Codec19

intervistepandemiche

Eros – Varazze (SV)

“Io vendo le uova sfuse e le confezioni in scatole di carta da 4 o 6. Capitava spesso che i clienti più attenti al riutilizzo, tornassero la volta successiva con la scatola vuota per farsela riempire. Adesso è inopportuno, purtroppo.”

salumeria

Che lavoro fai? Ho una salumeria a Varazze da quasi tredici anni.

In questo periodo il tuo negozio è rimasto chiuso per un certo periodo. Per quanto? E la decisione come è maturata? Siamo rimasti chiusi per quattro settimane. Nell'ormai famoso primo weekend di marzo abbiamo avuto un notevole afflusso di turisti provenienti dalle zone rosse. Per prudenza e senso di responsabilità, abbiamo deciso di autoisolarci per un mese circa e di riprendere l'attività successivamente.

In teoria però avreste potuto rimanere aperti, giusto? Certamente. La nostra scelta ha comportato un evidente sacrificio economico. Abbiamo privilegiato la sicurezza e la salute, data la pericolosa esposizione al rischio di contagio dei giorni precedenti la chiusura. Una scelta che potrei definire anticommerciale.

Torniamo a quel primo weekend. Parliamo del 7-8 o della settimana precedente?

Continua...

Isaia Invernizzi, Bergamo

“La sensazione è che nessuno si sia ben reso conto di quello che è successo qui. Anche quando ne parlo con i colleghi, non riescono bene a capire le dimensioni della tragedia.”

giornalista

Che lavoro fai? Giornalista. Lavoro a l'Eco di Bergamo dal 2016, prima ho lavorato 8 anni a Bergamonews, un quotidiano online.

Fino a prima della pandemia di cosa ti occupavi, in prevalenza? Sono un redattore della cronaca cittadina. Seguo in particolare il Comune di Bergamo, ma l'amministrazione e la politica in generale. In più sono specializzato sull'analisi dei dati.

Mi sembrava infatti che avessi parecchia dimestichezza con numeri e grafici. In particolare rispetto al giornalista medio, che mi permetto di dire che non sembra così preparato in questo campo. Eh, no per niente. Siamo in pochi purtroppo.

Per quanto riguarda l'analisi dei dati hai seguito un percorso di formazione specifico o è più una cosa fai da te? Ho iniziato tanti anni fa in solitaria. Non ho una formazione universitaria specifica, il mio approccio è sempre stato giornalistico. Dai dati (analizzati bene) si possono ricavare molte notizie quindi ho deciso di investire tempo per imparare. Devo dire grazie ai tanti colleghi che mi hanno dato consigli.

Una delle conseguenze collaterali di tutta questa vicenda è proprio stato il fiorire di analisi dati, non tutte impeccabili devo dire. Sia sui giornali che “fai da te” sul web. Che ne pensi in particolare di tutti questi fisici, matematici o semplici appassionati che si sono lanciati nell'analisi della pandemia, nelle previsioni sulla sua evoluzione..?

Continua...

P.G. – Centro Italia

“Davvero pensi che dopo due mesi abbiano compreso che alle casse uno deve stare in cima e l'altro in fondo a imbustare e finché questo non ha finito non puoi avvicinarti?”

Boris

Che lavoro fai? Sono un addetto in un punto vendita di una catena di supermercati presente in tutta Italia: ricopro vari ruoli, quello che in gergo è detto il jolly ma che è frutto di un specifico percorso. Il mio punto vendita è in una grossa città del centro Italia.

Come posso identificare il tuo lavoro con due parole sole? (per il titolo del pezzo) “Dov'è il lievito?”. Sottotitolo: “E la farina? L'alcool? I guanti?”

lol. Non c'entra col tema dell'intervista, ma io sono uno di questi che chiede spesso. Ogni volta mi sento in imbarazzo. Ci odiate molto? No, abbiamo avuto profondissima pena nel vedervi umani, finalmente: paradossalmente ora vi odiamo di nuovo, perché non c'è più la comunanza. Noi ad aiutarvi, voi smarriti. Adesso siete tornati quelli di prima, che ci considerate al pari del carrello: un accessorio necessario. È finito il momento in cui vi abbiamo viste arruffate e con la ricrescita, avete comprato la tinta. Oppure avete ricominciato a comprare le cose che vi piacciono e non le necessarie. Avete smesso di dirci “grazie”.

Ma di già? siamo già in quella fase lì?

Continua...

Daniela Papini – Genova

“In questi lavori a contatto stretto col pubblico la differenza la farà la capacità di adeguarsi correttamente all'esigenza di massima igiene ma anche di riuscire a mantenere una forma di empatia, umanità con le persone, che devono poter continuare ad affidarsi con la massima tranquillità e piacere a chi deve, per lavoro, mettergli letteralmente le mani addosso.”

Trucchi

Il tuo è un lavoro di cui non conosco molto i risvolti, raccontami due cose su come si svolgeva anche prima di febbraio 2020. Per esempio, hai uno studio aperto al pubblico? No, al momento no, perché di solito mi sposto io a favore di domicili o location dove serve il mio servizio. Quando serve mi reco presso centri, istituti di bellezza o set fotografici o tv. Oppure collaboro con profumerie, parrucchieri, artisti o privati che possono avere bisogno di make up e servizi di consulenza annessi.

Ma tipo anche per matrimoni? Sì, si. Faccio anche corsi di trucco.

Per tv cosa intendi? Collabori con qualche programma tv noto? Di solito con produzioni tv che vanno in esterna a fare servizi che poi vengono programmati su reti nazionali. Oppure trucco cantanti o personaggi per eventi o video.

Wow. Qualcuno di famoso?

Continua...

Guido Boschini, Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo di Verbania-Intra

“Può darsi che vengano avviati dei servizi di centro estivo da parte dei comuni; ma la gestione dei bambini piccoli è quella più complicata: come fai a tenere a distanza un bambino se lo devi cambiare, o anche solo soffiargli il naso? O se ti viene incontro per venirti in braccio lo mandi via?”

preside

Che lavoro fai? Dirigente scolastico dal 2012; prima ho insegnato matematica, fin dal 1990. Dirigo l'Istituto Comprensivo di Verbania-Intra. L'istituto è composto da due scuole dell'infanzia, tre primarie e una secondaria di primo grado (scuola media). Tranne una primaria, tutte le altre si trovano nel comune di Verbania (sponda piemontese del Lago Maggiore).

Da quand'è che sono chiuse le tue scuole? Siamo stati a casa per le vacanze di carnevale (24/26 febbraio) e poi non siamo più rientrati.

In quel momento era stata una decisione del governatore del Piemonte? Mi sembra di sì, ma continuavano ad accavallarsi ordinanze regionali e nazionali, per cui non sono sicurissimo. All'inizio c'è stata la sospensione delle lezioni, poi la chiusura delle scuole; sono due cose diverse, perché con la sospensione il personale ATA (cioè non docente) rimane in servizio.

E quindi adesso non c'è proprio più nessuno nelle scuole?

Continua...

Sicilia

“I più anziani sono più tranquilli, addirittura una signora ci ha detto “levatevi 'sta tuta che vi offro il caffè!“😊.”

infermiere in divisa

Come nasce la tua esperienza di infermiere al tempo del covid? L'Asp di Palermo, asp capofila della regione Sicilia, ha pubblicato un bando per assunzione a tempo determinato legata all'emergenza covid. Al bando potevano partecipare tutti gli infermieri già laureati e iscritti all'albo. Entrato in questa graduatoria sono stato contattato via pec per dare come preferenza una delle asp siciliane, mi è stata chiesta la disponibilità per un assunzione di 3 mesi e ho accettato. Ad aprile, dopo un corso di formazione organizzato dall'Asp sulla vestizione, svestizione e su tutta la gestione dei pazienti covid, ho preso servizio all'ospedale.

Prima dove lavoravi? Lavoravo per un'azienda che si occupa di assistenza domiciliare.

Facciamo un passo indietro a metà febbraio, quando si è iniziato a parlare di questa epidemia sui giornali, ma ancora non si pensava che fosse arrivata in Italia. Qualcuno era già preoccupato, molti tendevano a minimizzare (io tra questi). Tu all'inizio come l'hai vissuta? Anche io ero molto ottimista, non avrei mai pensato si potesse arrivare alla pandemia, ma essendo un virus nuovo di cui non si conosceva nulla e ancora oggi si conosce poco era difficile da prevedere, anche le poche informazioni diffuse dalla Cina sulla virulenza del virus hanno contribuito a farmi stare tranquillo, diciamo. Invece si è rivelato un virus ad alta virulenza, se non sbaglio il primo caso in italia è stato intorno al 20 febbraio e in meno di 2 settimane hanno chiuso tutto.

E invece dopo che si è capito che era una bruttissima bestia (diciamo a inizio marzo quando c'è stato il primo decreto di chiusura del governo), che hai pensato?

Continua...

“soprattutto all'inizio, quando c'era solo l'Italia in lockdown, spesso capitava di dare assistenza o collaborare con perfetti sconosciuti che ti chiedevano come state, com'è la vostra vita, stay safe ecc ecc. Di un paio ho salvato gli screenshot perché mi hanno commossa.”

It Crowd

Che lavoro fai? Sono tecnico IT di una grande multinazionale. Più nello specifico: mi occupo del settore informatico di un Customer Service. Questo include supporto informatico ai colleghi, alla struttura (sala server, infrastruttura) ma anche organizzazione logistica e procedurale di tutto l'hardware e il software che entra o esce dalla sede. Faccio sia il tecnico che il coordinamento, per riassumere.

Tutta questa vicenda che impatto ha avuto sul tuo lavoro? Beh, prima eravamo una squadra che lavorava in locale sulla struttura, le persone venivano in ufficio se avevano un problema o facevamo interventi in sede. Da metà marzo siamo tutti a casa, sia il dipartimento IT che il resto dei colleghi. Questo ha cambiato radicalmente il lavoro: abbiamo dovuto studiare soluzioni per permettere a tutti di lavorare da casa, l'assistenza si è spostata tutta sul remoto (penso che ormai metà dei miei colleghi abbia il mio numero) ma soprattutto abbiamo dovuto studiare una serie di soluzioni a distanza per fornire ai neo assunti strumenti per lavorare o per sostituire eventuali cose difettose, utilizzando le uniche persone rimaste nelle sedi fisiche: gli operatori delle pulizie e la security. Spedizioni, consegne, tutto organizzato e coordinato a distanza: il delirio. In più l'azienda ci ha fornito delle soluzioni software per alcune tipologie di clienti e abbiamo dovuto imparare a gestirle e soprattutto insegnare a utilizzarle da un giorno all'altro, letteralmente.

Il problema pratico principale qual è stato? Devo dire che da un punto di vista di salute e sicurezza tutto sta funzionando molto bene, ma per noi è diventato tutto estremamente difficile, dato che la maggior parte dei colleghi ha un livello informatico a dir poco di base e guidarli sulle nuove procedure è veramente complesso. Il problema pratico principale sarebbe stato un guasto in sala server: non avremmo saputo come fare. Ma non c'è stato quindi Yay!

Perché non avreste saputo come fare? Immagino che normalmente abbiate dei tecnici in grado di intervenire, come mai non avrebbero potuto?

Continua...

Moira Caracciolo – Arianna & Friends – Terricciola (PI)

“Io sono pronta a fare una sagra anche da sola!”

Terricciola

Eccoci Guarda, ho anche aperto una birra.

Io mi sono dimenticato di metterla in frigo :–(, mi verso un bicchiere di bianco. Che lavoro fai? Lavoro in un piccolo tour operator locale, in cui sono entrata nel 2013 occupandomi dell'ufficio turistico di zona e di pacchetti per i clienti italiani, poi nel 2014 ho preso il patentino come guida turistica e ho continuato facendo la guida sempre come dipendente dello stesso tour operator.

La mia prima domanda è sempre la stessa: parlami dell'impatto che ha avuto questa vicenda sul tuo lavoro. Naturalmente per me, e per le colleghe che fanno lo stesso lavoro, è stata la fine del mondo. Soprattutto a partire da fine febbraio, quando abbiamo iniziato a ricevere le prime cancellazioni per la stagione che stava arrivando, e soprattutto dal 29 febbraio che è quando il Cdc americano ha iniziato a sconsigliare tutti i viaggi non necessari in italia. Noi lavoriamo prevalentemente con americani, lì abbiamo capito che per noi la stagione era finita.

E il lavoro si è azzerato del tutto? O almeno qualcosina è rimasto?

Continua...

Claudio Torre – Niusci (GE)

“Restiamo in attesa spasmodica del decreto rinascita”

cappelletta

Che impatto ha avuto la pandemia sul tuo lavoro? Beh direi abbastanza pesante. Ho avuto un calo di oltre il 50%

Hai dovuto abbandonare dei lavori a metà? Uno sì ma dal 15 aprile l'ho ripreso e finito. Ma ci sono altri problemi, nel senso che i magazzini edili e i fornitori hanno riaperto da pochi giorni. Si spera che andando avanti questi problemi diminuiranno.

Ma il calo è dovuto al fatto che hai dovuto chiudere per legge oppure il tuo era uno di quei lavori che potevano continuare anche durante il lockdown?

Continua...

F.F. – Bologna “nel mio piccolo ho aiutato in videochat amici e parenti, e anche qualche cliente, a non fare troppi danni”

erba

A quanto ne so, direi che il tuo mestiere è stato uno dei più duramente colpiti dalla pandemia, no? Cioè, vi hanno chiuso per legge e bon. È così? Si, ho lavorato fino all'11 marzo e la sera abbiamo avuto dai tg la notizia che il giorno dopo non potevamo lavorare e in attesa di nuovi aggiornamenti siamo arrivati ad oggi, e se tutto procede il 1 giugno dovremmo ripartire.

Ma è una cosa decisa a livello nazionale uguale per tutti o ci sono deroghe regionali o comunali? È nazionale, e da quello che leggo ad oggi nessuna regione ha dato possibilità di aperture, poi dopo l'ultimo decreto ci sono state associazioni artigiane, CNA, e gruppi vari che si sono arrabbiati parecchio e hanno scritto alle regioni, comuni, governo etc. cercando di anticipare l'apertura almeno al 18 Maggio. Almeno ci stanno provando, in questi giorni anche Bonaccini sta facendo proposte per aprire prima, chiaramente in tutta sicurezza.

A proposito di sicurezza: avete già delle linee guida per quando riaprirete? Cosa dovrete fare? Come cambierà il vostro mestiere e cosa cambierà per i clienti?

Continua...