricopro vari ruoli, quello che in gergo è detto il jolly ma che è frutto di un specifico percorso. Il mio punto vendita è in una grossa città del centro Italia.

Come posso identificare il tuo lavoro con due parole sole? (per il titolo del pezzo) “Dov'è il lievito?”. Sottotitolo: “E la farina? L'alcool? I guanti?”

lol. Non c'entra col tema dell'intervista, ma io sono uno di questi che chiede spesso. Ogni volta mi sento in imbarazzo. Ci odiate molto? No, abbiamo avuto profondissima pena nel vedervi umani, finalmente: paradossalmente ora vi odiamo di nuovo, perché non c'è più la comunanza. Noi ad aiutarvi, voi smarriti. Adesso siete tornati quelli di prima, che ci considerate al pari del carrello: un accessorio necessario. È finito il momento in cui vi abbiamo viste arruffate e con la ricrescita, avete comprato la tinta. Oppure avete ricominciato a comprare le cose che vi piacciono e non le necessarie. Avete smesso di dirci “grazie”.

Ma di già? siamo già in quella fase lì?

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Daniela Papini – Genova

“In questi lavori a contatto stretto col pubblico la differenza la farà la capacità di adeguarsi correttamente all'esigenza di massima igiene ma anche di riuscire a mantenere una forma di empatia, umanità con le persone, che devono poter continuare ad affidarsi con la massima tranquillità e piacere a chi deve, per lavoro, mettergli letteralmente le mani addosso.”

Trucchi

Il tuo è un lavoro di cui non conosco molto i risvolti, raccontami due cose su come si svolgeva anche prima di febbraio 2020. Per esempio, hai uno studio aperto al pubblico? No, al momento no, perché di solito mi sposto io a favore di domicili o location dove serve il mio servizio. Quando serve mi reco presso centri, istituti di bellezza o set fotografici o tv. Oppure collaboro con profumerie, parrucchieri, artisti o privati che possono avere bisogno di make up e servizi di consulenza annessi.

Ma tipo anche per matrimoni? Sì, si. Faccio anche corsi di trucco.

Per tv cosa intendi? Collabori con qualche programma tv noto? Di solito con produzioni tv che vanno in esterna a fare servizi che poi vengono programmati su reti nazionali. Oppure trucco cantanti o personaggi per eventi o video.

Wow. Qualcuno di famoso?

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Guido Boschini, Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo di Verbania-Intra

“Può darsi che vengano avviati dei servizi di centro estivo da parte dei comuni; ma la gestione dei bambini piccoli è quella più complicata: come fai a tenere a distanza un bambino se lo devi cambiare, o anche solo soffiargli il naso? O se ti viene incontro per venirti in braccio lo mandi via?”

preside

Che lavoro fai? Dirigente scolastico dal 2012; prima ho insegnato matematica, fin dal 1990. Dirigo l'Istituto Comprensivo di Verbania-Intra. L'istituto è composto da due scuole dell'infanzia, tre primarie e una secondaria di primo grado (scuola media). Tranne una primaria, tutte le altre si trovano nel comune di Verbania (sponda piemontese del Lago Maggiore).

Da quand'è che sono chiuse le tue scuole? Siamo stati a casa per le vacanze di carnevale (24/26 febbraio) e poi non siamo più rientrati.

In quel momento era stata una decisione del governatore del Piemonte? Mi sembra di sì, ma continuavano ad accavallarsi ordinanze regionali e nazionali, per cui non sono sicurissimo. All'inizio c'è stata la sospensione delle lezioni, poi la chiusura delle scuole; sono due cose diverse, perché con la sospensione il personale ATA (cioè non docente) rimane in servizio.

E quindi adesso non c'è proprio più nessuno nelle scuole?

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Sicilia

“I più anziani sono più tranquilli, addirittura una signora ci ha detto “levatevi 'sta tuta che vi offro il caffè!“😊.”

infermiere in divisa

Come nasce la tua esperienza di infermiere al tempo del covid? L'Asp di Palermo, asp capofila della regione Sicilia, ha pubblicato un bando per assunzione a tempo determinato legata all'emergenza covid. Al bando potevano partecipare tutti gli infermieri già laureati e iscritti all'albo. Entrato in questa graduatoria sono stato contattato via pec per dare come preferenza una delle asp siciliane, mi è stata chiesta la disponibilità per un assunzione di 3 mesi e ho accettato. Ad aprile, dopo un corso di formazione organizzato dall'Asp sulla vestizione, svestizione e su tutta la gestione dei pazienti covid, ho preso servizio all'ospedale.

Prima dove lavoravi? Lavoravo per un'azienda che si occupa di assistenza domiciliare.

Facciamo un passo indietro a metà febbraio, quando si è iniziato a parlare di questa epidemia sui giornali, ma ancora non si pensava che fosse arrivata in Italia. Qualcuno era già preoccupato, molti tendevano a minimizzare (io tra questi). Tu all'inizio come l'hai vissuta? Anche io ero molto ottimista, non avrei mai pensato si potesse arrivare alla pandemia, ma essendo un virus nuovo di cui non si conosceva nulla e ancora oggi si conosce poco era difficile da prevedere, anche le poche informazioni diffuse dalla Cina sulla virulenza del virus hanno contribuito a farmi stare tranquillo, diciamo. Invece si è rivelato un virus ad alta virulenza, se non sbaglio il primo caso in italia è stato intorno al 20 febbraio e in meno di 2 settimane hanno chiuso tutto.

E invece dopo che si è capito che era una bruttissima bestia (diciamo a inizio marzo quando c'è stato il primo decreto di chiusura del governo), che hai pensato?

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